Ospedale di CASERTA, MAZZETTE e VACANZE GRATIS. La sentenza di condanna per il primario, la moglie e l’infermiera d’oro segna il successo di una inchiesta ben condotta. I NOMI dei rinviati a giudizio
13 Aprile 2021 - 13:47

Ieri ci siamo limitati a dare l’informazione, ma era giusto che noi di CasertaCe che a suo tempo abbiamo approfondito con decine e decine di articoli questa ennesima vicenda di malaffare nella sanità casertana, esprimessimo un nostro punto di vista fondato su cognizione di causa
CASERTA – (Gianluigi Guarino) La necessità di essere doverosamente stringati quando si eroga l’informazione di una sentenza, ha condotto anche noi di CasertaCe a perequare la nostra narrazione a quella di tutti gli altri, nel momento in cui ieri (CLIKKA QUI PER LEGGERE) abbiamo elencato i nomi, i cognomi e le condanne di chi già era imputato in un processo, a nostro avviso, importantissimo al pari di tutti quelli che mettono in evidenza il grado di corruzione che invade tanti settori della pubblica amministrazione in questa provincia, ma che soprattutto espongono un inquietante elemento
Sulla ordinanza, frutto di una brillante inchiesta realizzata dal pubblico ministero della procura presso il tribunale di Santa Maria Giuseppe Orso, coordinato al tempo dai sapienti indirizzi dell’allora procuratore della repubblica aggiunto Antonio D’Amato, oggi componente togato del Consiglio Superiore della Magistratura, questo giornale ha scritto decine e decine di articoli, operando, anche in questo frangente, uno dei suoi tanti focus, frutto di un lavoro duro, certosino, metodologicamente analitico, sviluppato giorno per giorno, sulle carte dell’inchiesta, fino ad arrivare al provvedimento esecutivo del gip.
La sentenza pronunciata ieri, ad epilogo del rito abbreviato, dal tribunale di Santa Maria Capua Vetere, chiude il cerchio la cui prima traccia fu impressa proprio dal lavoro di D’Amato e Orso, affiancati, con compiti di polizia giudiziaria, dai Nas dei carabinieri.
Chiude il cerchio, perchè si tratta dell’ultimo tratto di un percorso, geometricamente impeccabile, iniziato con l’avallo sostanzioso e sostanziale che, a suo tempo, un altro gip del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, ovviamente diverso da quello che ieri ha emesso la sentenza, fornì al cosiddetto impianto accusatorio che, a sua volta, dava corpo alle misure cautelari di restrizione della libertà personale di molti indagati, contenute nella richiesta che all’ufficio gip era stata inviata dalla procura. In mezzo, il tratto di certa continuità della linea di questo cerchio ben riuscito e ben completato, proseguì con la tenuta sostanziale delle accuse in sede di organismi dell’appello e della legittimità, cioè in sede di tribunale del Riesame e di corte di Cassazione.
La sentenza di ieri non costituisce un giudizio largamente parziale sulla struttura complessiva dell’indagine, come apparentemente lascerebbe intendere il fatto che ieri sia stata pronunciata la sentenza solo per 6 imputati su 37, cioè per coloro che avevano chiesto ed ottenuto di essere giudicati con il rito abbreviato. Non può essere parziale perchè il verdetto riguarda le persone che hanno rappresentato il cuore dell‘ancora, per il momento, presunto malaffare, uno dei tanti, aggiungiamo noi, in esercizio presso un’istituzione sanitaria della provincia di Caserta, nel caso specifico all’interno dell’ospedale civile del capoluogo che funziona (si fa per dire) sotto l’egida dell’azienda ospedaliera di rilievo nazionale (ci verrebbe da fare una battuta sul rilievo nazionale, ma lasciamo perdere) Sant’Anna e San Sebastiano.
La condanna di Angelo Costanzo a 4 anni e 8 mesi, pena che sarebbe stata probabilmente molto più dura nel caso in cui l’imputato avesse scelto di sottoporsi a rito ordinario, è, dunque, a nostro avviso, il fondamento di costituzione di un giudizio valutativo sull’opera dei magistrati. Angelo Costanzo, infatti, ha agito per anni utilizzando la funzione importantissima di primario del reparto di Patologia Clinica dell’ospedale, creando una collusione criminale con i suoi interessi privati, visto e considerato che tantissime provette da sottoporre a diversi tipi di analisi cliniche, venivano smistate verso il laboratorio Sanatrix di Caivano, di cui era titolare la moglie Vincenza Scotti, sorella del camorrista ultra famoso Pasquale Scotti, da qualche anno estradato dal Brasile, e anche lui connesso alla storia del nosocomio casertano, che lo ospitava da paziente piantonato, quando, durante il periodo di natale del 1984 evase, sparendo nel nulla, fino al momento della sua individuazione nel paese più grande e popoloso del Sud America.
Questa relazione impura tra l’interesse pubblico che viene piegato, venduto e svenduto a quello privato di cui era titolare lo stesso primario incaricato di rappresentare l’azienda nella gestione della res publica, è stata pienamente riconosciuta dalla sentenza di condanna, comminata anche a carico della citata Vincenza Scotti, a cui sono stati inflitti 2 anni e 6 mesi.
Collegate a quelle di Angelo Costanzo e dell’appena citata Scotti, sono anche le condanne dell’infermiera marcianisana Angelina Grillo (scatenata, tra mazzette e viaggi gratis anche in mete molto ricercate come quella di Capri), che si muoveva, come scrivemmo all’epoca, sentendosi protetta dal primario come un vero e proprio carroarmato e di Giovanni Baglivi di Santa Maria a Vico.
Il nocciolo duro della vicenda giudiziaria è incardinato nei comportamenti dei su nominati imputati principali, veri motori del sistema illegale. Tutti gli altri 32 indagati, invece, sono entrati nell’indagine quali esecutori di prassi comportamentali che, almeno ai nostri occhi ed almeno a nostro avviso, sono molto più deprecabili perchè, emblematicamente, rappresentano un modus operandi, ma oseremmo dire un modus vivendi, un meccanismo mentale attuatore di prassi comportamentali, che considera le norme, le regole, la legge come un qualcosa di flessibile, di molto flessibile e dunque facilmenta aggirabile attraverso l’introduzione di meccanismi paralleli che divengono, di fatto, legge materiale di un paese e di un territorio in cui purtroppo, ad incidere, sono un corredo valoriale, una mentalità, un ordito culturale che edificano una vita, un universo reale che esula dalle ragioni dell’ordinamento, dello stato di diritto configurandosi, al contrario, come un rituale tributo reso alla cultura dell’apparenza, con i due universi tenuti insieme dal mastice dell’ipocrisia.
Dei 32 altri indagati, ben 31 sono stati rinviati a giudizio. Tra questi, ci sono anche nomi importanti, come quello dell’ex presidente della provincia ed ex parlamentare Domenico Zinzi. Solo in due hanno ottenuto il non luogo a procedere da parte del gip. Uno di questi è Gennaro Lauritano. Per 31, invece, il reato contestato è peculato d’uso, in quando, come si suol dire, hanno saltato la fila, hanno parlato direttamente col primario o con l’infermiera factotum o con altri medici del reparto, anche loro rinviati a giudizio ieri, senza passare, come capita ai comuni mortali, per il Cup, cioè per il centro unico delle prenotazioni.
Va detto, per amor di verità, che per quanto riguarda Domenico Zinzi, durante un agosto torrido, quello in cui si svilupparono questi eventi, lui era molto preoccupato per la salute di sua figlia Mara, la quale, ricordiamo, soffriva ancora significativamente dei postumi fisici e psicologici della tremenda rapina subita nella sua abitazione di Caserta e durante la quale era stata picchiata dai malviventi.
Ciò, per carità, non è un elemento esimente, fino a prova contraria e fino a quando eventualmente Zinzi non porterà nel processo fatti che dimostrino, al contrario di quanto sostiene l’accusa, che lui non ha scavalcato la regolare procedura.
Di seguito, rimediando ad una carenza del nostro articolo di ieri sera, pubblichiamo i nomi delle persone coinvolte.
ECCO I NOMI:
ALDERISIO Alfonso, 63 anni residente a Nola
ANGELINO Vincenzo, 54 anni, residente a Crispano
BELFIORE Giuseppe, 64 anni, residente a Caserta
BUCCIERO Gabriele, 37 anni residente a Marcianise
CINCOTTI Cosima Franca, 70 anni residente a Caserta
D’AGOSTINO Enrico, 51 anni di Caiazzo
D’ALESSIO Angela, 52 anni residente a Marcianise
DE ANGELIS Luigi, 58 anni, residente a Caserta
DELLI PAOLI Luigi, 50 anni, residente a Marcianise
DI LAURO Andrea, 69 anni, residente a Napoli
DI LORENZO Milena 51 nni, residente a Caserta
DIOMAIUTO Luigi, 64 anni residente a Valle di Maddaloni
GOLINO Vincenzo, 53 anni, residente a Marcianise
GRECO Rita, 52 anni, residente a Caserta
IODICE Saveria, 46 anni residente a Marcianise
LAURITANO Gennaro, 64 anni residente a Marcianise
LEARDI Annalisa, 52 anni residente a San Potito Sannitico
LIBERATORE Giulio, 66 anni, residente a Piedimonte Matese
MANNA Pasquale, 64 anni, residente a Casalnuovo di Napoli
MORELLO Andrea, 40 anni residente a Santa Maria Capua Vetere
NAPOLITANO Domenico, 66 anni, residente a Moiano
PACE Leonardo, 63 anni, residente a Napoli
PANETTA Vittorio, 43 anni residente a Frignano
PARENTE Francesco, 53 anni residente a Capua
SACCO Antonella, 55 anni residente a Caserta
SFERRAGATTA Giovanni, 59 anni residente a Capua
SORBO Maria, 31 anni residente a Capodrise
TELESCO Vincenzo, 61 anni residente a Napoli
TORRE Giuseppe, 41 anni residente a Marcianise
ZINZI Domenico, 76 anni residente a Caserta