Tre delitti di camorra. No allo sconto di pena per Domenico Belforte
15 Marzo 2022 - 10:56
MARCIANISE – La Corte di Cassazione ha “detto” no allo sconto di pena chiesto dal boss Domenico Belforte attraverso il vincolo della continuazione per tre omicidi commessi nell’ambito della faida di camorra marcianisana. La Suprema corte ha confermato quanto già espresso dai giudici del tribunale dell’esecuzione di Bergamo. Si tratta dei delitti di Angelo e Giovanni Piccolo e di Pasquale Dallarino. Ma per gli ermellini, i tre omicidi non rientrano in un unico disegno criiminale, da qui il no allo sconto di pena.
Il tribunale lombardo aveva stabilito che “i tre omicidi si inquadrano in una cornice ampia, costituita dalla lunga guerra di mafia che nel tempo ebbe un andamento altalenante per i due gruppi contrapposti a causa dell’incidenza di molteplici fattori, sia di carattere interno che esterno, come tradimenti, uccisioni, arresti, defezioni, alleanze con altri gruppi. La fluidità degli eventi emerge dall’accertamento compiuto dalle sentenze di condanne. Da queste si trae che l’omicidio di Pasquale Dallarino, pur riconducibile alla guerra di mafia, non ha un legame qualificato con gli omicidi di Angelo e Giovanni Piccolo, perché era stato preventivato molti anni prima rispetto alla sua esecuzione e perché era caratterizzato da una causale specifica di vendetta da parte di Domenico Belfiore per l’uccisione della Casella da parte del Dallarino. Gli omicidi dei fratelli Piccolo, considerato il lasso temporale intercorso tra l’uno e l’altro, non possono ritenersi oggetto di uni unico disegno criminoso”.