VERSO LE ELEZIONI. Ops, un marziano è sceso a MARCIANISE. Antonio Trombetta, che sul pianeta rossa ha abitato dal 2016, ha ricevuto Angela Letizia per fare l’accordo con Velardi. Roba dell’altro mondo

8 Aprile 2023 - 19:30

Invece di pensare alle lettere anonime, la consigliera regionale Maria Luigia Iodice si concentrasse sull’inquietante, sconcertante strategia messa in atto dal suo candidato sindaco. Infatti, è vero che non c’è limite al peggio, ma al dottor Trombetta vorremmo ricordare che Nicola Scognamiglio ha fatto parte del gruppo dei duri oppositori dell’ex sindaco. Un ultras, di cui ben comprendevamo il motivo della sua posizione, anche se siamo stati costretti addirittura ad intervenire per moderare certe parole, certe accessi. Perché noi ritenevamo (e riteniamo) che ad insulti non si risponde ad altri insulti, ma con argomenti, con lo studio, l’analisi e un ortodosso quanto duro scontro politico

MARCIANISE (gianluigi guarino) – Le lettere anonime hanno sempre fatto parte della narrazione delle campagne elettorali. Questo accade soprattutto nei comuni più piccoli, ma capita anche in quelli di medie dimensioni.

Figuriamoci, poi, in un posto come Marcianise (nel quale il ben noto Saladino ha proceduto, alla vigilia della terza Crociata, al sistematico avvelenamento di tutti i pozzi) può sfuggire a questa tradizione, a questo rituale tipico delle contese elettorali che coinvolgono gente che, di solito, partecipa poco o non partecipa proprio alla politica come fatto nazionale o regionale, ma che scende in campo con i propri familiari e con tante persone che non hanno grandi cognizioni della politica politicante.

Per cui, tutto ‘sto casino che sta facendo la consigliera regionale Maria Luigia Iodice, la quale informa urbi et orbi che qualche mano furtiva ha adagiato una lettera anonima sotto alla sua porta, non è che si capisce granché.

E’ vero che in campagna elettorale tutto fa brodo e nulla è proibito sul terreno della propaganda. Ma menare scandalo perché qualcuno ha scritto cose negative nei confronti del candidato sindaco Antonio Trombetta sembra eccessivo, dato che in un contesto del genere ci sta tranquillamente che qualcuno mesti nel torbido.

E che dovrebbe dire, allora, il sottoscritto davanti a tutte le contumelie anonime che ha ascoltato e letto negli ultimi anni? Insulti gratuiti in riscontro ad articoli che, quand’anche duri, rigorosi, sanguigni, intransigenti, spesso crudi, sono sempre e comunque partiti dall’analisi di un fatto, non da un tratto genetico di una persona e mai e poi mai da affermazioni apodittiche basate su “verità a priori”.

Per di più, in queste ore, Antonio Trombetta ci sta mettendo del suo per entrare nell’occhio del ciclone. Probabilmente, la consigliera regionale Iodice dovrebbe concentrare la sua attenzione e forse anche la sua preoccupazione, invece che sulle lettere anonimo, alle concrete azioni a ruota libera che il suo candidato sindaco sta attuando.

E qui dobbiamo necessariamente ingentilire la trattazione, per creare un deterrente che, possibilmente, eviti ciò che è capitato negli anni con Antonio Tartaglione, Tonino De Angelis e Antonello Velardi: ovvero che un’altra persona, la quale, evidentemente, non si è accorta di nulla, che è vissuta su un altro pianeta negli ultimi 6/7 anni, cominci anche lui ad incazzarsi, rifugiandosi nell’alfabeto dell’attacco personale, sommario e lapidario, non potendo opporre argomenti politici o argomenti tout-court a ciò che sosteniamo.

Ingentiliamo citando uno scrittore che ci consente di giocare in casa, vista che tutta quanta la parabola culturale di Ennio Flaiano ha trovato una sua risoluzione, il suo punto di definizione in un liberalismo disincantato e in grado, parafrasando un verso di una canzone di Francesco De Gregori, di uccidere con la sua fantasia e la sua goliardia il conformismo e i costumi della peggiore Italia che andava configurandosi.

Una delle opere più importanti di colui che ha fatto la fortuna di Federico Fellini, avendo sceneggiato tutti i più grandi successi da Oscar del regista romagnolo, si chiama Un marziano a Roma.

Siccome il sottoscritto sta a Flaiano come Marcianise sta a Roma, dobbiamo accontentarci di una riedizione a basso costo che intitoleremo Un marziano a Marcianise.

E sì, perchè questo qua, Antonio Trombetta, lì è stato, nel pianeta rosso, dal 2016 ad oggi. E allora, siccome queste elezioni si fanno nel 2023 e non possono non tenere conto di quello che è successo negli ultimi anni, domandi al suo inventore politico, Nicola Scognamiglio, in che modo si è svolta la dialettica, ma potremmo dire meglio, in che modo si è declinato il lessico nei confronti di Antonello Velardi e della sua esperienza da sindaco?

Guardi, dottore Trombetta, solo il sottoscritto almeno in 4/5 occasioni (di cui ne ricordiamo 2 al tavolo del prode Vincenzo Barbato, in arte Lemon, titolare di un buon ristorante che ha solo il torto di avere sede nella città di Caserta, e un’altra volta sotto un gazebo impagliato del lido Selene in Serapo, Gaeta) ho dovuto moderare io – e figuriamoci – la veemenza verbale di Scognamiglio e i suoi pesantissimi giudizi nei confronti di Velardi.

Al tempo, ammonii il simpatico Nicola: “le battaglie politiche si conducono sugli argomenti e non con gli epiteti, magari pescati nel glossario della veterinaria suina”.

Più volte mi sono dissociato da questo metodo di cui, però, comprendevo, in qualche modo, la motivazione, visto e considerato che anche Scognamiglio, come moltissimi marcianisani, si sentiva toccato da tante malevolenze, da tante allusioni, da diversi post pubblicati dall’allora sindaco il quale, com’è successo con tutti, anche e soprattutto con il sottoscritto, non ha mai avuto il coraggio e gli attributi per fare i nomi.

Insomma, nel suo approccio naif, nel suo discutere con me ai 40° del lido Selene (in un giorno in cui non riuscii in nessun modo, nonostante i tentativi telefonici, a coinvolgere in quel divertente convivio la dottoressa Maria Luigia Iodice, che non ne volle sapere di scendere al lido), l’unica cosa che si poteva contestare a Scognamiglio era la forma, non certo la sostanza.

Ora, cosa c’azzecca con tutto ciò, cosa c’azzecca con gli anni di una battaglia sacrosanta e combattuta, in qualche modo, insieme a noi, anche da Scognamiglio, la decisione del marziano a Marcianise di ricevere personalmente Angela Letizia, che poi vuol dire, in sostanza, ricevere direttamente Antonello Velardi?

Guardate, se noi scriviamo questa cosa è perché un post, pubblicato su Facebook da Giovan Battista Valentino e che vi riportiamo integralmente in calce, insieme ad una frase scritta dalla stessa Letizia e approvata all’unisono sia da Velarsi, sia da Antonio Trombetta, ha dato in sostanza conferma ad indiscrezioni a cui non volevamo credere.

Sempre il buon Nicola Scognamiglio ha reagito negativamente, potremmo dire meglio, comprensibilmente, in maniera negativa, al nostro articolo (PUOI LEGGERLO CLICCANDO QUI) sull’incontro tête-à-tête tra Trombetta e Giovanni Zannini. Non poteva non dire così il buon Scognamiglio.

E né noi possiamo pretendere che il candidato sindaco Antonio Trombetta debba chiedere il permesso al suo creatore politico, ovvero Scognamiglio, per incontrare quello che comunque è stato e sarà un competitor elettorale di sua moglie alle prossime elezioni regionali.

Però, almeno ad avvertirlo, e che cavolo! Scognamiglio ha dovuto apprendere questa cosa da persone terze.

Ed ecco perché abbiamo ritenuto che Antonio Trombetta, il marziano a Marcianise, sia stato colpito da una sindrome tipica dei cosiddetti neofiti che arrivano in politica, magari in un’età già avanzata, e che li porta, dopo un paio di settimane dall’investitura, a pensare che tutti quelli che sono stati lavori preparatori, il percorso e i motivi stessi per cui si è arrivati ad una candidatura a sindaco, possano essere dimenticati, rimossi, derubricati.

Per cui, oggi, Antonio Trombetta imbarcherebbe finanche il diavolo pur di vincere le elezioni. D’altronde, lui non c’era, insieme al sottoscritto e a Scognamiglio, né al tavolo del ristorante del simpatico Lemon, né al lido Selene. E nemmeno nelle centinaia e centinaia di giornate in cui questo giornale si è letteralmente spaccato il culo per studiare atti amministrativi, leggi e tanto altro, in modo da scrivere articoli di dura critica nei confronti di quello che è stato un vero e proprio sistema neo-feudale da parte di un sindaco che ha ritenuto Marcianise una sua signoria.

Sempre la sindrome di cui prima consiste, dunque, in una sorta di stranimento tramortito, in una sorta di dissociazione dalla realtà, dovuta alle vertigini di un’improvvisa notorietà, che fa pensare a chi è stato scelto da politici titolari di un consenso corposo, vedi Maria Luigia Iodice, Zinzi, Pasquale Salzillo eccetera, che, tutto sommato, di questi politici si può anche fare a meno, visto che il principale se non unico valore dell’operazione elettorale è costituito dalla concessione, dall’onore di cui il neofita di turno, nel caso di specie il marziano a Marcianise Trombetta, ha gratificato chi è andato quasi in ginocchio, in stile tre magi alla capanna, ad implorarlo di scendere in campo.

A coloro i quali hanno sostenuto, all’indomani del nostro primo articolo, che questa ricostruzione sia stata suggestiva, non abbiamo nemmeno la necessità di rispondere. Rispondono i fatti.

Ma lei, dottore Trombetta, pensa seriamente di inserire nelle sue liste Angela Letizia o chi per essa, per assecondare la banalissima ed evidentissima strategia del Velardi,il quale, avendo individuato, nella coalizione che la sostiene un tratto di alta disomogeneità, sa bene che nel momento in cui riuscisse a piazzare in consiglio comunale due o anche tre eletti, il suo peso specifico, il potere di condizionamento, tornerebbero ad alzarsi, nel momento in cui sorgessero, così come sicuramente sorgeranno al tempo in cui si svolgeranno le prossime elezioni regionali, problemi di dialogo tra la componente di Nicola Scognamiglio e quella di Gianpiero Zinzi.

Anche un bambino lo capirebbe. Ma purtroppo, Antonio Trombetta legge gli eventi solo in funzione degli esiti elettorali. Si muove come se i voti li avesse lui e non Scognamiglio, Iodice, Zinzi, Salzillo eccetera.

Siamo, però, fiduciosi che gli stessi Nicola Scognamiglio e Gianpiero Zinzi eviteranno lo sperpetuo.

Perché se Marcianise si è liberata di quello che abbiamo definito il giogo dell’accidia, della cattiveria, occorrerebbe che le due coalizioni in campo, pur combattendosi senza esclusione di colpi, come è giusto fare in campagna elettorale, firmassero una sorta di Convenzione di Ginevra, magari garanti noi di CasertaCe, per mettere al bando il Velardismo.

Un qualcosa che non c’entra con la persona di Antonello Velardi in quanto tale, ma è un modo di piegare gli interessi della città alle ragioni di uno strettissimo gruppo di politici e di imprenditori.

Nei Paesi del common law si chiama “gentlemen’s agreement”, un patto tra gentiluomini: massacriamoci pure in campagna elettorale, ma su una cosa siamo d’accordo: i mercanti devono stare fuori dal tempio.