SAN FELICE A CANCELLO Che mandrakata: la commissaria Macchiarella non nomina più Casale capo dei vigili urbani di San Felice, ma al suo strafedelissimo concede la “dirigenza” all’Ambiente

7 Luglio 2022 - 17:22

Settore che, da puro autodidatta, curriculum alla mano dove c’è di tutto, ma questo proprio no, ricopre dal 2019 al Comune di Cellole dove la dirigente veneziana della Prefettura di Caserta ebbe già modo di apprezzarlo quando resse il Comune rivierasco dopo la caduta del sindaco

 

(CLIKKA QUI PER LEGGERE LA PRIMA PUNTATA DI QUESTA STORIA…)

 

SAN FELICE A CANCELLO (gianluigi guarino) Vi eravamo debitori, ci rivolgiamo ai nostri lettori, della seconda e ultima parte del racconto riguardante le complesse vicende dell’insediamento in carica della dottoressa Savina Macchiarella alla carica di commissario prefettizio al Comune di San Felice a Cancello, il cui consiglio comunale è stato sciolto lo scorso primo giugno per le dimissioni contestuali presentate davanti a un notaio da 10 consiglieri comunali su 16, diciamo 17 considerando anche il sindaco.

In alto, cioè in testa a questo articolo, troverete il link grazie al quale potrete leggere la prima puntata della storia. Questa è diventata necessità cronistica nel momento in cui abbiamo appurato che Pierluigi Casale, comandante dei vigili urbani di Cellole, era stato individuato, ancora una volta da Savina Macchiarella, che l’aveva scelto già al Comune di Pontelatone dopo esserselo trovato in precedenza, nel 2019, a Cellole come poi vedremo nel seguito di questo articolo, quale nuovo reggente, quale nuovo comandante a termine del corpo dei vigili urbani di San Felice.

“L’aveva scelto”: non si tratta di un’espressione messa da noi lì in ossequio alla consecutio temporum. No, nel vero senso della parola l’aveva scelto dato che, successivamente, lo ha (disin)scelto. Non sappiamo se anche per effetto del nostro articolo, ma non è questo il punto importante da rappresentare, dato che, per dirla tutta, prima l’ha scelto, poi lo ha (disin)scelto e poi lo ha scelto ancora. La commissaria, dopo aver, infatti, rivisto la sua idea iniziale che avrebbe portato un vigile urbano che abita a Sessa Aurunca a dover raggiungere San Felice a Cancello, che si trova a 70 km di distanza, ha comunque trovato un posto al Casale.

Ora, seguite un attimo il ragionamento che illustra, in pratica, il nostro punto di vista: se io faccio il commissario prefettizio, cerco di partire da uno per arrivare a 10. Prima individuo le carenze e le priorità per fronteggiarle, in poche parole le questioni di contenuto. Solo successivamente rifletto sulle persone che andrò a scegliere per integrare gli organici del ,Comune in modo da avere anche a disposizione persone di estrema fiducia che mi coprano le spalle nei giorni in cui io, commissario prefettizio, sono chiamato a svolgere le mie ordinarie funzioni (sudoooreee!!!) all’interno della Prefettura di Caserta.

Per cui, se io individuo in Pierluigi Casale la migliore opzione a disposizione in questa provincia (figuriamoci come stiamo inguaiati) per coprire il posto di vertice della polizia municipale cittadina, vuol dire che l’individuazione di Casale ha rappresentato l’effetto e non la causa, costituita, invece, dalla presa d’atto di una carenza in quel particolare servizio erogato ai cittadini. Nel momento in cui la notte mi porta consiglio e io, commissario prefettizio dottor, ingegnere, grande ufficiale, gran figlio di putt Casertace, rivedo questa mia convinzione e decido di arrangiarmi con i 5 o 6 vigili urbani in servizio nel perimetro del Comune di San Felice a Cancello, vuol dire che chiamerò l’ottimo Pierluigi Casale, mi scuserò con lui per averlo allertato e lo congederò con un dovuto e formalmente consolatorio “non mancherà occasione”.

La notizia del giorno è invece quella che racconta di un Pierluigi Casale, il quale, se non andrà più, come effettivamente non andrà più, a comandare i vigili urbani di San Felice a Cancello sarà, anzi, è già stato messo a capo del settore Ambiente, Ecologia, Cimitero e Protezione civile. La commissaria prefettizia, quella vera, dunque la dottoressa Macchiarella e non certo noi, fresconi e goliardi di Casertace, avrà, sicuramente, dato che si tratta di una persona seria e preparata, utilizzato lo stesso metodo: ha individuato una criticità e, conseguentemente, una priorità e dopo averlo fatto ha riflettuto sulla persona che poteva meglio svolgere questa funzione. Secondo lei Pierluigi Casale che, onestamente, al di là dell’occhio azzurro profondo e del suo vago sapor mediorientale, non è che ci sia sembrato una cima quando ha provato, dovendosi poi ritirare con significative perdite, “a impostare la questione” con Casertace. Abbiamo dato un’occhiata, allora, al suo pubblico curriculum professionale. Una parola, riteniamo, lo possa riassumere, lo possa rappresentare: versatile e per un po’ di tempo strenuo ricercatore di un centro di gravità permanente che, a un certo punto, ha individuato, ha finalmente trovato nel santo e benedetto posto fisso.

Quando si è ragazzi, si inseguono sogni impossibili: c’è chi vuole fare l’astronauta, il pilota di Formula 1 con contratto diretto alla Ferrari, chi vuole sposare una principessa ereditaria. Questo qui voleva fare l’intellettuale, il letterato, forse il professore o, anche, una laurearsi in una disciplina tecnico-economica da affrontare senza basi cognitive specifiche ma con la forma mentis che solo un liceo classico, fatto però con i controcazzi, ti può dare. Chissà se nella decisione di dare una svolta alla sua vita abbia inciso anche il voto di 46/60esimi, tutto sommato, senza infamia e senza lode, ottenuto alla maturità in un liceo di Formia. Fatto sta che, procedendo nella lettura del curriculum, ce lo ritroviamo improvvisamente,  due righe sotto, come collega di Ugo Fantozzi. Questo qua, il simpatico Casale, ha finito il liceo e ha detto “ma a me ora chi me lo fa fare di iscrivermi a una facoltà tecnico-economica che garantisce maggiori possibilità di impiego, visto che dovrò fare fatica doppia, in quanto non mi sembra che le peripezie di Ulisse e quelle di Enea siano nei programmi di una facoltà di Economia e commercio. Mo mi prendo un bel diploma finito e chi si è visto, si è visto”.

Solo gli stolti non cambiano mai idea. L’esperienza vissuta all’Istituto tecnico commerciale di Castelforte dove riteniamo Casale arrivò a toccare la soglia dei 23 o 24 anni, a meno di scorciatoie tipo corsi serali, esami da privatista ecc. fu così forte, pregnante, profetica da indurlo, quando l’età già incominciava ad avere il suo peso se uno è ancora studente, a decidere di cambiare totalmente visione, puntando diritto all’università, forse anche entusiasmato dagli 83/100esimi che, a occhio e croce, dovrebbero valere qualcosina in più del 46 rimediato al classico. Casale, dunque, si iscrisse all’università Parthenope di Napoli, un ateneo cresciuto tantissimo grazie alle capacità del suo storico rettore Gennaro Ferrara il quale lo prese quando si chiamava Istituto universitario navale con sede nella palazzina spagnola, dentro al perimetro del Maschio angioino e di fronte al Molo Beverello, conducendolo per mano fino ai tempi nostri quando la sua offerta didattica e accademica è costituita da diverse facoltà e da moltissimi e moderni corsi di laurea dentro ad una sede sicuramente importante, localizzata all’interno del Centro direzionale di Napoli. Pur essendo la Parthenope un’università che, tutto sommato di proporzioni umane, non grande e, dunque, in grado di seguire più da vicino la vita e le preoccupazioni dei suoi studenti, il Casale dovette ammettere che quella botta di adrenalina, che l’aveva percorso dopo il diploma in quel di Castelforte, aveva rappresentato più un miraggio che una realtà. Addio ai corsi normali, in presenza della Parthenope e iscrizione di slancio alla Unitelma, Università telematica della Sapienza che, come tutte le università telematiche, offre una ristretta gamma di corsi di laurea.

Qui, finalmente, nacque il dottor Pierluigi Casale. Diciamo dottorino, visto che la laurea in Scienze dell’economia e dell’amministrazione aziendale è triennale. Non c’è traccia nel curriculum di una laurea magistrale, mentre affiora un’esperienza di questo autentico globetrotter in un’altra università molto empatica con i suoi studenti, quella di Cassino, dove doctor junior con laurea triennale, fa un bel master in Politica dell’inclusione degli immigrati che si andava ad aggiungere ad un altro master che aveva fatto sempre all’Unitelma in Management e-government della pubblica amministrazione. Una cosa normale e anche lodevole che, però, si fa quando uno ha attaccato al muro una laurea magistrale. Ma questo qui, il simpatico Casale, come abbiamo scritto prima citando la parola di sintesi del suo curriculum professionale, è veramente “versatile”: liceo classico, poi diploma di ragioniere, poi l’esperienza sfortunata all’università Parthenope di Napoli, poi, ancora, la rifioritura telematica e l’università-rifugio di Cassino, masterizzato senza essere, però, dottore fino in fondo. Terminata questa tortuosa attività scolastica e universitaria, il nostro viene assunto, con il grado di maresciallo, nel corpo dei vigili urbani nel micro-Comune di Santi Cosma e Damiano, categoria C, a un passo da Scauri e anche da Sessa Aurunca, cioè da casa sua. Esperienze successive a Monsummano Terme, in provincia di Pistoia e, sempre nella stessa provincia, al Comune di Pescia, dove vince il concorso di categoria D.  Poi, un’esperienza negli uffici amministrativi di Roma Capitale e poi 2019, l’incarico di comandante della polizia municipale di Cellole dove, però, assorbe anche le deleghe all’Ambiente e all’Area Finanziaria e Tributaria, in forza, probabilmente, di quel diploma di ragioniere, di quella laurea triennale telematica, del master senza laurea magistrale, sempre telematico e dell’altro master all’Università-rifugio di Cassino.

E la delega all’Ambiente dove la “azzecca”? Boh. Onestamente, a pensarci bene, cosa ci perdeva a fare un altro master telematico a Cassino, che so, sulla biodiversità, sul patrimonio ittico del mare di Baia Domizia, insomma una minchiata qualsiasi. Invece niente. A Cellole, dunque, va a guidare il settore Ambiente e dall’alto di questa esperienza, venuta solo lui sa da dove, oggi va a dirigere lo stesso ufficio in un Comune molto più grande ed impegnativo (vogliamo parlare delle zone rosse post-alluvione?) di San Felice a Cancello.

Dove, però, non ha potuto il titolo di studio, è, al contrario, riuscita l’investitura dall’alto e totalmente discrezionale, la spada posatagli su una spalla dalla stessa Savina Macchiarella che di Casale fa la conoscenza nella fatal Cellole, dove si insedia da commissario prefettizio nel 2019, dopo la caduta dell’amministrazione comunale.

Una conclusione con l’avvertenza che, per ora, la questione Macchiarella-Principe, cioè la questione tra la commissaria prefettizia e il segretario generale del Comune di San Felice a Cancello resta congelata, in attesa degli eventi, soprattutto in attesa del 7 agosto quando Principe dovrebbe lasciare il suo posto per effetto della procedura attivata dalla commissaria e finalizzata alla nomina di un nuovo segretario che, secondo le intenzioni prefettizie, dovrebbe essere più in armonia con le linee commissariali.  Tra un mese potremo ritornare, al riguardo, regalandovi ulteriori approfondimenti. Dicevamo, del concetto conclusivo di questo articolo: se è vero che basta anche una persona in possesso di una buona licenza elementare, ottenuta come Dio comanda, svolgendo bene i programmi e ottenendo risultati lusinghieri (analisi grammaticale, le quattro operazioni, ecc.), per fare meglio di un Ciccozzi o del suo simpatico pretoriano Pasquale Ariemma, è anche vero che gli usi e costumi di San Felice a Cancello sono una cosa, visto che si tratta di un luogo che una scellerata classe politica ha confinato ad uno status perenne di arretratezza culturale e morale, mentre altra cosa dovrebbe essere l’esercizio di una potestà di governo da parte della Prefettura di Caserta, cioè da parte del governo della nazione, la cui rappresentanza si incarna anche nella commissaria Savina Macchiarella. Da quella che in teroria dovrebbe essere un’alta cattedra istituzionale sarebbe legittimo attendersi qualcosa in più e qualcosa di meglio di una gestione delle nomine certo non migliore, certo non rappresentativa di un metodo consistente, moderno, che sia diverso, distinto e distante  da quello proto-feudale adottato da tanti nostri sindaci, non ne parliamo proprio a San Felice a Cancello. E invece, a dirla tutta, citando la famosa scritta impressa su alcuni muri di Roma dopo il ritorno della Democrazia, all’indomani della caduta del fascismo, “aridatece er puzzone”. E, conseguentemente, God saves Ciccozzi e anche tutti i Ciccozzi. Anzi, a questo punto, sapete cosa vi dico? Pasquale De Lucia for president a furor di popolo alle prossime elezioni.