ASI contro FIREMA. E all’improvviso la Pignetti si trasformò in Catone il censore. Il ruolo di Anthony Acconcia e la credibilità che il Consorzio non ha e non avrà mai con questa governance
10 Marzo 2022 - 20:49
In calce al nostro articolo, i comunicati stampa del sindaco di Caserta Carlo Marino e quello a firma Asi
CASERTA – (g.g.) “Sono le 20, sono le 20…“, così cantavano gli Audio2. E le 20 sono anche l’orario della nostra meditazione. Per cui, automaticamente, siamo propensi a schierarci con chi accoglie, nel proprio territorio, il fiume Gange, luogo tra i luoghi delle culture e delle religioni, dell’abbandono e del silenzio, luogo tra i luoghi deputato al dialogo dell’uomo con se stesso, così come sperimentarono i mitici Beatles in un loro famoso viaggio, avvenuto nel 1968, e non invece con chi magheggia, un giorno sì e l’altro pure, tra delibere, determine spesso controverse, spesso di dubbia legittimità e di ancor più dubbia legalità.
Per cui, in questo scontro tra la Titagarh, multinazionale indiana che circa 7 anni fa rilevò e salvò 400 famiglie dei dipendenti Firema, azienda casertana dedita alla costruzione di infrastrutture ferroviarie, e l’Asi della presidente Raffaela
A prescindere, non solo per il motivo appena detto, ma anche per un altro: leggendo il comunicato dell’Asi di Caserta – per la prima volta nella storia non contrassegnato dall’anagrafica della presidente Pignetti – apprendiamo che l’iniziativa di revocare l’assegnazione dei suoli, di proprietà Asi, in quanto la Titagarh non si è mai convenzionata con il consorzio delle Aree industriali, sarebbe frutto di una rigorosa applicazione delle norme vigenti dentro ad una narrazione attraverso cui l’Asi di Caserta si attribuisce le stimmate del grande testimone della legalità.
Ora, siccome sono le 20, non entreremo nel merito della decisione assunta dal comitato direttivo, dunque dai signori Raffaela Pignetti, Alessandro Rizzieri, forse anche Nicola Tamburrino, dal signor Gianni Comunale, tutti profeti, sacerdoti e gagliardi testimoni di una morale e di un’integrità modellata sui principi dello stato di diritto.
Tamburrino, Rizzieri, Comunale, Pignetti: gente competente, densa di cognizioni giuridiche, gente formatasi nel brodo di coltura di uno Stato, di una nazione, le cui ragioni e il cui ordinamento prevalgono su tutte le altre ragioni e su tutte le altre considerazioni. Per cui, gli indiani, di fronte a tali stature morali, incartassero e portassero a casa.
E neppure vogliamo metterci a maliziare sulla partnership tra la Titagarh-Firema, che, ribadiamo, dà lavoro a 400 dipendenti, e la Air Campania, società della Regione, il cui dominus operativo è proprio quell’Anthony Acconcia che bene bene non si è lasciato con l’Asi, che lo epurò letteralmente per lesa maestà, in quanto non prono ai desiderata della presidente Pignetti e del suo pigmalione Stefano Graziano.
Diamo pure per buona che la decisione, assunta dall’Asi, sia corretta. Peraltro abbiamo la sensazione che corretta lo sia per davvero. Il problema è che un Consorzio, un ente del genere, questa presidente e questo comitato direttivo, cioè una governance che ha gestito così come ha gestito, non è che possano stare lì, all’improvviso, ad alzare il ditino e a far seguire alle note di biasimo, atti amministrativi draconiani.
Questo lo potrebbe fare chi si è mosso sempre alla stessa maniera, con uniformità, omogeneamente rispetto alla relazione, mai concepita in maniera discrezionale, tra le singole fattispecie e tutto ciò che prescrivono le norme, quelle norme che oggi vengono comicamente invocate in quanto rigorosamente rappresentative dell’unica ragione che ispirerebbe ogni decisione dell’Asi di Caserta.
Non sappiamo se domani avremo tempo da perdere, perchè è tempo perso, vista l’impunità di questi sistemi da noi denunciati da anni e che ci hanno costretti a sopportare il fio di tonnellate di querele e di citazioni, tante, così tante soprattutto perchè gli avvocati non li ha mai pagati di tasca propria il presidente Pignetti, venendo remunerati (più di 60mila euro di incarichi solo per agire contro di noi) dalle casse pubbliche del consorzio, grazie alle compiacenti delibere approvate anche dai profeti di cui sopra.
Se lo vorremo perdere ancora, se invece, da inguaribili idealisti, lo vorremo ancora perdere (il tempo), produrremo un elenco sintetico con una decina di fatti, di situazioni in cui, come abbiamo dimostrato con tanto di ampia esposizione di leggi e di norme, tutta questa virtù, tutta questa intransigente aderenza alla lettera non interpretata della legge, l’Asi di Caserta, soprattutto per quanto riguarda gli affari del comparto di Aversa nord, non l’ha dimostrata affatto.
QUI SOTTO IL COMUNICATO DEL SINDACO CARLO MARINO
«In questo momento la mia unica preoccupazione è rivolta alla sorte degli oltre 400 lavoratori Titagarh-Firema che rischiano il posto di lavoro. Per questo motivo invito tutti i soggetti interessati, pubblici e privati, a sedersi intorno a un tavolo per trovare immediatamente una soluzione negoziata che salvaguardi soprattutto l’interesse di questi dipendenti e della città di Caserta».
A dirlo è il sindaco di Caserta e presidente di Anci Campania, Carlo Marino, che manifesta “la sua più viva preoccupazione per il contenzioso aperto dal Consorzio Area Sviluppo Industriale (Asi) di Caserta nei confronti della Titagarh-Firema, storica azienda che produce carrozze ferroviarie” a cui è stata inviata una delibera di «revoca assegnazione suolo».
«Senza voler entrare nel merito della vicenda – aggiunge Marino – ritengo allarmante che, nel momento in cui siamo alle prese con due gravissime emergenze come la pandemia da Covid e gli effetti della guerra in Ucraina, si apra un terzo inopinato fronte per una vicenda che si trascina da anni. Occorre in questo momento grande responsabilità istituzionale per trovare le ragioni comuni di un’intesa che abbia come stella polare la difesa dei posti di lavoro in una realtà, come l’area casertana, già molto sofferente dal punto di vista occupazionale».
La vicenda della revoca dei terreni dell’area Asi alla Titagarh-Firema ha dei riverberi su Air Campania srl, società che da qualche mese gestisce il trasporto pubblico locale nelle province di Caserta, Benevento e Avellino e a cui sono state fittate alcune di quelle aree.
«E’ singolare – conclude il sindaco Marino – che l’iniziativa del Comitato direttivo del Consorzio Asi, la cui prevalente finalità è di rispondere alle esigenze e all’utilità generale dell’ambito territoriale di competenza, si scarichi a cascata su un’altra società regionale come l’Air Campania in un corto circuito istituzionale davvero inopportuno e sconcertante».
QUI SOTTO IL COMUNICATO DELL’ASI
Piena disponibilita’ “a riportare la situazione nell’ambito della legalita’” e “nessun effetto nei confronti dei livelli occupazionali”, E’ quanto assicura il Consorzio Area Sviluppo Industriale di Caserta (Asi) in una nota con cui torna sulla decisione del suo comitato direttivo di revocare l’assegnazione dei suoli all’ azienda ferroviaria Titagarh-Firema, attiva a Caserta con 400 dipendenti, che dal 2015 non si e’ mai convenzionata con l’ Asi, proprietaria dei terreni. La multinazionale indiana Titagarh, che nel 2015 acquisi’ Firema salvandola dal fallimento, deve dunque convenzionarsi con l’Asi per regolarizzare la posizione. L’ Asi ribadisce “la propria disponibilita’ a riportare la situazione nell’ambito della legalita’ a tutela dei lavoratori, ma e’ necessaria la collaborazione dell’azienda”. “Il provvedimento di revoca dell’assegnazione – aggiunge l’ente di sviluppo – e’ un atto dovuto, con cui e’ stata chiesta la regolarizzazione delle procedure amministrative nell’interesse pubblico e di uno sviluppo corretto e trasparente dell’area industriale. Nessun effetto, tale provvedimento, puo’ provocare nei confronti dei livelli occupazionali dell’impresa, bensi’ puo’ essere uno stimolo per tutti a continuare a lavorare nel pieno rispetto delle regole previste dall’ordinamento regionale e nazionale. L’unica cosa sconcertante e inopportuna – conclude l’ Asi – e’ non comprendere la linearita’ dei procedimenti amministrativi resi nell’assoluto rispetto delle norme”.