MARCIANISE. I lavori per gli uffici della presidente Letizia. Velardi dice di aver fatto solo tinteggiare e pulire. In 48 ore vi sveleremo tutto. Intanto, solito sciacallaggio con lancio di accuse gravissime e “innominate”
14 Dicembre 2020 - 18:20
Comunque, è giusto prendere atto di ciò che il sindaco ha scritto, che pubblichiamo integralmente, perché noi non abbiamo mai avuto paura, ritendendo un dovere quello di dare spazio ai contenuti espressi dal primo cittadino. Mentre, sui quadri di valore rubati da qualche dirigente…
MARCIANISE – La risposta del sindaco Antonello Velardi ai nostri articoli relativi ai lavori effettuati nell’area di competenza e di operatività della neopresidente del consiglio comunale Angela Letizia, va divisa in tre parti.
Una è effettivamente interessante, perché il sindaco fornisce una descrizione di questi interventi differente da quella esplicitata nei nostri due articoli;
la seconda ci riguarda fino a un certo punto, perché Velardi affronta la questione dei costi, affermando che nessuno spreco sia stato effettuato e che tutto quello che costituisce il nuovo arredamento di quell’area è stato riciclato da altre parti del Comune;
la terza parte è puro sciacallaggio.
Perché Velardi non può fare a meno emotivamente di praticare e di percorrere fino alle budella la metafora dello sciacallaggio. Come ha sempre fatto dal 2016 ad oggi, lancia accuse gravissime senza fare nomi e soprattutto senza comunicare che magari tutto ciò che lui ha scoperto è stato debitamente comunicato all’autorità giudiziaria.
Vile è la pratica di chi utilizza stabilmente l’ignominia della illazione, del pettegolezzo e dell’allusione.
Se ci avete fatto caso, non una volta, tra le tante, in cui il sindaco ha ventilato la realizzazione di crimini più o meno efferati nel perimetro del Comune di Marcianise, o tra i suoi avversari politici e non, che abbia avuto le palle di fare un nome e un cognome.
E anche stavolta racconta di presunti furti di quadri di valore, facendo capire chiaramente che sono stati uno o più dirigenti a macchiarsi di questi misfatti.
Vile è la persona che sparge il veleno di una calunnia che circola alla maniera in cui fu raccontata in una celeberrima aria della “Cavalleria Rusticana”; vile e anche irresponsabile è l’uomo delle istituzioni che si comporta in questa maniera: la notizia di reato è intimamente connessa all’obbligo costituzionalmente previsto di attivare l’azione penale.
Un dovere e un obbligo che lo Stato delega ai pubblici ministeri, cioè alle Procure che, non a caso, si chiamano “della Repubblica” e non “della bancarella del torrone”.
Per questo motivo, un sindaco che sostiene ripetutamente, come Velardi ha sostenuto in tante occasioni, di essere venuto a conoscenza di fatti che noi non possiamo far altro che definire notizie di reato, e non si mette in comunione con un altro organo dello Stato, cioè con la Procura della Repubblica Italiana, non può svolgere la propria funzione, perché iniettare veleno nelle vene di un ente pubblico, di una istituzione importante qual è un Comune è incompatibile con la carica che si esercita, a maggior ragione quando questa carica è la più alta in grado di quelle previste dall’ordinamento.
Per quanto riguarda la tinteggiatura, cioè questa opera benemerita di recupero di stanze inutilizzate e cadenti, faremo opportune verifiche in modo tale da collegare, senza enfasi e senza caricare eccessivamente i toni, gli interventi in questione con la normativa così come questa risulta negli articoli 10 e 21, dalla integrazione degli stessi, all’interno del Decreto Legislativo 42/2004, cioè il Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell’articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137.
È giusto e serio, da parte nostra, verificare ancora una volta, dopo averlo già fatto, le informazioni da noi assunte con quello che il sindaco Velardi ha scritto oggi, affermando che nessuna opera muraria, strutturale o semistrutturale sia stata compiuta.
Un’ultima notazione rispetto ai costi. Se leggete i nostri articoli sulla vicenda, vi imbatterete in formule dubitative e soprattutto in una trattazione che non ha mai demagogicamente elevato la questione dei soldi spesi per realizzare questi interventi come fatto essenziale e principale, avendo, al contrario segnalato subito che i lavori o gli interventi siano stati realizzati da parte dell’impresa che già lavora alla manutenzione degli immobili appartenenti al patrimonio comunale.
Un ulteriore puntata di questa storia, dunque, stanti le verifiche che le affermazioni del sindaco meritano, è dunque a dir poco doverosa.