LA NOTA. Antonello Velardi ha vinto legittimamente e ha il diritto di governare. Per i marcianisani, Interporto, casa abusiva, stipendio pagato dalla città sono tutte sciocchezze

5 Ottobre 2020 - 16:45

Attenzione, nessuno può essere condannato per il voto espresso, perché in democrazia ogni consenso attribuito va rispettato. Difenderemo la legittimità del nuovo sindaco ad amministrare, ma la nostra posizione resta la stessa: se farà bene applausi, se farà male pesanti critiche

MARCIANISE (gianluigi guarino) – Ha vinto Antonello Velardi, al di là della esiguità dello scarto su cui, poi, a tempo debito disquisiremo, profilandolo sul piano politico, ma che oggi, in un sistema maggioritario del ballottaggio conta fino ad un certo punto, perché in questi casi conta anche la vittoria con un voto di scarto. Su questo non c’è il minimo dubbio. E’ lui il sindaco che Marcianise ha scelto ancora una volta, dopo 4 anni e mezzo, attribuendogli una vittoria sicuramente meno roboante rispetto a quella della volta scorsa, ma comunque chiara nei numeri e nel suo significato politico. Se Dario Abbate, persona sobria e misurata, ha dimostrato di non essere un animale

da ballottaggio, da duello al sole (di questo non gli si può fare una colpa, anzi, in questo tempo della politica forse è un pregio), Velardi si è visto confermare la fiducia della maggioranza dei cittadini, che in piena libertà hanno legittimamente deciso che i 200 mila e passa euro sborsati dalla città per pagare gli stipendi al sindaco, che volutamente non si era messo in aspettativa con Il Mattino, avendo già programmato che i soldi non sarebbero comunque usciti dalle casse del suo amico Caltagirone, sono stati il giusto riconoscimento e che dunque, per il lavoro svolto a favore della città, Velardi meritasse che lo stipendione da 10 mila euro al mese glielo pagassero tutti i marcianisani con le loro tasse.

Legittima e degna di rispetto è anche la determinazione del 50,8% dei votanti, comunque la maggioranza, di non considerare peccato l’aver nascosto il marchiano abuso edilizio compiuto da Velardi nella sua casa che si è consumato mentre lui, indossando gli abiti del condottiero della legalità, procedeva ad alcuni abbattimenti più o meno simbolici, sempre realizzati in favore di telecamere e quattrini. E legittima è sempre la decisione del 50,8% dei marcianisani di non considerare un fatto negativo quella delibera della giunta comunale e tutto ciò che Velardi da sindaco ha fatto per assecondare e per affiancare una procedura, che un giudice, poi un altro giudice, stavolta del tribunale del Riesame sempre appartenente alla Repubblica Italiana e un altro giudice ancora, della corte di Cassazione, hanno considerato illegale, confermando gli arresti domiciliari per il patron dell’Interporto, Giuseppe Barletta e le altre misure per i suoi sodali, ricertificando, inoltre, il sequestro di tutti quegli immobili, a partire dalla Leroy Merlin House, che sono stati costruiti illegalmente secondo la Cassazione e che mai si sarebbero potuti edificare se il comune di Marcianise, se l’allora sindaco Velardi non l’avesse consentito con atti amministrativi ben definiti.

Ed è legittimo, ancora, che sia stata ritenuta irrilevante la convinzione maturata dal Procuratore della Repubblica aggiunto presso il tribunale di Santa Maria Capua Vetere, Antonio D’Amato, divenuto poi autorevole membro togato del Csm, il quale aveva chiesto il divieto di dimora, un trasferimento di Velardi fuori da Marcianise, in modo che questi non potesse ricoprire la carica di sindaco. Ed è ancor più legittimo che la maggioranza, seppur risicatissima ma comunque sovrana, dei marcianisani abbia valutato come un fatto accettabile e non certo sufficiente a scalfire la credibilità di Velardi, la famosa fideiussione da 10 mila euro, falsa e illegale per tutti i giudici che si sono occupati dell’affare Interporto e che invece l’amministrazione comunale guidata da Velardi ha fatto passare, altrimenti non li avrebbero potuti costruire quegli immobili sequestrati dall’autorità giudiziaria con un provvedimento blindatissimo dalla Cassazione. E’ legittimo che la maggioranza risicata ma comunque sovrana, abbia considerato un fatto poco rilevante quella sventagliata di firme false, conclamatamente false, comprendenti anche quelle di camorristi che mai avrebbero potuto certificare con una loro griffe quella compagine in quanto reclusi addirittura al 41 bis, e disconosciute formalmente davanti ai carabinieri da più di 150 marcianisani, grazie alle quali la lista Orgoglio Marcianisano ,non a caso scomparsa dai radar in queste elezioni (a dimostrazione che Velardi sa bene quanto successe al tempo nelle segrete), potette contribuire in maniera decisiva alla prima vittoria del nostro

Per dare forza al riconoscimento di legittimità del risultato di oggi, potremmo citare almeno altri 10 esempi, ma riteniamo di aver reso l’idea, dato che l’obiettivo di questo articolo non è quello di riproporre per l’ennesima volta tutte le illegalità che a nostro avviso si sono consumate nelle stanze del comune di Marcianise dal 2016 in poi, ma di accettare e (perché no) di difendere, come ogni buon liberale dovrebbe sempre fare, il risultato di oggi, da difendere a maggior ragione sul piano della legittimità proprio perché configurato da un uno scarto strettissimo tea i due contendenti. E senza star lì a questionare sul fatto che la gente si informi poco o che noi di CasertaCe siamo l’unica voce che ha denunciato questa vicenda, circondati da un vero e proprio cordone sanitario dell’autocensura e della disinformazione.

Velardi ha vinto e ha tutto il diritto di fare il sindaco con una maggioranza che stavolta sarà blindata, perché formata da consiglieri comunali tutti scelti da lui e che gli hanno giurato fedeltà incondizionata e soprattutto acritica. Per cui lo diciamo subito che chi metterà in discussione la legittimità politica e democratica di questo risultato si scontrerà duramente con noi. Ma per questo stesso motivo, CasertaCe ha il diritto di considerare più ragionevoli i motivi che hanno indotto il 49,2% dei marcianisani a non votare per il modo con cui Velardi ha amministrato. Per noi, dunque, non cambia assolutamente niente. Non voliamo via col vento ma da quel film assumiamo la famosa battuta finale: “Domani è un altro giorno“. Ma per noi è sempre il giorno della legalità.

Per cui, se Velardi farà bene glielo riconosceremo, al di là di quelle che sono le valutazioni personali che chi afferma di voler perseguire le ragioni della legalità non deve mai anteporre al giudizio legato ai contenuti. Se, al contrario, farà male continuando così come ha fatto dal 2016 finché non è stato sfiduciato, anche questo legittimamente, dal consiglio comunale, lo tratteremo esattamente come l’abbiamo trattato nei 4 anni precedenti della sua amministrazione. E lo faremo, ovviamente, spiegando in ogni articoli, con la solita, ampia, profusione documentale, il motivo per cui i suoi atti saranno a nostro avviso giusti, sbagliati, accettabili o, come è successo dal 2016 in poi, delle autentiche porcate.