CAMORRA&SANITÀ. La Dda spiega come il clan dei Casalesi dettava legge e come ha gestito, per anni, la Rsa di via De Falco a Caserta
13 Marzo 2022 - 19:36
Il certosino lavoro di indagine realizzato dalla Squadra Mobile ha scoperchiato rapporti bancari, conti, e ha rivelato incontri multipli a dimostrazione che Orlando Diana, Maurizio Zippo, Antonio Fabozzi e Antonio Di Caterino, cugino della moglie di Diana, fossero in pratica la stessa cosa. Quando arrivò Pasquale Capriglione…
SAN CIPRIANO D’AVERSA – Le cooperative Il Volo, Primavera, Koinè, Amame, più la società “Non solo caffè” sono la stessa cosa.
È stato un lavoro certosino quello effettuato dai poliziotti della Squadra Mobile di Caserta che, su mandato della Dda di Napoli, stanno scoperchiando un vero e proprio sistema destinato a dimostrare che il clan dei Casalesi, attraverso dirette diramazioni imprenditoriali, controllava la maggior parte delle attività, lautamente remunerate, di erogazione di servizi sociali e socio-sanitari, aggiudicandosi decine di gare bandite dai Comuni, dai consorzi intercomunali d’Ambito e dall’Asl di Caserta.
Il lavoro si è focalizzato sulle intercettazioni telefoniche-ambientali, ma non solo: transazioni bancarie per centinaia di migliaia di euro hanno rappresentato la realtà di un flusso stabile e sistematico di denaro tra queste cooperative, Amame e Il Volo, e tra quest’ultima (che aveva o ha ancora un conto corrente presso la filiale casertana Monte dei Paschi di Siena) e la Srl “Non solo Caffè”.
Orlando Diana, Maurizio Zippo e Antonio Fabozzi, quest’ultimo formale legale rappresentante di Amame, sono degli amiconi.
Al punto che, il giorno 8 luglio 2020 vanno a festeggiare insieme il compleanno di Orlando Diana nel ristorante “Le delizie del Mare” di Lusciano.
E ancora, dopo aver lasciato i telefonini in auto, sempre i soliti tre si ritrovano all’Hotel Capys.
Tornando alle transazioni bancarie, dall’agosto 2017 allo stesso mese del 2020, sono ben 29 i bonifici che escono dal conto corrente della Coop. Il Volo all’indirizzo della società Non solo caffè.
Risulta del tutto evidente, dunque, agli occhi degli inquirenti, il fatto che questa triade ad alto sospetto camorristico, almeno per quel che riguarda Diana e Zippo, ha fatto soldi a iosa dopo essersi aggiudicato la gara Asl per la gestione di tutti i servizi della Rsa di Caserta, fino a quando una interdittiva antimafia ha interrotto, sulla carta, la gestione in comune di Diana e di Zippo, con il primo in esercizio da solo per un altro mese fino all’avvento della cooperativa “Il Sole che Ride”, appartenente al Consorzio Nestore di Pasquale Capriglione che, come abbiamo visto non è estraneo rispetto agli interessi di Casal di Principe, di quel Ginotto Lagravanese che interviene direttamente su sollecitazione dei Bortone di Lusciano, socio di fatto di Capriglione, per pacificare le rimostranze di Orlando Diana e di Maurizio Zippo, i quali desideravano rientrare dalla finestra, dopo essere usciti dalla porta, nella gestione della Rsa, all’interno della quale operava anche il bar della società Non solo caffè di Antonio Di Caterino.
E qui, se permettete, una piccola mano l’abbiamo data pure noi all’indagine in questi ultimi giorni, lavorando in loco, cioè a San Cipriano d’Aversa, e rivelando che Antonio Di Caterino è il cugino di Giuseppina Barbato, già presidente del consiglio comunale di San Cipriano, dimessasi a febbraio scorso, rimanendo ancora consigliere comunale grazie ai 650 voti di preferenza a cui ha contribuito sicuramente anche il marito Orlando Diana, oggi indagato e ieri – correva l’anno 2010 – super assessore della giunta di Enrico Martinelli.
Dunque, Antonio Di Caterino ha rapporti strettissimi e di totale sudditanza rispetto a Orlando Diana anche perché è strettamente imparentato con la moglie di questi, la quale a proposito di cugini, vanta anche una diretta parentela con Francesco Barbato, uno degli uomini di camorra più vicini a Nicola Schiavone e divenuto anche lui collaboratore di giustizia.