Il pettegolezzo sulle corna del boss finisce nel sangue. Condanna definitiva per due fratelli e l’autista del commando

29 Maggio 2020 - 17:57

ORTA DI ATELLA (red.cro.) –  I giudici della prima sezione penale della Corte di cassazione hanno confermato la condanna per Mario Russo, ritenuto il mandante degli agguati, 37enne di Orta di Atella, Terenzio Natale Lettucci, 41enne di Caivano, ritenuto l’autista e occultatore dell’arma del delitto, e Emilio Russo, 30enne, fratello di Mario, sentenza già comminata in primo grado e parzialmente riformata in Appello per un duplice tentato omicidio.

Il primo episodio si è verificato nel settembre 2016, quando il commando esplose diversi colpi nei confronti di Giuseppe Telese e sua madre, Amalia Sepe. Durante l’operazione, uno dei due killer, portò via della donna il bimbo che teneva in braccio, con l’altro che esplose i diversi colpi d’arma da fuoco che colpiscono il figlio, Giuseppe, e la donna. Entrambi restano feriti in modo non grave. L’uomo all’inguine e la madre all’addome.

L’agguato era nato da un pettegolezzo circolato in quel di Caivano. Le maldicenze furono messe in circolo da una donna sulla presunta relazione che la compagna del capo del clan Ciccarelli di Caivano, Mario Russo. Il secondo raid, invece, fu commesso nei confronti di Nunzio Montesano, tra gli autori del primo tentato omicidio e per il quale si è proceduto con un processo diverso. Il motivo per cui Montesano fu raggiunto da 4 colpi di pistola era legato al fallimento del primo attentato, per evitare un “incidente diplomatico” tra i Russo ed i clan napoletani nel territorio.