Più scaviamo e più ci sembra fantascientifico che i dirigenti di questo carrozzone prendano stipendi da 5.000 e 3.000 euro cadauno

8 Aprile 2018 - 00:00

CASERTA (Gianluigi Guarino) – Il Comune di San Marcellino è debitore del Consorzio Idrico di Terra di Lavoro per una cifra di circa nove milioni di euro. Dunque dovrebbe essere messo alla porta, per logica e per diritto.
Tra qualche giorno, nell’orrendo pastrocchio partitocratico partorito nelle segrete stanze, Anacleto Colombiano diventerà al contrario vice Presidente dell’Assemblea dei Sindaci in rappresentanza del Comune di San Marcellino, moroso per una cifra che nei tempi della lira sarebbe equivalsa a diciotto miliardi.
L’esempio serve. Perchè al di là di tutto, perché al di là del fatto che nella gestione più minuta del Cosorzio, che andreamo ad analizzare, ci imbatteremo in pratiche clientelari molto più rozze ed elementari di questa appena descritta, il fatto di San Marcellino è emblematico della considerazione esistente nella governance (si fa per dire) del Consorzio, delle ragioni del pubblico interesse e di quelle del privato, privatissimo, interesse, che ancora oggi considera la cosa pubblica come una mucca da mungere allo scopo di costruirsi posizioni economiche di primo livello.
Parlare del Consorzio Idrico di Terra di Lavoro significa varcare finanche i confini del racconto che ogni giorno facciamo delle angherie, delle turpitudini che si consumano in altri enti locali. Nel Consorzio Idrico siamo al di sopra di ogni immaginazione.
Avremmo voluto stabilire un confronto democratico con il Presidente Di

Biasio partendo dalle espressioni ufficiali della potestà amministrativa: le delibere, le determine e gli altri atti ordinativi.
Per dirla in dialetto, “vedi se sei cazzo di trovarne una all’interno dell’albo pretorio”? Tutto secretato.
Noi non abbiamo poteri di polizia giudiziaria, ma auspichiamo che quest’ultima possa assumere tali documenti, questi atti di governo erogati da persone che, solo di stipendio, sono costati alla collettività mezzo milione di euro all’anno tra emolumenti netti e contributi previdenziali.
Ad un giornale come il nostro, che crede nel bene comune come finalità prevalente rispetto ad ogni pur legittima aspirazione personale, non resta altro da fare se non formulare delle domande al Presidente Di Biasio.
Ciò allo scopo di capire se nel Consorzio esiste un ‘sistema-Di Biasio’, che non necessariamente è un sistema negativo che balla attorno alla linea perimetrale che discrimina ciò che è legale e ciò che legale non è. Semplicemente un sistema suo.
Prima domanda: premesso che lo studio legale di Caserta D’Angiolella è formato da ottimi professionisti, ci dice, Presidente, quanti e quali incarichi professionali ha ricevuto il citato studio?
Seconda domanda: in questo studio ha lavorato, e lavora tuttora, sua figlia?
Terza domanda: uno o più tra suoi congiunti sono stati assunti dalla Pubbliservizi che da anni gestisce la riscossione dei tributi e si è aggiudicata, pochi giorni fa, una gara in solitaria da 5 milioni di euro?
La domanda riguarda gli assunti che possono andare dal numero due in su. Perchè sul numero uno non c’è dubbio: Francesco Razzino sarà, e non nutriamo dubbi in proposito, anche il miglior impiegato del mondo, ma è suo nipote, caro Presidente Di Biasio. Dunque il nipote di un Presidente, come lei Di Biasio, che prende 5.000 euro netti al mese e che, con Pubbliservizi, ha un rapporto diretto di fornitura che viene pagata, sempre con i soldi dei cittadini, milioni e milioni di euro. 
Quarta domanda: avete assunto un addetto stampa di Sparanise, Comune che oggi si avvia ad esprimere un Consigliere di Amministrazione ed anche un Presidente dell’Assemblea? Questo addetto stampa, peraltro brava persona che conosciamo da anni e che di nome fa Ilario Capanna, quanto guadagna al mese? E che tipo di contratto ha firmato? Quanti comunicati erogherà in un anno?
Quinta domanda: quanti incarichi ha ricevuto il pregevolissimo avvocato Federica Lombardi di Sessa Aurunca dal Consorzio? Esiste una relazione di conoscenza e di reciproca stima tra il Presidente dell’Assemblea Gianfranco L’Arco e la suddetta professionista?
Sesta domanda: quanti incarichi ha ricevuto Felice Del Monaco o persone a lui vicine?
Settima domanda: l’impresa Barbarano di Marcianise, di cui è titolare il suocero del Consigliere Comunale velardiano Giovanbattista Valentino, ha ricevuto affidamenti diretti per lavori dal Consorzio? E la moglie di Valentino, cioè Rachele Barbarano ha ricevuto incarichi legali dal Consorzio?
Ottava domanda: l’impresa di Valentino Vincenzo di Santa Maria a Vico ha lavorato, a che titolo ed in che modo, per il Consorzio Idrico? risultano rapporti di reciproca stima tra questa impresa e quello che dovrebbe essere ormai l’ex vice Presidente Raffaele Palmieri?
Nona domanda: l’ottimo avvocato di Teano Giustina Di Martino, iscritta all’ordine dal 13 febbraio 2015, ha ricevuto incarichi professionali dal Consorzio?
Queste le domande. Se Lei, Presidente, risponde con precisione, senza divagare e senza ciurlare nel manico, glielo riconosceremo senza problemi. Se inece risposte non arriveranno, sarà giusto continuare questa battaglia che non può prescindere dalla sua decisione di rispondere o non rispondere, dalla drastica riduzione del suo stipendio, di quelli dei Consiglieri di Amministrazione e di quelli garantiti, incredibilmente, anche al Presidente e al vice Presidente dell’Assemblea.