TUTTI I NOMI. 8 ARRESTI. Soldi del clan dei Casalesi riciclati nei rifiuti. Maxi sequestro di 11 milioni tra società, Ferrari e Rolex

2 Febbraio 2024 - 19:02

CALVI RISORTA/CASAL DI PRINCIPE – E’ da pochissimo terminata l’operazione del nucleo di polizia valutaria di Roma della guardia di finanza, ordinato dalla Direzione Dristrettuale Antimafia di Napoli, relativo agli otto arresti compiuti nelle scorse ore nel casertano.

Partiamo immediatamente dalle persone coinvolte nel blitz di questa mattina: Antonio Caliendo, 38enne di Casal di Principe, e Luca Antonio Iorio, 49enne di Calvi Risorta, sono i soggetti arrestati e finiti in carcere.

Misura degli arresti domiciliari, invece, nei confronti di Gaetano Marrapese, 49enne di Pastorano; Ersilia Carano, 59enne di Casal di Principe; Nicola Ferri, 69enne di San Marcellino; Nicolino Iorio, 79enne di Calvi Risorta e padre di Luca Antonio; Alfonsina Russo, 34enne di Casal di Principe; Silvana Delia Corvino, 68enne di Casal di Principe e madre di Antonio Caliendo.

Al centro delle indagini la società dei rifiuti Ambienta, nella quale Marrapese agiva come legale rappresentante, ma il dominus per gli inquirenti era Luca Antonio Iorio.

Ambienta avrebbe sostituito la Casertana Recuperi, destinataria in passato di provvedimenti interdittivi antimafia adottati per la partecipazione al suo interno di Vincenzo Abbate (di San Prisco), ritenuto imprenditore vicino al boss dei Casalesi Michele Zagaria

Il provvedimento restrittivo scaturisce da un’indagine che ha raccolto elementi probatori a carico di un gruppo di imprenditori, con base organizzativa in provincia di Caserta, dedito in modo sistematico alla commissione di reati
tributari.

Attraverso una società di gestione e smaltimento di rifiuti fittiziamente intestata a un “prestanome” ma, di fatto, riconducibile ad una compagine familiare vicina ad ambienti camorristici del clan dei Casalesi, gli ingenti flussi finanziari originati dalle attività illecite, venivano successivamente riciclati attraverso una rete di
persone fisiche e giuridiche accomunate da una medesima regia.

L’impresa di smaltimento dei rifiuti, già nel passato destinataria di provvedimenti interdittivi antimafia per la presenza di un socio esponente di spicco del clan dei Casalesi, avrebbe continuato ad operare, attraverso una nuova compagine,
nell’interesse del clan.

Le indagini tecniche e di tipo bancario hanno comunque consentito di appurare il rimpatrio di buona parte dei capitali di verosimile provenienza illecita, attraverso movimentazioni di denaro contante.