Per il gip, Antropoli è un referente politico-istituzionale dei Casalesi. Ma il suo avvocato: “Chiarirà tutto”. E sulla Cicia…
6 Febbraio 2019 - 21:10
CAPUA – “Antropoli ha rappresentato, prima come sindaco e poi come consigliere, il referente politico-istituzionale del clan dei casalesi sul territorio di Capua“. E’ quanto scrive il gip di Napoli Fabio Provvisier, riferendosi all’ex sindaco di Capua, Carmine Antropoli, arrestato due giorni fa con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa.
Il gip riferisce anche delle dichiarazioni fornite dal responsabile dell’ ufficio tecnico del Comune ai carabinieri, l’ing. Greco, riguardo presunte pressioni subite “per l’attivazione degli appalti che erano stati fino ad allora ‘congelati’ che si erano conclusi con l’aggiudicazione alle imprese che i carabinieri dimostra essere riconducibili a Francesco Zagaria (imprenditore ritenuto elemento di spicco del clan guidato da Michele Zagaria, arrestato insieme ad Antropoli)“.
Nell’indagine sono indagati anche due collegi di partito dell’ex sindaco, ex consiglieri comunali, ovvero Guido Taglialatela e Marco Ricci, quest’ultimo ex assessore e candidato sindaco in pectore alle prossime comunali di maggio. I pm partenopei – sostituti Maurizio Giordano e Sandro D’Alessio, Aggiunto Luigi Frunzio – ipotizzano che Antropoli, sindaco a Capua tra il 2006 e il 2016, avesse stretto un patto con il clan dei Casalesi, soprattutto con la fazione guidata da Michele Zagaria, attraverso l’imprenditore Francesco Zagaria (omonimo del boss), per avere sostegno elettorale, dando in cambio appalti; una collusione che per gli inquirenti sarebbe andata avanti negli anni, venuta poi alla luce poco prima delle elezioni comunali del 2016, quando Antropoli non poteva presentarsi come candidato sindaco per aver gia’ fatto due mandati e sostenne il candidato Giuseppe Chillemi, poi sconfitto; peraltro Antropoli, nella tornata del 2016, fu eletto consigliere comunale.
Emblematico per l’accusa l’episodio intercettato dai carabinieri, avvenuto nello studio di Antropoli il 3 maggio 2016, due giorni prima che si presentassero le liste per le comunali del successivo giugno; in quella circostanza il candidato Giuseppe Di Lillo fu preso a schiaffi da Francesco Zagaria affinche’ si ritirasse dalla competizione. Lo stesso Antropoli, parlando dopo in auto con la compagna Lucrezia Cicia, dice “e’ successo un bordello nello studio, quello Franco la, voleva picchiare a Lino li’ dentro“. Pochi giorni dopo, il 17 maggio, i carabinieri intercettano con riprese video e scatti fotografici un altro incontro nello studio del medico, cui partecipano Zagaria e Martino Mezzero, altro esponente del clan, vicino agli Schiavone.
LE DICHIARAZIONI DELL’AVVOCATO IODICE. “Il dottor Antropoli ha piena fiducia nel lavoro della magistratura e chiarira’ ogni aspetto della vicenda che lo riguarda nell’interrogatorio di garanzia che si terra’ venerdi’ 8 febbraio“. Lo ha dichiarato Mauro Iodice, legale dell’ex sindaco di Capua.
L’avvocato difende anche la compagna del professionista, Lucrezia Cicia, coinvolta in un’altra indagine della Dda che ieri ha portato a numerosi arresti a Caserta per voto di scambio politico-mafioso in relazione alle Regionali del 2015; la Cicia, esponente di Forza Italia come Antropoli, e’ indagata per voto di scambio senza l’aggravante mafiosa, ma Iodice non ci sta.
“Si tratta di un reato gia’ prescritto – spiega l’avvocato – visto che tale fattispecie elettorale, come prevede la legge, si prescrive in due anni dal fatto; le Regionali si sono tenute nel 2015, per cui la prescrizione e’ scattata. Peraltro – prosegue Iodice – la Cicia e’ parte offesa nel procedimento, essendo stata minacciata da personaggi del clan Belforte, come altri esponenti politici, affinche’ si servisse per le affissioni di manifesti elettorali della ditta intestata alla moglie di Giovanni Capone (esponente del clan, ndr). Questa circostanza pero’ non e’ stata diffusa dalle autorita’, che hanno solo veicolato la notizia che fosse indagata. Ma ripeto, il reato che si contesta alla Cicia e’ prescritto da oltre un anno; le autorita’ risponderanno nelle sedi opportune“.