SCANDALO IN REGIONE. Alla PROCURA DELLA REPUBBLICA il gelato tuttifrutti al Limone, Fico, banane e…tamponi

7 Aprile 2020 - 17:50

Le risposte del dominus inamovibile dell’Istituto Zooprofilattico in una piccante😂😂intervista de Il Mattino

CASERTA (g.g.) – Dare un’intervista a Il Mattino, almeno a quello degli ultimi 20 anni, è come disputare un incontro di boxe da peso Mediomassimo contro un peso Minimosca, con quest’ultimo che non utilizza neppure l’arma della mobilità per scansare i colpi. Non c’è match. E allora capisci quando un’intervista la fa Il Mattino, nel 99.99% dei casi questa non è finalizzata a comprendere con decisione e con precisione la realtà delle cose, come risultante della somma e della combinazione di tutte le parti in gioco, dal suono di tutte le campane, ma esiste come soccorso per fornire un ausilio, una stampella al potente di turno.

Da questo punto di vista, il giornale di Caltagirone non fa distinzione: bisogna essere sempre amici del partito dei potenti, di chi comanda, di chi è ministro, sottosegretario, presidente di regione, consigliere regionale, sindaco o grande dirigente del sottobosco, solitamente poco visibile ma ultra potente, soprattutto quando la poltrona che la politica gli ha donato dura per decenni, alla maniera dei mandati feudali.

Domande che assomigliano a delle caramelline, quelle rivolte ad Antonio Limone, l’onnipotente, l’onnisciente, sicuramente dominus assoluto dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Portici, un’espressione diretta

della regione Campania, sul quale signoreggia da tempo immemorabile. “Ma le procedure del laboratorio a bio contenimento non devono essere autorizzate?“. Risposta di Limone: “Certo, ma io (sic! Io, non noi, notate che stiamo parlando di un ente pubblico) come Istituto faccio 3 milioni di analisi all’anno anche su altri agenti infettivi, come la brucellosi e la Tbc. La mia autorizzazione ce l’ho eccome”.

Azz, dunque la pandemia da covid-19, virus sconosciuto e violento come da millenni non si abbattevano sulla terra, viene assimilato alla brucellosi bovina e alla tubercolosi, sempre animale. Perché i 3 milioni di analisi (ammesso e non concesso che i numeri siano questi) hanno riguardato sempre specie animali diverse da quella umana.

E qui uno si aspetterebbe un rilancio logico e ficcante del giornalista su questo particolare aspetto della vicenda. Seh, seh, che vi pensate che state in America, state leggendo il NYTimes, il Washington Post, giornali che sono divenuti istituzione perché hanno sempre rappresentato, al di là delle inclinazioni politiche che pure lì esistono, una struttura indipendente, un potere a sé esercitato in nome e per conto dei lettori e non dei potentati?

Manco Baggio faceva assist più appetitosi. Come se si trattasse di una domanda a tradimento e non di un ovvio interrogativo, il cui contenuto occupa da due giorni pagine e pagine di giornali, Il Mattino, con l’aria di chi sis ente libero da ogni vincolo materiale e morale, torna sull’autorizzazione citata da Limone: “Anche se utilizza altre sedi?“. Risposta di Limone: “Come Istituto Zooprofilattico sono (ari-sic! Sono, non siamo) in possesso di tutte la autorizzazioni del ministero. Io utilizzo mio personale e mie procedure“. Della serie “Un uomo solo al comando”, l’Etas c’est moi di Re Sole gli fa un baffo a questo Limone. Le sue risposte autorizzano ad osare fino al punto di dirgli ironicamente: scusa, ma se “io”…se “io sono”…, allora che cavolo le chiedi a fare le autorizzazioni, te le puoi dare anche da solo. 

Conclude Antonio Limone: “Io utilizzo mio personale e mie procedure, miei macchinari (sì, ma come Istituto Zooprofilattico, mica pensate siano di sua proprietà, o no?) e miei reagenti per operazioni bioanalitiche per le quali sono autorizzato con un bio contenimento di livello CL3.“.

Ci tocca ancora una volta fornire qualche informazione. Solo questo. Niente di più e niente di meno di qualche informazione, di qualche notizia. Questa missione, che si costituisce su un principio elementare etico- storico, dovrebbe essere l’obiettivo di ogni giornale ma questo in cui abitiamo non è un luogo autenticamente democratico. Non dobbiamo neanche compiere un grande cammino per aggiungere qualcosa a quello che Limone afferma. Nel sito dell’Istituto Zooprofilattico, nella parte sinistra, alla riga “Prove accreditate”, si apre un documento a firma di ACCREDIA, una sorta di certificatore dei certificatori, un organismo del governo nazionale che fornisce agli enti pubblici, già accreditati o da accreditare, la patente, il lasciapassare per svolgere attività di analisi estesa nei territori e di alta significato socio-economico. Ora, è vero che il tappetino rosso steso da Il Mattino ha consentito a Limone di dire tutto e non dire niente. Ma la lettura superficiale di quelle sue parole può indurre a pensare che l’Istituto Zooprofilattico, che, badate bene, non è un ospedale che cura appartenenti al genere umano, ma si occupa di forme di inquinamento ambientale e di animali, sia in possesso dell’autorizzazione del governo ad analizzare i tamponi del coronavirus.

E invece non è così. Se leggete l’autorizzazione, che troverete in calce all’articolo, vedrete che questa risale al 22 ottobre 2019, cioè ad un periodo in cui di coronavirus non si parlava neppure. Fosse stato un ospedale, il Cotugno, quelli di Caserta, di Salerno, di Avellino, si sarebbe potuto anche ammettere che l’autorizzazione a svolgere analisi sugli uomini e sulle donne potesse, per fondata estensione, abbracciare anche i tamponi covid-19. Ma qui siamo, come abbiamo scritto fin dal primo giorno, di fronte ad un Istituto Zooprofilattico. Cavolo, almeno un’autorizzazione specifica rispetto ad un’analisi, legata per giunta non ad un fenomeno circoscritto, ma ad una pandemia globale.

Domanda: ma a Roma, al ministero della Salute, ad Accredia lo sanno che allo Zooprofilattico hanno fatto migliaia e migliaia di tamponi (si fa per dire, perché li ha dati in service ad un laboratorio privato di Casalnuovo, a dimostrazione che l’accreditamento specifico non l’avrebbe mai potuto avere)?

Beh, se lo sa il direttore generale del ministero Silvio Borrello, un grande estimatore, un fan sfegatato, un amico vero di Antonio Limone, abbiamo la sensazione che non si possa sperare in un’adeguata riflessione.

Notizia finale: la gara delle 22 ore, quella aumm aumm, pubblicata e poi (s)pubblicata dalla Soresa è stata fatta. Tra i 4 laboratori privati che se la sono aggiudicati c’è, manco a dirlo, l’Ames di Casalnuovo, di Antonio Fico, cioè lo stesso laboratorio che senza autorizzazione, a partire dal giorno 26 marzo, data (come scoperto da noi di CasertaCe e NapoliCe) immediatamente successiva alla firma del contratto relativo ad una altro appalto, stavolta di 750 mila euro, aggiudicato ad Ames a dicembre (CLICCA QUI PER LEGGERE), ha cominciato, al grido filantropico e solidale “qua la pezza e qua il sapone” ad analizzare nei propri locali di Casalnuovo, con i propri macchinari, i tamponi che l’Istituto Zooprofilattico dichiarava, invece formalmente di esaminare in proprio, forte dell’immaginaria autorizzazione di ACCREDIA di cui Limone parla.

AMEN.