I giornalisti di Rai Sport pronti allo sciopero
10 Novembre 2020 - 08:50
L’informazione sportiva, tra servizio pubblico e nuovi media
Lo sciopero annunciato di recente da parte dei giornalisti di Rai Sport, il noto canale televisivo a tema nato nel 1999 e dal 2004 convertito al digitale, impone una riflessione sul ruolo dell’informazione sportiva, anche alla luce dei nuovi media.
Il comitato redazionale dell’emittente ha infatti dichiarato, a seguito dell’ipotesi di chiusura del canale stesso, la propria ferma opposizione al progetto dell’Ad Fabrizio Salini, finalizzato a dei tagli che – secondo la prospettiva dei giornalisti – potrebbero rappresentare un vero e proprio autogol, non solo verso il canale ma anche verso l’emittente stessa.
I motivi di fondo della protesta tirano in ballo anche il ruolo del servizio pubblico nel giornalismo sportivo, con l’ipotesi – conseguente alla paventata chiusura – di una ripercussione sugli utenti che pagano il canone, e con una virata degli stessi verso le pay TV, senza la possibilità di godere delle partite “in chiaro”.
Oggi come oggi, del resto, si è di fronte a un’evoluzione dell’informazione sportiva, non più legata in modo univoco ai media tradizionali, come radio, canali tv terrestri e giornali cartacei.
Il web, in questo senso, ha rivoluzionato il settore, e nuovi soggetti si sono messi in campo, dalle tv satellitari in streaming agli operatori che lavorano nell’ambito delle scommesse sportive, fino alle app e ai social network.
Un esempio su tutti, in campo televisivo, sono Sky e DAZN, che si stanno dividendo i diritti di trasmissione sui maggiori palinsesti calcistici, con tanto di app dedicate alla visione in streaming. Allo stesso modo la piattaforma digitale RaiPlay offre dirette su gare sportive prestigiose, come il Giro d’Italia 2020 (anche questo accessibile via app ufficiale).
Ma non finisce qui: anche i maggiori operatori del betting legali propongono, in molti casi, la visione in streaming di competizioni sportive importanti, adeguando il proprio palinsesto virtuale alle esigenze degli utenti, che spesso si connettono dai dispositivi mobili come smartphone e tablet e che cercano informazioni in diretta sulle partite.
Sono un esempio, rispetto alla trasmissione in streaming, operatori come Eurobet (per Liga e Ligue 1) o Sisal (per Europa League, NBA, Roland Garros e Coppa Davis), senza contare tutti gli altri bookmaker che offrono un bonus benvenuto per le scommesse e, insieme a queste, anche i risultati e le quote in tempo reale, con un approccio tecnologico molto vicino alla vecchia comunicazione in diretta radiofonica sull’andamento delle partite.
Tornando dunque alla protesta dei giornalisti di Rai Sport, all’interno del documento che ha annunciato lo sciopero e la richiesta di dimissioni del direttore Auro Bulbarelli, si è parlato soprattutto della questione dei diritti sulla Champions League, ma si è anche proposta una strategia di rilancio del canale, in un’ottica di servizio pubblico innovativa e vicina alle sempre più frequenti esigenze multimediali degli amanti dello sport.