False assicurazioni. Ecco le “lavatrici”: I NOMI e l’elenco di tutte le SOCIETA’ dell’agro aversano e dell’Appia-CASAPULLA, MOTORI e SCOMMESSE, che hanno autoriciclato una montagna di quattrini

18 Luglio 2020 - 13:45

Le trame dei fratelli Catena e del maceratese Salvatore Piccerillo. Vi spieghiamo anche il motivo tecnico giuridico della contestazione di questo particolare tipo di reato 

 

VILLA LITERNO(g.g.) Nelle nostre attività di approfondimento degli atti giudiziari, soprattutto delle ordinanze, contenenti misure cautelari di vario genere, firmate da un gip di un tribunale, noi ci sforziamo di mettere ordine nel senso della semplificazione, della schematizzazione di un ragionamento che parte da un atto di accusa da parte di una Procura e termina con un provvedimento del tribunale che può accogliere in toto, parzialmente, solo limitamente o anche per nulla, le richieste dei pubblici ministeri.

Nella vicenda delle false assicurazioni e del sistema proiettato nel presente, fondamentalmente digitale, abbiamo sintetizzato i tratti salienti dell’accusa fondamentale: 35 persone, in vario modo e a vario titolo, hanno partecipato ad un’associazione a delinquere, finalizzata alla commissione di diversi reati e in grado di formare un significativo plotoncino di parti offese, a partire dalla compagnie assicurative, tutti marchi prestigiosi, le cui insegne comparivano fraudolentemente su centinaia e centinaia se non addirittura migliaia di contratti di polizza Rc auto ottenuti da questa presunta consorteria criminale che aveva nei fratelli Federico e Dionigi Catena di Villa Literno, in Salvatore Piccerillo di Macerata Campania, in Antonio Di Dona ancora di Villa Literno, Francesco Pacia, 4 liternesi su 5, i perni fondamentali dell’intera organizzazione.

Ma se entravano soldi e questi arrivavano soprattutto con il sistema di pagamento elettronico o digitale, occorreva che questi fossero iniettati in attività di genere diverso in modo da essere messi nella disponibilità diretta dei componenti dell’organizzazione.

E’ da questo ovvio presupposto nascono gli altri capi dell’ordinanza per i quali i già citati Federico Catena, Dionigi Catena, Antonio Di Dona, Salvatore Piccerillo risultano indagati per il reato regolato dall’articolo 648 ter del codice penale, cioè per auto riciclaggio.

Dunque, un circuito totalmente interno, con società intestate ai soggetti coinvolti nell’indagine. Circuito interno perchè, con la contestazione del reato associativo a tutti i 35 indagati, il ruolo di prestanome riveste un’importanza maggiore rispetto a quella che può esercitare la figura di un “poverocristo” usato come testa di legno.

Ed è proprio la decisione del giudice di contestare a tutti gli indagati il reato di associazione a delinquere a produrre gli ultimi capi, cioè un ulteriore contestazione per il reato di auto riciclaggio. In poche parole io faccio i soldi in maniera illecita con un’attività comunque formalmente inquadrata nelle regola del codice civile e poi investo i proventi in altre attività economiche in cui sono sempre io, cioè uno qualsiasi degli indagati del reato di associazione, a svolgere il ruolo di legale rappresentante.

Beninteso, questo è l’impianto teorico che porta alla formulazione del reato di auto riciclaggio. La realtà è significativamente diversa perchè i componenti dell’organizzazione non contavano tutti alla stessa maniera. Dunque, è difficile ritenere che alcune di queste persone, peraltro in parte legate anche da vincoli di amicizia o parentali con i principali indagati, non rivestissero fondamentalmente il compito fattuale di prestanomi.

Su tre dei 5 protagonisti principali, cioè i fratelli Catena e Salvatore Piccerillo, si sviluppava la trama. Da loro si dipanavano le società in cui entravano i soldi frutto delle truffe alle assicurazioni.

E così a Dionigi Catena vanno collegate la Mille Points srls gestita da Mario Pietropaolo e la Millepointcaffè srls di Alfredo Cilento.

Al fratello Federico, si collegano la  Società UT Group srl di Caterino Giuseppe, la Heaven All sala slot
materialmente gestita da Yakoub Mouzhir, intestata ad Emilia Potenza, titolare dell’impresa individuale Heaven All
di Potenza Emilia. La sala fu inaugurata a Villa Literno, in Via dei Mille 287. Francesco Saggiomo era invece titolare della Heaven All 2, che dal 24  aprile 2018 sostituiva la Heaven All di Potenza Emilia.

Particolarmente interessanti sono le ragioni sociali delle aziende riconducibili al maceratese Salvatore Piccerillo. Questi ha investito nel settore dei motori, degli autoricambi, della vendita auto, in zona Appia.

Leggendo gli indirizzi, infatti, si capisce che le sedi di queste società si trovavano a Casapulla, proprio al confine con il comune di Casagiove, per intenderci, nelle vicinanze del noto negozio di abbigliamento Coscia e del centro medico Hermes.

Partiamo dalla D.N.G. Cars di Natale Giulia e dalla NA.GI. Group srls sempre di Di Natale Giulia, convivente da Salvatore Piccerillo. Poi c’è la Cars Genni di Olivo Genni, la Castellari Motors, legale rappresentante, Castellari Vincenza, DP Cars di Paolella Marcello, Car Man di Mangiapelo Angelino Anna, Auto AN srls ugualmente intestata a Mangiapelo Angelino Anna.

 

QUI SOTTO ALCUNI STRALCI DELL’ORDINANZA