Il question time dell’altra sera ha delineato uno spaccato ancora più inquietante rispetto a quello che avevamo elaborato noi nel nostro articolo
12 Aprile 2018 - 00:00
SANTA MARIA CAPUA VETERE – La realtà è andata anche al di la di quella che sembrava una vicenda già di per se inquietante.
L’altra sera, durante il question time, ispirato dalle interrogazioni, firmate dai consiglieri comunali del Pd, si è scoperta, infatti, una verità ancora peggiore di quella da noi ipotizzata in un articolo scritto nei giorni scorsi: le famose buste aperte, che hanno bloccato la procedura per l’assegnazione dell’appalto, e che appalto, per la raccolta dei rifiuti nella città di Santa Maria Capua Vetere, non riguardava i plichi contenenti le offerte tecniche o economiche, ma addirittura le buste che servivano ad aggiudicare ad un professionista o ad uno studio di professionisti, la redazione del piano industriale, propedeutico alla gara vera e propria.
Ora, si capisce che al di la del fatto che a nostro avviso, ha rilevanza penale e che giustamente il Pd ritiene di dover spedire, con tutta la documentazione alla procura della repubblica, c’è anche un secondo effetto molto serio: per usare un’espressione gergale, a Santa Maria Capua Vetere, sul fronte dei rifiuti ‘siamo ai piedi di Pilato‘. Cioè a zero.
Non è che si sia riusciti a capire bene che tipo di relazione in questo momento lega il comune alla Dhi, società che materialmente si sta occupando della raccolta dei rifiuti. E nè ci aiuta quell’allusivo ‘di fatto’ messo nero subianco nel comunicato del Pd locale [CLICCA QUI PER LEGGERE].
Comunque, dovendo ripartire con le procedure del piano industriale, se va tutto bene, passerà un anno. Ma non è improbabile che la decisione del partito democratico di spedire tutti i documenti in procura possa in qualche modo chiarire una vicenda che tutto è fuorhcè limpida e chiara.