SINDACO ARRESTATO E GLI ALTRI NOMI. Ai domiciliari anche il consigliere comunale Nuzzo, l’ex assessore e la vicesindaca di Andrea Pirozzi. Voti in cambio di appalti al clan Massaro

22 Ottobre 2025 - 09:53

SANTA MARIA A VICO – Mancava solo il nome del sesto e ultimo arrestato, ma la sostanza del provvedimento della DDA di Napoli, eseguito dalla guardia di finanza di Marcianise, è ormai chiara.

Continuando quanto scritto in esclusiva questa mattina (CLICCA E LEGGI), sono agli arresti domiciliari il sindaco Andrea Pirozzi, il vicesindaco Veronica Biondo, l’ex assessore Marcantonio Ferrara e il consigliere comunale Giuseppe Nuzzo, tutti accusati – a vario titolo – di aver favorito il gruppo criminale riconducibile al clan Massaro, attivo sul territorio guidato dal ras Domenico Nuzzo detto Mimmariello, raggiunto in carcere dalla stessa ordinanza. Ultimo della lista, infine, Raffaele Piscitelli.


Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, hanno permesso di accertare che il sodalizio criminale avrebbe sostenuto alcuni candidati alle elezioni amministrative del 20 e 21 settembre 2020, garantendo voti in cambio di interventi amministrativi favorevoli agli interessi del clan.

Una vicenda che CasertaCe stava seguendo dal novembre del 2023, ricevendo anche accuse dagli odierni arrestati su un tentativo di calunniare l’amministrazione, quando in realtà questo giornale citava atti presenti in documenti ufficiali. Non sappiamo come finirà questa storia e Pirozzi e gli altri sono tutti innocenti fino a sentenza definitiva, ma forse non avevamo tutti i torti a raccontare questa vicenda (CLICCA E LEGGI L’ULTIMO ARTICOLO).

Il supporto elettorale ricevuto avrebbe determinato, da parte degli amministratori comunali, una piena disponibilità ad assecondare richieste provenienti dai pregiudicati, volte all’emanazione di atti pubblici funzionali alle attività del gruppo delinquenziale.

Il provvedimento cautelare in esecuzione rappresenta l’epilogo di una complessa e prolungata attività investigativa, che ha evidenziato gravi interferenze del potere criminale sulle dinamiche politiche locali, minando la trasparenza e la legalità dell’azione amministrativa.