Paolo Schiavone, figlio di “Cicciariello”, dal 2 agosto sarà un uomo libero. Il giudice ha annullato i tre anni di sorveglianza speciale
15 Luglio 2018 - 10:46
CASAL DI PRINCIPE – Che Paolo Schiavone, figlio di Francesco detto Cicciariello, abbia compiuto in carcere un percorso irreprensibile di recupero e di ripensamento rispetto alle scelte fatte è dimostrato dai 700 e passa giorni, circa due anni, di riduzione pena.
In pratica, quella che una volta si chiamava “buona condotta”.
Questo sconto, aggiunto agli anni che Paolo Schiavone ha scontato in carcere, ha fissato nel prossimo 2 agosto la data del fine pena rispetto alla sentenza di condanna a 10 anni e 3 mesi subita dallo stesso ad epilogo dei procedimenti riguardanti la cosiddetta operazione “Paganese”, che evidenziò, nel 2010, l’accordo tra il clan dei Casalesi e Cosa Nostra per regolare il trasporto dei prodotti ortofrutticoli dalla Campania ai mercati di vendita.
In questi processi è stato condannato, infatti, Gaetano Riina, fratello del boss dei boss defunto, Totò. Se il fine pena è fissato per il 2 agosto, fine a qualche giorno fa reggeva ancora la pena accessoria, che avrebbe imposto a Paolo Schiavone tre anni di sorveglianza speciale.
Rispetto a questo provvedimento, si è pronunciato su istanza di Nando Letizia, avvocato difensore di Paolo Schiavone, il giudice che guida il Tribunale di Sorveglianza di Torino, dove paolo SDchiavone ha espiato la sua pena.
Lo scorso 29 giugno, questo giudice ha disposto la scarcerazione di Schiavone, che sta scontando il residuo di pena presso il proprio domicilio, dato che risulta espiato il reato ostativo alla carcerazione stessa.
Questo, osserva il giudice di sorveglianza, perchè nella sentenza emessa dal Tribunale di S. Maria C.V. il 24 marzo 2014, dal collegio presieduto dal giudice Picardi, viene esclusa l’aggravante dell’articolo 7 relativa alla contestazione del capo B dell’ordinanza del 2010 (il capo A, associazione ai sensi del 416 bis, ha comportato la condanna di Paolo Schiavone).
Tutto il ragionamento del Tribunale di Sorveglianza di Torino va a sostenere la decisione presa di annullare i tre anni di sorveglianza speciale. Anche il procedimento pendente presso la Procura di Napoli per il reato di invasione di edifici e deturpamento di cose altrui con l’aggravante dell’articolo 7 va valutato alla luce del fatto che l’avvocato Nando Letizia ha prodotto la sentenza di primo grado del Tribunale di S. Maria Capua Vetere che assolve Schiavone dai reati ascrittigli.
Il giudice di sorveglianza piemontese parla di “revisione critica delle pregresse condotte”.
Inoltre, “il detenuto ha continuato il percorso di studi universitari, ha lavorato su turnazione e ha sempre mantenuto un comportamento corretto”.
Un ruolo viene riconosciuto anche alla famiglia, che se non sono subentrate modifiche in questi anni, dovrebbe essere quella dei noti commercianti casertani Albero, dato che Paolo Schiavone ha sposato tempo fa la figlia del titolare.
Scrive il giudice: “Il nucleo familiare acquisito rappresenta una valida risorsa per sostenere il percorso di reinserimento sociale”.
Per tutte queste ragioni, il Tribunale di Sorveglianza di Torino ritiene cessata la pericolosità sociale di Paolo Schiavone, come d’altronde aveva scritto, nel 2017, la stessa Corte di Appello di Napoli, che, valutando la posizione di Paolo Schiavone, aveva sottolineato che questi aveva sostituito il ruolo del padre nei meccanismi della Pagamese Trasporti per soli tre mesi.
Il resto lo potete leggere nella versione integrale del provvedimento, che pubblichiamo in calce.