SPACCIO DI DROGA IN FAMIGLIA. L’Antimafia chiede 16 anni di carcere per gli imputati

10 Gennaio 2024 - 11:44

SAN CIPRIANO D’AVERSA (l.v.r) – Sono arrivate le richieste di condanna del pubblico ministero della DDA di Napoli Ranieri nel processo, dinanzi al giudice per l’udienza preliminare Maria Gabriella Iagulli, a carico di sette persone, quasi tutte legate da un vincolo familiare, persone accusate a vario titolo di associazione finalizzata alla vendita di marijuana e hashish nell’Agro aversano.

Si trovano alla sbarra Davide Cioffo 25 anni, la nonna Angelina Cioffo, 68 anni, lo zio Raffaele Sapio, 45 anni, di San Cipriano d’Aversa e assistiti dai legali Giuseppe Scala Alessandra Cassandra. Con loro imputati anche Tommaso Corvino, il presunto promotore della banda, 30enne, e Lucia Corvino, 33 anni, anche loro di San Cipriano e difesi dagli avvocati Vittorio Caterino Carlo De Stavola, e Adriana Mottola, difesa dalla avvocato Mirella Baldascino.

Ad aver aiutato il funzionamento di questo gruppo, oltre ai vincoli di parentela, anche il fatto che, ad esclusione di Raffaele Sapio, tutti abitavano nella stessa via, senza uscita, a San Cipriano d’Aversa.

La procura Antimafia ha chiesto tre anni di carcere per Angelina Cioffo, due anni e 6 mesi, invece, per il nipote Davide Cioffo. Cinque anni e sei mesi di reclusione, poi, è stata la richiesta di condanna nei confronti di Tommaso Corvino, ritenuto il leader di questa organizzazione. Un anno ad Adriana Mottola, con una riqualificazione del reato e due mila euro di multa. Per Raffaele Sapio, infine, 20.000 euro di multa e quattro anni e 4 mesi di reclusione.