PROCESSO A DON BARONE. La piccola Giada: “Si stendeva e si muoveva nel letto avanti e indietro”

3 Aprile 2019 - 10:34

CASAPESENNA – Si sarebbe steso nel letto in mezzo a lei e alla segretaria e durante la notte avrebbe iniziato “a muoversi avanti e indietro”. E’ questa una delle tante dichiarazioni shock emerse durante il processo per lesioni ai danni della 14enne di Maddaloni e di  violenza sessuale nei confronti di due giovani fedeli, a carico di don Michele Barone,  il prete del Tempio di Casapesenna finito in carcere.

Proprio durante questa udienza, le psicologhe Petrillo e Sperandeo, hanno raccontato dell’aiuto dato alla ragazzina a ricordare gli abusi subiti, abusi descritti anche in due lettere che poi sono state rese pubbliche durante il processo.

Tutto inizia, stando al racconto di Arianna (la sorella maggiore della 14enne che si rivolse alla trasmissione “Le Iene” per denunciare gli abusi) , quando Giada era piccola e in casa esplose un litigio furibondo perché i genitori avevano scoperto l’omosessualità di Arianna, reagendo con violenza. Giada, a quella tensione emotiva, ebbe una grave reazione psicosomatica e all’improvviso, non riuscì più a muovere le gambe. I medici, allora, consigliarono una psicoterapia accompagnata da farmaci leggeri.

A quel punto, i genitori, invece, si rivolgono a don Michele Barone, famoso in zona per le sue apparizioni televisive in cui parla di esorcismi. Il sacerdote fece interrompere le cure alla bambina iniziando rituali, anche violenti, sulla ragazzina. Nel frattempo, Arianna viene allontanata con l’accusa di avere un legame col demonio, ma nella realtà dei fatti l’allontanamento era solo un pretesto per impedirle di denunciare ciò che accadeva.

Arianna non si arrende e presenta un esposto alla polizia per far allontanare don Michele dalla sorellina piccola e dalla sua famiglia, ma un poliziotto, seguace del sacerdote, rispose ad Arianna di “stare tranquilla perché Giada è in mani sicure”. Addirittura la ragazza parla di un vero e proprio ricatto da parte della madre che le chiede di ritirare l’esposto per poter rivedere la piccola Giada, ormai completamente soggiogata.

Infatti, in un primo momento la 14enne avrebbe negato gli abusi subiti da don Barone, ma durante le udienze del processo al sacerdote, poi ha deciso di raccontare la sua verità.

E proprio Giada avrebbe riferito un episodio molto simile a quello descritto da due donne, ex adepte della sua setta pseudoreligiosa, a cui appartenevano circa cento persone.

Il sacerdote si sarebbe steso nel letto in mezzo a lei e la segretaria e durante la notte avrebbe iniziato  “a muoversi avanti e indietro”. E Giada era stata anche “preparata” da don Barone, che le avrebbe mostrato il primo servizio de “Le Iene, chiedendole di proteggerlo e di “aiutarlo come lui aveva aiutato lei”.