PROCIDA capitale italiana della (in)cultura. Celebra i bottari e dimentica totalmente quelli di PORTICO e Macerata

12 Aprile 2022 - 19:26

PORTICO DI CASERTA/MACERATA CAMPANIA – Nel momento in cui l’isola di Procida comincia a sviluppare la trama del suo racconto storico ed etnico, attivando le sue prime mosse di una rappresentazione che la vede insignita del grande titolo di Capitale Italiana della Cultura 2022, ognuno degli eventi acquista un significato che travalica l’esposizione del fatto artistico in sé per sé e diventa vetrina di una storia antica, di una tradizione secolare, dentro alla quale si sono sviluppate le generazioni che però, riuscendo a conservare la propria identità, si sono concesse la possibilità di essere qualcosa e qualcuno nei tempi concitati delle globalizzazioni, delle pandemie e della guerra.

Se dunque Procida ha deciso, come ha deciso, di presentare all’Italia la storia e la tradizione dei bottari, e lo ha fatto firmando una delega a un luogo in cui questa tradizione esiste, senza porsi il problema di ciò che è stato codificato a pochi chilometri di distanza, vuol dire semplicemente compiere un errore, vuol dire svilire e derubricare a evento dozzinale quella che dovrebbe essere la cura da riservare alle forme più illustri e più evidenti delle identità territoriali.

E allora, come dar torto ai sindaci di Portico di Caserta e di Macerata Campania, Giuseppe Oliviero e Antonio Cioffi, i quali domani mattina, mercoledì 13 aprile invieranno una lettera al governatore della Campania Vincenzo De Luca, all’assessore al Turismo Felice Casucci, al sindaco del Comune di Procida Raimondo Ambrosino, al direttore di Procida Capitale della Cultura 2022 Agostino Riitano e (per conoscenza) al presidente del Consiglio Regionale Gennaro Oliviero.

“La scelta dello spettacolo “Moby Dick” eseguito dall’Associazione di Promozione Sociale “Teatro dei Venti” di Modena (…) ha creato rammatico e delusione nelle nostre due comunità patrimoniali” si legge nella lettera.