IL FOCUS ESCLUSIVO. ASL CASERTA. APPALTO 118: dalla padella alla brace. I due indagati per gravi reati che hanno vinta la gara sono pappa e ciccia con la Misericordia

13 Novembre 2021 - 13:30

Dopo aver svelato l’esito della gara, ritorniamo e approfondiamo alcuni elementi importanti di una vicenda oscura, con la procura di Napoli molto attiva nel mettere nel proprio mirino l’identico appalto, che coinvolge in parte gli stessi soggetti, sviluppati alla ASL NA1, la più grande d’Europa

CASERTA (gianluigi guarino) – Abbiamo imparato da tempo a non mescolare la logica dell’opportunità a quella della legittimità, meglio ancora, a quella della legalità. In passato ci era sembrato che fossero un tutt’uno e in buona fede abbiamo ritenuto che una persona fisica o una persona giuridica, un imprenditore in carne ed ossa o un’impresa del codice civile dovesse vivere un momento di sospensione, di riduzione della propria attività nel momento in cui fossero incorsi in problemi di ordine giudiziario.

Per semplificare, arrivando subito ad un esempio pratico, se un magistrato che rappresenta per procura la Repubblica Italiana, nell’esercizio del principio dell’azione penale, fondamento della Costituzione, avesse aperto un fascicolo di indagine per reati attinenti all’attività di impresa, sarebbe stato non opportuno, bensì doveroso, ridurre la possibilità di esplicazione del proprio oggetto sociale, magari associando un tutor giudiziario in grado verificare se le presunte patologie, focalizzate dall’indagine giudiziaria, rappresentassero un fattore determinante nell’acquisizione di affidamenti e di appalti finanziati con il pubblico danaro.

Non era un’impostazione giustizialista, probabilmente era un’utopia, visto e considerato che un sistema simile necessità di un elevato grado di efficienza negli uffici giudiziari che in tempi solerti, rapidi avrebbero dovuto accertare se esistessero dei sintomi reali su comportamenti non corretti da parte dei soggetti economici coinvolti.

Va da sé che questo, nel nostro Paese, è improponibile e dunque non si può non suddividere, non si può non distinguere lo stato dei fatti giudiziario dallo stato dei fatti relativi ad una moralità che fa il paio con l’opportunità. E non c’è pratica più frustrante per chi si trova davanti a documenti amministrativi dai quali trasudano quintali di inopportunità, ma che non possono essere sottoposti ad azioni di contenimento cautelare delle prerogative costituzionali di un soggetto economico, dato che in Italia un fascicolo di indagine, più in generale un procedimento, può rimanere aperto o può durare anche decine di anni.

E allora cosa si può dire a quella che appare come un allegra coppia di fatto formata dalla Bourrelly Health Service e – per noi famigeratissima – la Confraternita Misericordia, inserita all’interno di una pesantissima azione giudiziaria, che se no ha scritto ancora le sue sentenze, ha presentato un quadro di gravissimi indizi di colpevolezza che, in almeno 50 articoli scritti da noi nei mesi scorsi, ha fatto comprendere come tutti gli appalti banditi dall’ASL Caserta per il servizio di soccorso 118 fossero truccati.

L’epilogo della nuova gara bandita dall’ASL Caserta, dopo la revoca inflitta dalla Misericordia, è piena di ombre, eppure, non si può andare oltre a questo nella valutazione dei fatti. Intanto, per sei mesi di servizio, suddivisi in tre lotti, la Bourrelly, così come abbiamo scritto rilevando la notizia (LEGGI QUI), si è aggiudicata ben due lotti su tre, circa 2 milioni su quattro, con gli altri 1.9 milioni al raggruppamento temporaneo composto dalla società cooperativa San Paolo della Croce e dal CIS, Centro Italia Soccorsi.

Già in questa procedura si coglie uno di quei fatti che semina frustrazione. La legge, infatti, consente, nonostante tutto quel po po’ di cose emerse nell’indagine, alla Misericordia di partecipare alla gara bandita nata dalla revoca da essa subito. Poi, per carità, come abbiamo già scritto, la Misericordia è stata scartata a cavallo dello scorso Ferragosto, ma la confraternita non può non aver fatto piacere che ad aver avuto l’aggiudicazione di due lotti su tre sia stata la Bourelly. E sapete perché? Ve lo diciamo subito.

Le due società, se non sono sorelle sono quantomeno cugine. Vanno d’amore e d’accordo e, volendo pensare all’andreottiana maniera, il fatto che la Misericordia sia stata scartata durante la procedura di aggiudicazione, rappresenta una sorta di garanzia, di legalità, di opportunità, perché fa apparire la Bourelly una cosa diversa, distinta, quando in realtà non è così; quando in realtà, un anno fa, si sono raggruppate insieme, aggiungendo alla RTI anche il marchio rassicurante della Croce Rossa Italiana, nella speculare gara bandita dalla ASL Napoli Uno, la più grande d’Europa, sempre riguardante il servizio 118.

Ma non finisce qui. C’è un professionista che si chiama Maurizio Imperato e rappresenta una sorta di gradiente, una sorta di fusione dell’avventura comune e in comune di Bourelly e della Confraternita Misericordia alla ASL Napoli 1.

Un magistrato capacissimo e tenacissimo che abbiamo imparato a stimare negli anni in cui ha lavorato in procura a Santa Maria Capua Vetere, stiamo parlando della PM Maria Di Mauro, ha indagato Imperato in quanto consulente tecnico destinato all’ufficio gare per la Misericordia, insieme a Guido e ancora Guido Bourelly (presumibilmente cugini diretti).

I reati contestati sono molto gravi, addirittura la concussione in concorso. E se c’è la concussione, vuol dire che c’è almeno un altro indagato che, svolgendo funzione di pubblica amministrazione, ha fatto pressioni su imprenditori per ottenere qualcosa in cambio di un proprio intervento finalizzato all’aggiudicazione di quell’appalto alla RTI formata dalla Misericordia, CRI e Bourrelly.

Pensare che la partecipazione della Confraternita Misericordia alla gara di Caserta sia stata realmente finalizzata alla volontà di vincerla, nonostante tutto quello che era successo e al netto della possibilità, dell’abilitazione che la legge le consente è a nostro avviso ingenuo, quantomeno ingenuo. Pensare ad una reale concorrenza tra la Misericordia e la Bourelly significa dare un senso e riconoscere la piena riuscita di un’operazione ben congeniata. Abbandonando, infine, a valutazione di opportunità e incamminandosi, seppur gradualmente, in quella della legalità e della legittimità, resta che due persone, due imprenditori, cioè i Guido Bourelly, indagati insieme ad un funzionario dell’ASL NA1, insieme al capo dell’ufficio gare della Misericordia, per concussione in concorso, turbativa d’asta e frode in pubbliche forniture, si sono aggiudicati e hanno in mano buona parte del servizio 118 dell’ASL di Caserta, che passa così dalla padella alla brace.

Ci chiediamo se queste valutazione abbiano attraversato i pensieri del direttore generale Ferdinando Russofirmatario della delibera di aggiudicazione definitiva, quelli del direttore amministrativo Amedeo Blasotti e del direttore sanitario Marco De Fazio, che pure la realtà dell’ASL Napoli Uno la conosce bene e che avrebbe avuto anche la possibilità, avendoci lavorato all’interno e ben sapendo quali fossero le caratteristiche del funzionario dell’azienda sanitaria, Luigi Di Guida, di riflettere ancora di più.

Una chiosa, infine, che ad oggi possiamo includere solo come domanda e che poniamo tranquillamente alla governance dell’azienda sanitaria: è vero che la Bourrelly non ha ambulanze e che a Caserta utilizza le storiche vettura della Misericordia? Se è una chiacchiera da bar, siamo pronti a scriverlo a caratteri cubitali. Se invece, è vero, altro che pappa e ciccia, dato che la Confraternita, dopo il giochino dello scarto, sarebbe la co-vincitrice dei due lotti, rientrando dalla finestra grazie a questo avvalimento di fatto, dopo essere uscita dalla porta di un’esclusione che farebbe a quel punto ancora più ridere.

Come si suol dire, ci tocca di nuovo, dopo aver svelato l’esito della gara, di stare attentamente sul pezzo.