Terrorizza anziana con l’arresto del figlio: “dammi dei soldi per aiutarlo”. CONDANNATO 25ENNE di AVERSA
18 Ottobre 2025 - 09:52

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AVERSA – Si è concluso con una riduzione di pena il processo d’appello per I.C.P., il 25enne di Aversa accusato di aver truffato un’anziana di 88 anni simulando il rischio di un arresto per suo figlio.
Nelle scorse ore la Corte d’Appello, accogliendo in parte le tesi della difesa, rappresentata dall’avvocato Gianfranco Carbone, ha ridotto la condanna a 2 anni e 4 mesi di reclusione. Un esito significativamente inferiore rispetto ai 4 anni inflitti in primo grado dal GUP (Giudice per le Udienze Preliminari) lo scorso febbraio, e ancor più rispetto agli 8 anni inizialmente richiesti dalla Procura.
La vicenda, come emerso in primo grado, risale all’11 maggio 2024, quando l’anziana donna, sola nella sua casa ad Aversa, ricevette una telefonata da un uomo che si spacciava per il direttore della sua banca. L’uomo le comunicò che avrebbe dovuto pagare una ingente somma di denaro a un suo “collaboratore” per evitare la carcerazione del figlio.
Poco dopo, la vittima ricevette una seconda chiamata da un altro uomo che si fingeva il figlio, il quale confermò la versione, approfittando così della vulnerabilità della donna. L’anziana, per scongiurare l’arresto del figlio, consegnò 25.000 euro in contanti e diversi monili d’oro a un complice che si presentò a casa sua.
Le indagini dei Carabinieri di Aversa, supportate da filmati di videosorveglianza e dall’analisi dei tabulati telefonici, portarono all’identificazione e all’arresto del 25enne. In primo grado, il GUP dott. Todisco aveva già scartato l’ipotesi di estorsione pluriaggravata, avanzata dalla Procura, per accogliere invece la tesi della difesa e configurare il reato come truffa aggravata “vessatoria”, condannando l’imputato a 4 anni.
In Appello, l’avvocato difensore è riuscito a ottenere un’ulteriore riduzione della pena, facendo escludere diverse aggravanti. La Corte d’Appello ha confermato l’impianto accusatorio della truffa aggravata, ma ha riconosciuto ulteriori attenuanti, riducendo, come scritto, la pena a 2 anni e 4 mesi.