CLAN DEI CASALESI. “L’imprenditore vicino a Zagaria doveva essere ucciso”

2 Marzo 2021 - 18:55

CASAPESENNA – Nicola Schiavone ha raccontato agli inquirenti che “Raffaele Parente doveva essere ucciso dopo l’uccisione di Michele Zagaria“. Stiamo scrivendo dell’imprenditore di Casapesenna, arrestato la scorsa settimana per associazione di stampo mafioso per il suo legame con il clan dei casalesi fazione Zagaria.

Parente aveva un legame familiare con Antonio Salzillo, nipote del fondatore del clan Antonio Bardellino: “Antonio Salzillo era tornato sui nostri territori – spiega il figlio di Sandokan – nonostante l’esilio a cui era stato condannato in occasione dell’uccisione di Antonio Bardellino. Per questa ragione io non potevo tollerare questa cosa di cui non si era proprio parlato nel clan. Parlai con Nicola Panaro dicendogli che uno di noi due o entrambi avremmo dovuto mandare una imbasciata ad Antonio Iovine e Michele Zagaria per far loro sapere della presenza di Salzillo sui loro territori. Era un atto di rispetto verso di loro perché, nel caso in cui avessimo ucciso Salzillo su uno di questi territori, magari proprio in compagnia di Parente con cui egli si incontrava, Iovine e Zagaria avrebbero potuto lamentare la nostra azione“.

Dopo un primo summit con Antonio Iovine, in un secondo incontro ‘o ninno “mi disse che Michele Zagaria aveva preso atto di questa circostanza e fece spallucce“.

E ancora, “dedussi che Salzillo fosse stato avvisato proprio da Michele Zagaria per il tramite di Raffaele Parente in quanto costui era l’unico punto di contatto tra i due“.

Salzillo rientrò due anni più tardi a Cancello Arnone e venne assassinato. In Schiavone rimase la convinzione che “Salzillo era ritornato sui nostri territori con l’avallo di Michele Zagaria, fatto questo che aveva rafforzato in me la decisione di uccidere Michele Zagaria“.