Vabbe’, Giovanni Zannini ha scambiato il Consorzio Idrico per un bancomat: 12mila euro al suo avvocato alter ego Luigi Mordacchini

17 Giugno 2021 - 19:17

Ancora una volta rende penoso il lavoro di chi, come il sottoscritto, ha creduto in lui consegnandogli, come può ben testimoniare Giovanni Zappa, la città di Mondragone. Oramai siamo ad una condizione morale no limits

 

CASERTA/MONDRAGONE (g.g.) Lo diciamo con franchezza: sono articoli che non ci piace scrivere. Giovanni Zannini è stato un professionista ed un politico (l’uso del passato è puramente voluto) che ha avuto rapporti con questo giornale e con chi lo dirige molto buoni. Abbiamo accompagnato e assecondato la sua battaglia politica condotta contro l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Giovanni Schiappa. I temi, le argomentazioni, i contenuti di quel fronte politico erano da noi condivisi in quanto incorporavano tante, ma proprio tante ragioni.

Proprio in quanto siamo stati diretti protagonisti e, diciamocela tutta, anche artefici dell’epilogo di quella fase politica che ha aperto la strada, anzi, un’autostrada davanti a Giovanni Zannini, ci siamo permessi ultimamente di esprimere forti riserve sulla quella che a noi appare come una perdita effettiva del senso della realtà, del senso delle cose. Insomma, non si tratta di un problema di tipo politico, che si specifica in fatti ben precisi, ma di una modalità, trasformatasi in prassi abituale stabilmente e quotidianamente esercitata, attraverso cui Giovanni Zannini definisce questa sua attitudine come unico fattore agente e determinante del suo successo elettorale.

In realtà non è così. O meglio, è vero che Giovanni Zannini applichi moltissimo tempo alle sue pratiche di consigliere regionale, ma questa dedizione è spesa esclusivamente sul terreno e la cura spasmodica, parossistica di ogni forma di clientela, grande o piccola che sia. In sostanza, Giovanni Zannini opera moltissimo (opera, non lavora) ma non orienta il suo agire al bene comune, perché anche l’arrivo di un finanziamento ad un comune, ad un sindaco non è mai frutto di un’attività di respiro e di dignità più ampie, non è mai declinata come consapevole intervento di spesa pubblica rispetto al quale siano chiari i vantaggi per i cittadini, mentre chiari sono altri fondamenti e cioè le gare di appalto e gli affidamenti che del trasferimento di risorse rappresentano l’autentico motore. Potremmo citare tantissimi casi, eventualmente lo faremo nei prossimi giorni. Il problema è che tutto quello che di brutto, di bruttissimo, ha compiuto negli ultimi tempi Giovanni Zannini nei confronti della politica sembra essere il percorso disegnato su un piano inclinato, in una sorta di discesa che conduce ad un pozzo senza fondo.

Zannini no limits. Ultimamente, ritenendo che chi scrive sia un fesso e non invece chi lo ha guidato, credendo nella causa per cui combatteva, alla conquista dell’amministrazione comunale di Mondragone, vero ed unico trampolino di lancio della sua carriera politica, si è messo a negare tutto, disegnando probabilmente i nostri connotati come quelli di una qualsiasi moglie alla quale connettersi, nel momento in cui questa ha scoperto una scappatella del marito, nel seguente modo: negare, negare, negare anche davanti all’evidenza. Così ha fatto per l’incredibile subemendamento presentato per le cave, rispetto al quale continua, applicando l’adagio appena citato, a dire sfrontatamente che lui si è mosso per salvaguardare l’ambiente, come se inserire una deroga tecnicamente criminogena che avrebbe consentito ai cavaioli in possesso dei soli placet di una conferenza di servizio ma non della formale autorizzazione, di derogare al divieto di svolgere ogni attività nelle cosiddette zone contigue a quelle di pregio ambientale utilizzate nella prima parte dell’emendamento come oggetto di depistaggio.

Negare, negare, negare anche davanti all’evidenza: Zannini nega di aver portato la consigliera comunale di Aversa Federica Turco negli uffici dell’Asl di Caserta, raccontando una bugia; Zannini nega di aver partecipato attivamente e, aggiungiamo noi, incredibilmente, alla stesura del verbale della recente assemblea (si fa per dire, mezzo sindaco presente e tutte deleghe) del Consorzio Idrico di Terra di Lavoro. Mente, sapendo di mentire, ma se in qualche modo la regola che il marito fedifrago funziona, perché non traslarla anche ad altri contesti? All’inizio abbiamo scritto che non ci piace trattare questi argomenti perché quella di Zannini è una mia sconfitta ed è una sconfitta di Casertace che comunque nel momento in cui denuncia il malaffare, la mala politica, ha il dovere di provare a capire se nel territorio ci siano delle persone diverse da quelle storicamente impegnate nella gestione della cosa pubblica.

E così, come a Fiorella Mannoia in una canzone scrittale da Ligabue, qualche uomo “le era solo sembrato” così Zannini è stato per noi di Casertace: ci era sembrato ma non è. Perché se uno nega di aver svolto e di svolgere un’attività impropria all’interno di un ente territoriale pubblico come è il Consorzio Idrico di Terra di Lavoro, deve dire poi come mai ci troviamo di fronte a un’altra porcheria come quella che pubblichiamo in calce a questo articolo.

Forza, Giovanni, dimmi ancora una volta che non è così. Tu sai ed io so molto dettagliatamente, quale sia il tuo rapporto con il buon Luigi Mordacchini; sai bene che io so che il buon Luigi Mordacchini è la tua ombra, la tua propaggine, quello che sta portando avanti il tuo studio legale di Mondragone.

Ma cavolo, pagatelo tu che male non te la passi con lo stipendio che prendi da consigliere regionale. Pagatelo tu e non lo mettere a carico della spesa pubblica, del cittadino contribuente che ancora una volta sconta, in questo autentico verminaio casertano, popolato da enti strumentali che hanno accumulato centinaia e centinaia di milioni di euro di debiti senza che chi di dovere, anche  simbolicamente mandasse uno, ma proprio un solo avviso di garanzia. E basta. Mordacchini dovrebbe svolgere, secondo questa roba che chiamare determina è veramente troppo, una funzione di controllo, di gendarmeria, di tutore della sicurezza del Consorzio Idrico in modo che, veramente c’è da scompisciarsi dalle risate, chi ha fatto della danza perpetua attorno a quel crinale che separa ciò che è legale, magari eticamente riprovevole, ma comunque formalmente legale, da quello che legale non è. Dodicimila euro per un anno. Giovanni, ma niente a niente ti sei fatto l’idea che il Consorzio Idrico sia di tua proprietà, che l’abbia comprato in qualche svendita o nelle aree di esposizione dell’Ikea?

Datti una regolata e pensa che nella vita ci si deve anche saper accontentare degli obiettivi raggiunti. E dato che siamo in vena di citazioni, altro che Socrate e Platone, ti regaliamo una Jo Squillo e una Sabrina Salerno d’annata: “Attento, che cadi”.