Uccisi a sangue freddo dai sicari del clan dei Casalesi, pochi minuti fa la sentenza. Ecco com’è andata al pentito Domenico Bidognetti, a Luigi De Vito e a Dell’Aversano
28 Febbraio 2024 - 16:36
L’epilogo del processo di primo grado, celebrato a Napoli, in quanto i tre hanno chiesto e ottenuto, a suo tempo, il rito abbreviato al cospetto di un gup.
CASAL DI PRINCIPE. Il gup del tribunale di Napoli Giovanna Cervo ha pronunciato la sentenza nei confronti degli imputati del duplice omicidio di Aurelio Nogarotto e Guerino Grieco, avvento diversi anni fa ad opera della fazione Bidognetti del clan dei Casalesi. Non è servito a Domenico Bidognetti lo status di collaboratore di giustizia, che probabilmente ha contribuito a svelare trama e dettagli di questo evento criminale, visto che, a fronte di una richiesta formulata nel dicembre scorso dal pubblico ministero della Dda, a 12 anni di reclusione, il fratello di Cicciotto e Mezzanotte è stato condannato a 20 anni. Esattamente la stessa pena comminata a Giuseppe Dell’Aversano (assistito dagli avvocati Paolo e Nicola Caterino) e a Luigi De Vito, quest’ultimo difeso dall’avvocato Mario Griffo.
Il duplice omicidio avvenne, come spesso è capitato nella storia del clan dei Casalesi, dentro ad una masseria sperduta nelle campagne di Santa Maria la Fossa, in quella piana dei Mazzoni che ha costituito per anni e anni un luogo in cui i boss e anche i semplici “soldati” del clan hanno fatto il bello e il cattivo tempo, muovendosi spesso dagli allevamenti bufalini che, peraltro, hanno costituito la prima attività di molte famiglie, a partire da quella degli Schiavone e a partire, soprattutto, da Cicciariello