LA NOTA. DE LUCA BLOCCA MATRIMONI, BATTESIMI E COMUNIONI. Riecco lo Sceriffo-Pavone che fa la ruota, ma un governante serio avrebbe dovuto gradualizzare i divieti
29 Settembre 2020 - 18:27
Perché ci sono anche altre ragioni, seppur di minore consistenza, che vanno rispettate. Non è possibile dire ad una giovane coppia che deve sposarsi domattina che non potrà invitare nessuno perché si crea un danno devastante. UNA NOSTRA PROPOSTA
CASERTA – Cosa è stato, fino ad oggi, martedì 29 settembre, ottavo giorno successivo alle elezioni regionali, il ritorno del fiamma del covid? Non è una materia su cui si debbano confrontare dei punti di vista. Almeno questo non deve o non dovrebbe accadere quando le valutazioni le fanno alti esponenti della politica nazionale e regionale, ancor di più se gratificati da un consenso semi plebiscitario come quello che ha fatto di Vincenzo De Luca il presidente della regione più votato da quando, 50 anni fa, questo tipo di elezioni si è cominciato a tenere, avendo battuto anche il precedente record di Antonio Bassolino che nel 2005 raggiunse il 61% e non il 69 e rotti che De Luca ha incamerato il 20 e 21 settembre scorsi.
Andando indietro nel tempo un paio di mesi, ci accorgiamo che i numeri dei contagi hanno cominciato a crescere veramente, sostanziosamente, da agosto. E’ successo che stavolta la Campania non è rimasta al riparo da un volume cospicuo di positività riscontrate, com’era successo invece in occasione della prima ondata dell’inverno-primavera scorsi. Dicevamo dei numeri, che essendo soggetto e oggetto di aritmetica, non sono un’opinione per definizione: il giorno 15 settembre 136 nuovi positivi in Campania; 16 settembre 186; 17 settembre 195; 18 settembre 208; 19 settembre 149. Esaminiamo ora un’altra serie numerica: il giorno 23 settembre 248 nuovi contagi, 24 settembre 195; 25 settembre 253. Arriviamo poi ai giorni nostri, con il dato di ieri di 295 e quello di oggi, 286. Ognuno di questi numeri è stato sostanziosamente superiore a quelli registratisi in primavera. E’ vero sicuramente che in queste ultime ore si stanno verificando delle vere e proprie punte che necessitano di una riflessione sugli strumenti da adottare. Ma le ultime cifre non sono sostanzialmente diverse da quelle che hanno preceduto le elezioni regionali. Anche allora si è arrivati a superare i 200 positivi in un giorno. Avete ascoltato De Luca ipotizzare provvedimenti draconiani come quello assunto stamattina, che in pratica abolisce le cerimonie e i ricevimenti relativi e matrimoni, battesimi, cresime, comunioni eccetera? No, non l’avete sentito. Eppure già allora, così come oggi, esistevano tutte le condizioni per limitare fortemente il numero di persone che a queste cerimonie possono partecipare. Ma cosa è successo tra la seconda e la terza decade di settembre. “Sono successe…le elezioni”.
Attenzione, non vogliamo assolutamente affermare che l’ordinanza firmata stamani da De Luca sia sbagliata o addirittura infondata. Ancorché dura, non è sbagliata e benché meno infondata. Ma il problema è sempre lo stesso: per noi, il governatore può arrivare anche a raccogliere il 90% dei voti, ma sempre un marpionazzo resta. Quando un politico fa il marpione nelle dinamiche endogene ai giochi e ai giochetti del palazzo, va bene, ci può anche stare, al massimo la critica può riguardare il modo con cui un personaggio fa politica e cresce all’interno di essa. Ma quando il marpionazzo lo si fa sulla pelle della gente, sulla salute delle persone, allora sentiamo la necessità di far sentire ancora una volta la nostra voce. Probabilmente al governatore non faremo neanche il prurito e probabilmente queste righe non arriveranno nei luoghi dove dovrebbero arrivare, affinché fossero conosciute da un numero più alto possibile di cittadini campani. Non ci arriveranno perché CasertaCe non può competere con il rumore assordante di questa ubriacatura collettiva di tipo plebiscitario. Questo, però, non vuol dire che non dobbiamo esprimere il nostro punto di vista. E siccome non siamo abituati solo a criticare ma, se lo facciamo, proponiamo sempre una soluzione costruttiva che ci sforziamo che sia improntata al buonsenso, diciamo che se De Luca, con i 208 positivi del 17 settembre, non ha avvertito la necessità, già esistente in quel numero, di bloccare i matrimoni e le altre cerimonie, se non l’ha fatto per evitare di perdere qualche voto la domenica successiva, potrà ben attendere qualche giorno per farlo adesso, firmando, come effettivamente ha firmato, un’ordinanza senza alcun preavviso.
Ma De Luca ha avuto mai il problema della gente comune che organizza un matrimonio o un altro tipo di cerimonia familiare e ultra familiare? Non crediamo, se l’è sempre passata molto bene dal punto di vista economico e quindi certe dinamiche le ha evitate. Siccome il dato del contagio di oggi non è molto dissimile da quello del 17 settembre, il governatore avrebbe dovuto dire: cari ragazzi campani che tentate per la prima (o la seconda) di sposarvi, dopo aver dovuto rinviare nella primavera scorsa, io vi consento di farlo con tutti gli invitati, raccomandandovi ovviamente di stare attenti con le mascherine. Però, questo via libera è a tempo determinato e riguarda solo coloro che sono arrivati a 24/48/72 ore, massimo ad una settimana dalla data dell’evento, per il quale hanno versato un anticipo o caparra, che dir si voglia, funzionale ai 100/150/200 invitati che non sono i 20 consentiti nell’ordinanza del governatore. (che ne sai tu, De Luca, dei problemi vari della gente, che hai vissuto sempre nella bambagia del partito!). Già ora vi dico, cari ragazzi, che se domenica 11 ottobre il contagio sarà lo stesso, firmerò l’ordinanza per un massimo di venti persone alle cerimonie. Perciò, chi ha deciso di sposarsi tra 2 settimane, 20 giorni o un mese, sperando di aver mantenuto l’antica tradizione di evitare di maritarsi a novembre, è pregato di organizzare già da ora un piano B. Un po’ di tempo a disposizione ce l’ha per disdire gli inviti o allertare gli invitati su un possibile anzi probabile rinvio della data.
In questa maniera, un governatore realmente concentrate sui problemi della gente e in grado di avere una visione d’insieme su tutte le necessità, su tutti gli interessi in campo, avendolo (lo ripetiamo, in grassetto e sottolineato) non ritenuto nemmeno degno di attenzione il dato dei 208 positivi del 17 settembre, rispetto ai quali nulla è stato deciso, si potrà ben attendere ora una decina di giorni, per smaltire (lo sappiamo, è un brutto termine rispetto a ciò che scriviamo, ma rende perfettamente l’idea) le cerimonie per cui tutto è stato organizzato e per le quali una brutale cancellazione si tradurrà in un mezzo disastro economico per le coppie di giovani sposi e per le famiglie che, magari, per quella caparra, hanno letteralmente buttato il sangue.
La nostra proposta reca l’impronta di chi è concentrato realmente sui problemi delle comunità che amministra. Quello che ha fatto De luca oggi, invece, è l’ennesima lisciata di pelo demagogica al suo popolo che l’ha votato il 20 e 21 settembre senza porsi una sola domanda e solo perché si è innamorato perso di operazioni come quella odierna che appartengono alla genetica di un dittatore, non certo alla visione di nun grande uomo delle istituzioni, quale De Luca non è e non sarà mai.