Ancora guai per Imperadore, mancata iscrizione in “White list”, revocato appalto
30 Novembre 2018 - 15:25
PIEDIMONTE MATESE – Il Comune di Piedimonte Matese ha revocato il contratto d’appalto per la raccolta dei rifiuti solidi urbani alla società Termotetti, oggi Nova Ecology srl, per la mancata iscrizione nella White list della Prefettura di CASERTA. Il provvedimento chiude un rapporto che durava da anni tra l’ente pubblico e l’azienda di servizi ambientali ubicata fino a qualche mese fa a Gioia Sannitica, Comune poco distante da Piedimonte; un rapporto caratterizzato da rilevanti grane giudiziarie, visto che la Termotetti, nel settembre 2016, fini’ al centro dell’indagine per tangenti e appalti pilotati nel settore dei rifiuti, denominata “Assopigliatutto“, e realizzata dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, che portò in carcere gli allora sindaci di Piedimonte, Enzo Cappello, e di Alvignano Angelo Di Costanzo – quest’ultimo era anche presidente della Provincia di Caserta – il patron dell’azienda Luigi Imperadore e il direttore operativo Francesco Raucci; tutti sono oggi liberi.
Sei mesi dopo scattò il commissariamento della Termotetti, che si concluse a fine 2017, quando la gestione aziendale passo’ da Imperadore al cognato. Ad inizio 2018 è poi arrivata l’interdittiva antimafia da parte della prefettura di Caserta, revocata poi a luglio dal Tar Campania, secondo cui la prefettura non avrebbe provato la continuità aziendale tra le due gestioni, quella di Imperadore e quella affidata al cognato.
Intanto la Termotetti ha cambiato denominazione, ora si chiama Nova Ecology srl, trasferendo la sede a Napoli, ma ciò non è bastato al Comune di Piedimonte Matese, che ha revocato comunque l’appalto ritenendo che tali novità non fossero sufficienti “a garantire che la ditta abbia i requisiti previsti dalla vigente normativa” e che “la sentenza del Tar non comporta la sussistenza ex se del requisito di iscrizione alla white list in capo alla Nova Ecology“.
Peraltro la prefettura di Caserta ha proposto appello al Consiglio di Stato che potrebbe quindi ripristinare l’interdittiva. Al momento l’azienda lavora ancora ad Alvignano, Casagiove e Galluccio.