Francesco Zagaria “Ciccio e’ Brezza” parla da boss: “Su un foglio ho scritto di Piero Cappello, del sindaco Cenname e del parcheggio Luserta e di quello di Caserta”

24 Febbraio 2021 - 17:51

Presunte mazzette da 50/60 mila euro all’ex presidente Asi, all’ingegnere Vitelli ad Ezio Cappello e Cenname. Ribadiamo le perplessità, anche se va detto che la nostra memoria storica, almeno per quel che riguarda i due parcheggi, qualche elemento di valutazione di verosimiglianza, lo produce e vi spieghiamo il perché

CASERTA (g.g.) – Ora spunta anche il documento-polizza di Francesco “Ciccio ‘e Brezza” Zagaria. Vero o falso che sia, è sicuramente uno che trova un certo piacere nel raccontarsi come persona di rilievo all’interno del clan dei Casalesi. Raccontarsi e rivelarsi. Perché su 50 pentiti sparsi tra le varie fazioni, tra quelle degli Schiavone, quella di Iovine O’Ninno e quella di Zagaria, nessuno aveva fatto il suo nome come elemento di spicco del clan.

E invece lui lo era, o almeno dice di esserlo stato, per cui un boss o un semi-boss che si rispetti non può non avere un documento segreto con nomi eccellenti e cifre di danaro,

da far affiorare, ad opera di qualche fidatissima, in caso di “morte o arresto“.

Abbiamo scritto e ragionato molto su Ciccio e’ Brezza in questi mesi e l’abbiamo fatto con colleghe e colleghi di provata esperienza e ancor più cospicua esperienza storica sulla materia camorristica e dei Zagaria. Abbiamo anche speso tanta energia e tanto inchiostro sulle perplessità derivate dalle propalazioni di questo pentito. Magari ci siamo sbagliati e se arriverà questa dimostrazione non avremo alcun problema nel riconoscerlo. Al momento non c’è ancora e dunque questo elenco di nomi lo trattiamo più come un feticcio, un’altra modalità-simbolo che appartiene alla storia della camorra e rispetto alla quale chi si appaga nel raccontarsi boss è molto facile che si riconosca. Ed è anche molto facile che tale feticcio esponga come marchio di criminalità.

I nomi che c’erano su questo foglio di Zagaria erano diversi, tra i più conosciuti quello di Piero Cappello, ex presidente di quell’altro sfigatissimo consorzio pubblico che chiamano ASI Caserta, e quello dell’ex sindaco di Camigliano, poi dirigente all’Ufficio Tecnico di Casal di Principe, Vincenzo Cenname e l’ingegnere di Casapulla Vitelli. I due, dichiara Ciccio e’ Brezza, avrebbero preso mazzette per alcuni lavori, riteniamo edili. Zagaria parla anche di alcuni presunti investimenti: 390 mila euro, profitto dalle slot del gioco d’azzardo, utilizzati per il parcheggio di piazza Vanvitelli, a Caserta, che, manco a dirlo, si trova ad un passo da quel palazzo che un tempo ospitò lo storico ristorante La Leccese e che è stato al centro di decine di nostri articoli dedicati a chi quell’edificio aveva acquistato e stava ristrutturando, quel Mimmo Pagano, arrestato proprio per effetto dell’ordinanza che contiene queste dichiarazioni di Zagaria.

L’altra area ugualmente molto nota è quella del parcheggio Luserta a Santa Maria Capua Vetere, che la proprietà ha sempre fittato, l’ultima volta 3/4 anni fa. Si trova a 50 metri dal tribunale ed è quello più utilizzato dagli avvocati e dal personale che operano nel palazzo di giustizia sammaritano. Per il parcheggio Luserta, Zagaria avrebbe dato a Franco Sparago 54 mila euro, secondo quanto racconta il pentito. A pensarci bene, perché vanno dette anche le cose che possono fornire credibilità a ciò che Ciccio e’ Brezza racconta, questi due parcheggi (Caserta e Luserta) hanno avuto un destino comune, che traccia una strada che arriva proprio nei pressi di Santa Maria Capua Vetere, non proprio a Santa Maria, ma nei pressi.

La presunta mazzetta a favore di Cenname e Cappello riguarderebbe un lavoro al comune di Camigliano, di cui, come detto, Cenname è stato sindaco.