Pure se Antonio Iovine si è pentito, il suo braccio destro resta in galera. Niente libertà anticipata per “O’putecar”

26 Luglio 2019 - 16:45

SAN CIPRIANO D’AVERSA (red.cro.) – Resta in carcere e non potrà godere del beneficio della liberazione anticipata. I giudici della settima sezione penale di Cassazione hanno deciso di confermare il precedente provvedimento adottato dal tribunale di Sorveglianza di Napoli, figlio di una decisione del Magistrato di sorveglianza di Avellino.

Antonio Cerullo, 64 anni, vede dunque scappar via la possibilità di uscire prima dalla casa circondariale in cui risiede. Il percorso rieducativo portato avanti dal condannato non è stato ritenuto valido perché, secondo i giudici, il ruolo avuto di Cerullo nel clan Venosa-Iovine-Zagaria è stato “apicale” e ha avuto una valenza altamente negativa nella decisione di rigetto.

E non è servita neanche la scelta di Antonio Iovine di collaborare con la giustizia, cosa che, per la difesa, doveva essere presa in considerazione anche per il destino di Cerullo. Scrivono gli ermellini che la scelta di O’ Ninno non riguardava personalmente il ricorrente – cioè Cerullo –  e che, quindi, non assumeva alcuna valenza dissociativa utile.