L’INTERVENTO Il preside del Diaz Luigi Suppa: “Riparte il nuovo anno scolastico ma i vecchi problemi restano irrisolti”

14 Agosto 2022 - 19:41

Riceviamo e pubblichiamo la nota del dirigente scolastico del liceo scientifico di Caserta, tra le incertezze di un governo dimissionario, i conflitti della campagna elettorale e la precarietà pandemica

 

“Con l’anno appena trascorso termina – ma forse è solo una speranza! – un periodo particolarmente impegnativo per il mondo della scuola, che ha dovuto affrontare, oltre ai problemi di sempre, anche quelli legati alla pandemia. 

Certo a parole le scuole sono state sempre una priorità del governo, ma di fatto sono stati i singoli dirigenti a doversi fare carico di una miriade di problemi, negli ultimi tempi legati anche all’emergenza sanitaria, in nome di una tanto sbandierata autonomia scolastica, regolamentata dal dpr 275/99 ma evidentemente strumentalizzata e concessa soltanto per risolvere determinate situazioni.  L’accresciuto potere dei presidi, divenuti dirigenti in virtù del D.lgs. 59/1998, è dunque spesso soltanto apparente: gravati  da  responsabilità di non poco conto e da una burocrazia soffocante, questi ultimi, in effetti, possono dedicare un tempo decisamente limitato alla didattica, alle esigenze degli studenti e ai veri problemi della scuola.

Le classi affollate, che già in tempi precovid non consentivano una formazione adeguata ed efficace dei discenti e che con la necessità del distanziamento dovuta alla pandemia si sperava restassero soltanto un lontano ricordo, nonché gli edifici e le strutture, che in alcune zone d’Italia risultano insufficienti e fatiscenti, rappresentano i principali mali della scuola che contribuiscono ad abbassare il livello delle competenze degli studenti italiani. Inutile dunque fare altri tipi di investimenti, al limite per progetti poco efficaci se non addirittura inutili, se non verranno prioritariamente  risolti tali problemi e poi tanti altri come quello di una formazione davvero seria e continua del personale, i cui compensi attualmente sono di gran lunga inferiori rispetto alla media europea, quello dello snellimento, non solo a parole, delle pratiche burocratiche, e così via.

Tutti coloro che parlano di milioni di euro investiti o di una scuola al centro della questione politica cosa rispondono e cosa hanno fatto per risolvere tali annosi problemi?  Dove erano quando anche quest’anno sono stati allestiti gli organici, passo fondamentale per formare classi meno numerose che davvero avrebbero migliorato l’efficacia dell’azione formativa della scuola italiana? Dall’alto solo parole e slogan retorici e populisti, mentre si ha l’impressione che la scuola italiana sia sempre allo status quo; e poiché de nihilo nihil  la pandemia passerà e noi ci troveremo nuovamente e inesorabilmente con classi molto affollate ed i problemi di sempre; la didattica a distanza diventerà un ricordo e non potrà essere più l’alibi per giustificare il basso livello di competenze degli studenti italiani, sempre più in discesa nel panorama europeo, mentre si continuerà a non fare pressoché nulla, ma nel contempo a ripetere che la scuola è una priorità nazionale, cavalcando  l’onda della demagogia.

In verità negli ultimi mesi sembrava che davvero si stesse facendo qualcosa per la scuola italiana, in particolare a livello di finanziamenti,  anche se in maniera frammentaria e disorganica, ma proprio ora, in una fase molto delicata per la nazione a rischio di  recessione e in prossimità, tra tante incognite, del nuovo anno scolastico, si è pensato di far cadere il governo, gettando ulteriori ombre sui prossimi mesi. Si spera a questo punto che, specie coloro che hanno governato e, sfiduciando il governo, hanno sfiduciato sé stessi, abbiano il buon senso di operare scelte diverse per il proprio  futuro e per quello degli italiani. 

Messe da parte le vane speranze e le disillusioni, è il momento di appellarci allo spirito di servizio, che fortunatamente anima molti dirigenti e docenti, per cercare di avviare con ottimismo il nuovo anno scolastico riducendo per quanto possibile i prevedibili disagi: lo dobbiamo agli studenti che hanno il diritto di formarsi adeguatamente e serenamente in modo che possano contribuire in maniera seria e consapevole alla costruzione di una società migliore”.

Luigi Suppa