440 mila euro per lavori della provincia di CASERTA alla società dell’ex presidente della Nocerina condannato per tentato omicidio e “socialmente pericoloso”

1 Novembre 2022 - 17:00

Questa la frase con cui il 7 ottobre 2021 il tribunale Misure di Prevenzione di Salerno ha motivato, tra le altre cose, la decisione di sequestrare (e poi confiscare) beni dal valore di 7 milioni di euro all’imprenditore salernitano. E mentre succedeva tutto ciò, la sua Infrastrutture Stradali – attualmente sotto amministrazione giudiziaria – risultava vincitrice di una lucrosa commessa alla provincia di Caserta

CASERTA (l.v.r.) – Pare non esserci pace attorno agli affidamenti, alle gare che la provincia di Caserta del presidente Giorgio Magliocca ha bandito nell’ultimo anno.

Nei giorni scorsi sono emerse, grazie al lavoro che questo giornale fa con caparbietà solitaria, le commesse dirette, quindi tramite nomina arbitraria del dirigente, ovvero Paolo Madonna, che hanno favorito la Co.Bi. Costruzioni di Ernesto Biffaro, cugino di Fabio Oreste Luongo, una società coinvolta nelle operazioni per truccare gli appalti al Cira di Capua da parte degli imprenditori Orsi, vicino a Nicola Schiavone, secondo le indagini della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, e nel precedente articolo la storia della Cogesa di Vincenzo Corvino, anche questa impresa premiata dalla provincia di Caserta per dei lavori dal valore iniziale di 630 mila euro, società ritenuta dal pubblico ministero Antonello Ardituro della Dda come una ditta utilizzata da Dante

Apicella e Antonio Magliulo per riciclare denaro sporco del clan dei Casalesi, attraverso il sistema del cambio assegni, ripulire denaro tramite l’aiuto di aziende cosiddette pulite.

Ora andiamo a vedere che poche ore fa la Provincia di Caserta, con una determinata dal dirigente Gerardo Palmieri, ha approvato lo schema di contratto definitivo per i lavori di manutenzione straordinaria delle strade provinciali di Brezza, Mondragone, Carinola e Rocchetta e Croce.

Si tratta di una procedura di gara dall’importo complessivo di quasi 800 mila euro, lavori finanziati attraverso un decreto del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

Tra le imprese in gara, la società ad aver portato in via Lubich la migliore offerta, secondo quanto emerso dai verbali di gara, è stata la Infrastrutture Stradali di Nocera Superiore, la quale ha presentato un ribasso del 38,43% sull’importo a base d’asta di 716 mila e 750 euro, quindi per un importo netto di 441 mila e 268 euro.

Si tratta di una procedura aperta, aggiudicata tramite il criterio del prezzo più basso e che ha visto partecipare 255 ditte.

Come detto, tra tutte queste, l’offerta migliore è stata quella della Infrastrutture Stradali.

Se qui in Terra di Lavoro questa azienda non dice niente, la società è molto nota nel salernitano poiché ritenuta nelle mani di Giovanni Citarella.

Si tratta di un imprenditore, ex presidente della Nocerina, dichiarato dall procura Antimafia di Salerno come “socialmente pericoloso” e ritenuto vicino a clan camorristici.

Accusato di intestazione fittizia di beni e reati contro la pubblica amministrazione, il 7 ottobre 2021 ha ricevuto un sequestro dal valore di 7 milioni di euro, divenuto una confisca dopo il provvedimento emesso dalla sezione Misure di Prevenzione del tribunale di Salerno lo scorso agosto.

Giovanni Citarella è il figlio di Gennaro Citarella, ucciso negli anni novanta in un agguato camorristico, in quanto ritenuto appartenente alla famiglia criminale del boss Carmine Alfieri. Il padre, secondo le ricostruzioni dell’Antimafia, ricopriva un ruolo predominante nel clan, nel settore dell’infiltrazione nei lavori pubblici.

Alfieri, Citarella e il capoclan, poi pentitosi, Pasquale Galasso, sono stati condannati in via definitiva per concorso nel reato di tentato omicidio di stampo mafioso di Carmine Prete, avvenuto ai confini tra Nocera Inferiore e Nocera Superiore nel 1991, con sentenza divenuta irrevocabile nel 2001.

Secondo le indagini del Gruppo d’investigazione sulla criminalità organizzata delle Fiamme Gialle di Salerno che hanno portato al sequestro di un anno fa, Citarella viveva in maniera totalmente diversa rispetto ai redditi dichiarati, utilizzando spesso dei familiari come prestanome, in modo da schermare la reale titolarità dei beni posseduti.

La società Infrastrutture Stradali è una di quelle che è stata poi ricondotta a lui.

Questa impresa, dopo essersi risultata vincitrice di una gara d’appalto dal valore di 5 milioni di euro indetta dall’Anas, è rientrata, dopo variazioni della compagine societaria, nuovamente nelle disponibilità dei familiari di Citarella a un prezzo di cessione bassissimo, simbolico.

Quindi, mentre succedeva tutto questo a Salerno e dintorni, l’amministrazione provinciale di Caserta affidava questi lavori proprio all’impresa di Citarella.

La infrastrutture stradali al momento della aggiudicazione, era da poco passata sotto amministrazione controllata, ovvero sotto la gestione degli amministratori giudiziari nominati dal tribunale di Salerno che hanno il compito di garantire il completamento delle commesse pubbliche e il mantenimento dei posti di lavoro; mentre, quando ha partecipato alla gara e ha inviato la sua offerta, era saldamente nelle mani di Giovanni Citarella.

Questo vuol dire che l’affidamento alla Infrastrutture Stradali era illegittimo? No, perché non è scattata l’interdittiva antimafia, ovvero quel provvedimento della prefettura competente che cancella dalla White List le imprese e quindi rende impossibile l’aggiudicazione di gare a queste società, bensì c’è stata l’attivazione del procedimento di amministrazione giudiziaria, attivato dal tribunale Misure di Prevenzione di Salerno.

In buona sostanza, la società resta in vita, ma gestita dal tribunale attraverso degli esperti nominati dalla corte.

Ciò non toglie che, dopo il caso della Co.Bi., dopo il caso di Cogesa, anche la storia delle Infrastrutture Stradali rientra nel novero di quelle procedure d’appalto finite in mano a personaggi discutibili ad aziende con il curriculum non esattamente immacolato.

Sembra quasi che il presidente Magliocca e l’Ufficio Tecnico della provincia di Caserta non riescano a fare a meno di beccare per le commesse pubbliche società dal passato, diciamo così, burrascoso. Quasi come se ci fosse in atto un tentativo di attivare percorso di redenzione, da far partire proprio dall’amministrazione provinciale di Terra di Lavoro per certe imprese e certi imprenditori.

QUI SOTTO LA PROPOSTA DI AGGIUDICAZIONE E L’APPROVAZIONE DEL CONTRATTO TRA LA SOCIETA’ E LA PROVINCIA DI CASERTA