BIODIGESTORE CASERTA. La Sovrintendenza scrive alla Regione e ufficializza: “Il Comune non ci ha mandato le carte”

10 Dicembre 2021 - 19:16

Caserta (pasman) – Inizia a diradarsi la nebbia della cortina fumogena delle forzature, delle approssimazioni e delle omissioni con cui l’amministrazione comunale ha cercato di avvolgere l’improponibile progetto del biodigestore casertano – che noi contestiamo in quanto progettato a 200 metri in linea d’aria dalla Reggia – per forzarne la realizzazione a tutti i costi.

Le carte progettuali sono sempre state sospettabilmente poco chiare e convincenti, specie per quanto riguarda l’inconcepibile vicinanza dell’opera alla Reggia di Caserta, a dispetto di quella buffer zone – cosiddetta zona cuscinetto o di rispetto, che abbiamo sentito invocare accademicamente da tutti i politici nostrani in migliaia di convegni, salvo poi fare spallucce all’atto pratico  – che dovrebbe salvaguardare il nostro massimo monumento.

È vero che molte associazioni cittadine e i comuni confinanti con Caserta si stanno opponendo, anche al cospetto della Regione Campania, alla realizzazione di questo stabilimento di compostaggio di notevole impatto ambientale e paesaggistico. Ma ci sembra di poter dire che il Comitato Caserta Grida No al Biodigestore Anaerobico abbia, con l’impegno tenace, ottenuto il massimo possibile.

Oltre alla protesta ed alla denuncia, ha fatto ciò che, per svariati motivi, molti altri non fanno. Ha voluto accedere direttamente ai documenti amministrativi, quelli che – nelle nostre realtà, a cominciare dal Comune di Caserta – sono in un modo o nell’altro, con una scusa o meno, con un cavillo formalistico vero o presunto ai limiti dell’invenzione, in tutto od in parte inaccessibili.

Messosi di buzzo buono, esso compulsava la Soprintendenza ai Beni Culturali casertana richiedendole copia del parere di sua competenza sulla compatibilità del biodigestore rispetto al vincolo monumentale vigente sull’area di Ponteselice dove l’opificio si vorrebbe far sorgere.

Già lunedì scorso abbiamo riferito ai nostri lettori sulla risposta della Soprintendenza  (leggi qui l’articolo), la quale rappresentava come essa non avesse potuto esprimersi sull’opera a causa della insufficienza della relativa documentazione pervenutale dal Comune di Caserta. Oggi questo fatto incredibile viene ribadito dalla lettera pubblicata in calce, che stamattina la stessa Soprintendenza ha inoltrato alla Regione Campania. Come vi si legge, a conclusione del ricapitolo della vicenda procedimentale:

In buona sostanza, le carte del biodigestore sono andate avanti, persino tortuosamente, sino alla Regione Campania per l’assoggettabilità del progetto alla c.d. VIA – ostrogotismo per indicare il fatto che la Regione deve valutare se l’impianto è sostenibile dal punto di vista ambientale in senso ampio – prive di un atto fondamentale, quello di competenza della Soprintendenza, che, trattandosi della Reggia, hai detto niente.

Il Comitato ha rimarcato la circostanza con il seguente e più che esplicito post pubblicato sul suo profilo Facebook.

Il comitato “Caserta grida No al bioDigestore anaerobico” ribadisce che la Soprintendenza non avendo ricevuto alcuna documentazione da parte del Comune di Caserta, sottolinea oggi il mancato consenso a tale realizzazione del MOSTRO.
Il sindaco Marino continua a sperperare (quasi 2 milioni di euro) senza avere autorizzazioni, terreni, presenta progetti variando le altezze da 12mt a 7mt, scrive erroneamente ma volutamente “compost” di alta qualità, quando invece lo scarto di un digestore non potrà mai essere un fertilizzante ma solo veleno per le nostre terre . Ecco che la Soprintendenza oggi 10 dicembre 2021, dopo che lunedì 6 dicembre, abbiamo pubblicato la nota della conferenza dei servizi, ribadisce il concetto che Marino finge di non capire, non vedere, nessuno vuole dare pareri, si girano tutti dall’altra parte perché questo insediamento industriale altamente inquinante a Caserta non si farà”.
Qui appare ovvio chiedersi se una pratica talmente eterodossa da parte del comune di Caserta sia concepibile. Il quale agisce come se non esistessero i principi di buon andamento, di correttezza istituzionale, di economicità a disciplinare l’azione amministrativa pubblica. Cioè fa come gli pare. Noi, sicuramente stretti di mente, ci diamo una sola spiegazione. Il Comune non teme, evidentemente, controlli né interferenze di sorta. Non diciamo giudiziari, ma neppure di quell’organo di vigilanza generale sulle pubbliche amministrazioni locali e territoriali che è la Prefettura. Perché essa intervenga, che altro deve succedere oltre a questo ed l’oltre milione di euro di soldi pubblici già sfumati?
QUESTA LA LETTERA DI OGGI DELLA SOPRINTENDENZA DI CASERTA ALLA REGIONE CAMPANIA SUL BIODIGESTORE