Trasferimenti dall’Asl ai Comuni. Indagine della Procura della Repubblica. Sotto osservazione anche i rapporti con il sindaco Nicola Esposito e il consigliere regionale Giovanni Zannini

8 Marzo 2022 - 12:41

LUSCIANO (G.G.) – Nelle 60/70 puntate da noi dedicate alle turpi vicende accadute nel Dipartimento della Neuropsichiatria dell’Asl Caserta, per intenderci l’affaire Carizzone-Stabile e Company, abbiamo anche fatto cenna ad una non chiara procedura di trasferimento riguardante il dipendente della stessa Asl Saverio Misso, già consigliere comunale di Trentola.

Prima dell’esecuzione dell’ordinanza, Misso è entrato a far parte dell’organico del Comune di Lusciano all’interno della Ripartizione Ambiente e Rifiuti.

Ciò ha voluto il sindaco Nicola Esposito.

Su questo trasferimento è stata, a quanto pare, attivata l’azione penale da parte della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Aversa-Napoli Nord.

A occuparsene sarebbe lo stesso Pm che ha condotto l’indagine sulle porcherie del Dipartimento di Neuropsichiatria, vero Feudo del potere della famiglia Stabile e del sindacato Fials, Giovanni Corona.

Vanno evidenziati i fatti certi che connotano questa vicenda. Il primo riguarda lo status giudiziario di Saverio Misso, pesantemente indagato nella nell’indagine sul Dipartimento Asl di Aversa.

Diciamo pesantemente perché, ad oggi, la complessità di quell’inchiesta e il coinvolgimento di un numero molto alto di persone, sta rallentando le procedure, già di per sé complesse, che conducono dalla notifica del decreto di conclusione delle indagini ai sensi dell’articolo 415 CPP, alla formulazione di una richiesta di rinvio a giudizio, da parte del Pm, con l’automatica trasformazione dello status delle persone coinvolte da indagate a imputate, oppure alla richiesta di archiviazione.

Dunque, ribadendo che Saverio Misso, ad oggi, è ancora solamente un indagato, va segnalato che se il Pm, che conosce a fondo e in ogni piega le situazioni principali e complementari relative al funzionamento (si fa per dire) di quel dipartimento dell’Asl, ha deciso di indagare ancora sul fatto specifico del trasferimento di Saverio Misso al Comune di Lusciano, è evidente che ci sia qualcosa che non torna in questa procedura.

E qui si completano le circostanze certe che, a nostro avviso, vanno corredate con altre circostanze da cui non si può dedurre nulla, non essendoci in giro prove contrarie, ma che comunque devono essere evidenziate per completezza di informazione.

Possiamo dire, infatti, che i processi amministrativi, vedi assunzioni, promozioni o trasferimenti, siano stati e siano impermeabili alle influenze e alle intrusioni della politica?

Chi risponde affermativamente, avrà il problema di trovarsi un altro Dipartimento di Neuropsichiatria, visto ciò che succedeva in quello di Aversa, per andarsi a ricoverare.

La politica comanda ed è determinante.

Neanche però si può affermare che il 100% delle operazioni avvenga per volontà o per indicazione della politica e dei politici locali.

Diciamo un 80% sì, un altro 20% per ingerenze improprie delle burocrazie interne, portatrici di interessi personali non collegati a quelli della politica.

E capita, probabilmente per sbaglio, che qualche assunto, qualche promosso o qualche trasferito ottenga i suoi obiettivi per effetto di una normale e fondamentalmente corretta procedura amministrativa.

Non possiamo certo affermare a priori che Saverio Misso non abbia beneficiato di una procedura regolare. Non lo può, allo stato, sostenere nemmeno il Pm, che però indaga proprio per stabilire se Saverio Misso sia o meno una mosca bianca.

Andando ad esaminare poi il resto dello spettro di possibilità, non possiamo non evidenziare, con la stessa nettezza con cui abbiamo esposto l’ipotesi precedente, che nel trasferimento di Saverio Misso sia stata decisiva la volontà del sindaco di Lusciano Nicola Esposito, che noi conosciamo bene.

Spesso Esposito ci è anche risultato simpatico per la sua spassosa grossolaneria.

Ma avendolo studiato anche nelle ordinanze che lo hanno portato, ad esempio, ad essere rinviato a giudizio per l’arcinota vicenda dei progetti finanziati dalla Regione nel suo Comune, abbiamo maturato la convinzione che si tratti di una persona molto concreta.

Di un politico che non sta lì a valutare i connotati meritocratici, considerando il potere un obiettivo da raggiungere ma anche da coltivare giorno per giorno attraverso l’adesione convinta a cartelli politico-elettorali considerati affidabili in relazione alla propria sensibilità, al modo di vedere il mondo e le istituzioni.

Su questo Esposito è stato preciso e perentorio, diventando uno degli esponenti di punta dell’area politica che fa riferimento al consigliere regionali Giovanni Zannini.

Li abbiamo visti e ascoltati i comizi fatti da Nicola Esposito durante la campagna elettorale delle regionali del 2020, con un raggiante Zannini che già pregustava la tonnellata di voti che avrebbe poi ineluttabilmente conquistato a Lusciano, al suo fianco.

Ciò non vuol dire che Zannini c’entri qualcosa nel trasferimento di Saverio Misso dagli organici dell’Asl a quelli del Comune di Lusciano proprio nei giorni immediatamente precedenti all’esplosione del caso giudiziario del Dipartimento in cui operava.

Non significa, ma tutte le condizioni, quelle che declinano fatti certi e quelle che espongono lo scenario dei posizionamenti politici, meritano di essere approfondite – e questo lo pensa evidentemente anche il Pm Corona – da un’indagine giudiziaria.

Saverio Misso è stato un fervente elettore di Giovanni Zannini.

Questo si per sé, in via principale, non significa nulla sull’evoluzione dei fatti come l’abbiamo esposta e come la sta esaminando la Procura di Aversa.

Visto che, però, la storia politico-elettorale di Zannini si interseca con gli entusiastici impeti di Nicola Esposito, sindaco di Lusciano, e di Saverio Misso, ex consigliere comunale di Trentola Ducenta con un passato forzista, l’indagine diventa doverosa e rappresenta un qualcosa di utile anche a tutela dei diritti dello stesso Misso, di Nicola Esposito e di Giovanni Zannini.