La prima grande truffa casertana in digitale alle assicurazioni. Ecco i 25 siti internet che hanno intrappolato centinaia e centinaia di persone che hanno scucito tanti soldi per polizze false

28 Luglio 2020 - 13:24

Non era un gruppo di sprovveduti ma la prima struttura criminale organizzata in grado di sfruttare validamente qui da noi le nuove tecnologie

 

VILLA LITERNO – L’indagine che ha portato all’arresto di 16 persone ha prodotto un’ordinanza di più di mille pagine e dunque evidentemente ad una richiesta formulata dalla procura della repubblica presso il tribunale di Aversa-Napoli nord di 3mila o 4mila pagine, addirittura. Complessa perchè dentro c’è un’attività fatta attraverso l’uso delle nuove tecnologie collegata ai sistemi tradizionali della truffa e del raggiro. Questa configurazione ben si comprende dalla formulazione del capo D in cui, proprio per il reato di truffa, ai sensi dell’articolo 640 del codice penale sono indagati uno dei fratelli Catena di Villa Literno, precisamente Dionigi, il già noto Antonio Di Dona, Ayoub Mouzhir, Francesco Pacia, un’altra vecchia conoscenza degli articoli che stiamo dedicando a questa storia, Nicola Di Tella, “l’affine” Marco Catena, pure di Villa Literno, Michele De Rosa, Virgilia Ranieri e un altro affine ancora, una vera e propria holding familiare, Giuseppe Catena, dal “solito posto”.

Il gruppo è accusato di aver svolto abusivamente l’attività di intermediazione assicurativa, nel rappresentare falsamente ai propri ignari clienti di poter emettere polizze assicurative per conto di importanti compagnia e nel proporre a tali soggetti le false polizze, inducendo in errore il cliente sulla validità del contratto e sull’effettiva esistenza di una copertura assicurativa.

La capacità di questo gruppo è stata quella di rendersi credibile prima di tutto nella rete. Come potrete leggere nel documento-stralcio che pubblichiamo qui sotto, era stato creato un vero e proprio reticolo, una miriade di domini internet ognuno di quali pioi era collegato ad una proposta commerciale truffaldina. Nel caso di questo gruppo di persone, i siti individuati dagli inquirenti erano i seguenti: