ESCLUSIVA. Il voto al microscopio/2: ecco i numeri del Pd, di Più Europa, di Di Maio e dei Verdi-Sinistra nell’aggregato della provincia di Caserta. Quanto hanno inciso o non inciso Tommaso De Simone, Stefano Graziano, Antonio Dell’Aquila, Pino Riccio e l’uscente Marianna Iorio

11 Ottobre 2022 - 19:21

Dopo il primo approfondimento di ieri, dedicato al risultato dei partiti del centrodestra, Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega e Noi Moderati, sempre nell’aggregato originale ed esclusivo della provincia di Caserta, oggi è la volta del centrosinistra. Domani chiuderemo questa prima analisi territoriale, che poi sarà seguita da ulteriori scomposizioni che interesseranno i collegi camerali o anche i singoli Comuni o aggregati di essi, sviluppando i numeri relativi ai risultati raccolti, al Senato e alla Camera, dal Movimento 5 Stelle e dalla lista Azione-Italia Viva.

CASERTA (g.g.) Continuiamo il lavoro, iniziato ieri, per fornire ai nostri lettori cifre che nessuna statistica ufficiale o ufficiosa ha fornito, dato che si tratta di aggregati non incidenti nella ripartizione dei seggi per la Camera e per il Senato. Questa irrilevanza elettorale è inversamente proporzionale alla rilevanza politica. Come abbiamo scritto ieri, infatti, l’aggregato provinciale, cioè la messa a fuoco delle percentuali raggiunte da ogni partito, come media dei 104 Comuni della provincia di Caserta, è di gran lunga il più significativo per comprendere lo stato di salute di partiti e movimenti nel contesto territoriale di Terra di Lavoro. Oltre a ciò, sempre questo aggregato è l’unico utile a formulare, eventualmente, confronti con i risultati raggiunti dagli stessi partiti alle elezioni Europee e a quelle Regionali, anche in modo da comprendere quanto possa incidere l’elemento di prossimità, di radicamento dei candidati, i quali giocano, sia alle Europee che alle Regionali, anche una partita in proprio che dipende fino a un certo punto dall’appartenenza a questo o a quel partito. In poche parole, si può effettuare anche un confronto che consente di comprendere quanto contano e quanto spostano, nel computo complessivo dei voti dei diversi partiti e delle diverse liste, le preferenze che, al contrario, alle Politiche non possono essere espresse.

Se i collegi della Camera dei deputati fossero stati tutti e tre formati da Comuni della provincia di Caserta, sarebbe stato molto più semplice aggregare il dato provinciale, Sarebbe bastato sommare i tre risultati raccolti da ogni lista in ognuno dei collegi e saremmo arrivati a stabilire un totale assoluto con annessa media percentuale. Il problema consiste, come abbiamo più volte scritto, nel fatto che uno dei tre collegi uninominali maggioritari che ricadono sotto al cappello del collegio plurinominale proporzionale di Caserta e Benevento, è più sannita che casertano. Nel senso che al suo interno ci sono tutti i 78 Comuni della provincia di Benevento, a cui si aggiungono 28 Comuni della provincia di Caserta. Per cui abbiamo dovuto prima sommare i voti raggiunti da ogni partito in ognuno di questi 28 Comuni. Dopo di che li abbiamo aggregati, estraendo il risultato complessivo sempre nei 28 Comuni, per poi aggiungere questo numero a quello frutto della somma dei voti riportati da ognuna delle liste nell’aggregato dei 24 Comuni del collegio uninominale maggioritario di Caserta e, infine, il risultato complessivo, lista per lista, relativo all’aggregato frutto delle somme nei 52 Comuni appartenenti al collegio uninominale maggioritario di Aversa.

Nessun problema, invece, per il Senato, visto e considerato che il collegio uninominale è uno solo e comprende tutti i 104 Comuni della nostra provincia, compresi i 28 che alla Camera stanno con la provincia di Benevento e che, invece, al Senato sono associati a tutti quelli compresi nei collegi uninominali maggioritari di Caserta e di Aversa.

Va chiarito che il problema della riassegnazione dei voti attributi solamente ai candidati in carne ed ossa nel collegio uninominale di Benevento e Caserta non esiste.

Questa legge elettorale, assolutamente manicomiale, sancisce, infatti, che i voti attribuiti esclusivamente al candidato dell’uninominale attraverso il segno calcato solo sul suo nome e senza accompagnarlo con ulteriori segni che vadano a premiare i partiti collegati a quel candidato, debbano, alla fine dello spoglio, essere assegnati comunque alle liste della coalizione, in proporzione al peso percentuale da ognuno di esse raggiunto nel computo complessivo del voto riguardante la data coalizione. Mentre al Senato, la uniformità del collegio ci consente di acquisire un dato che il Viminale ha già completato con le assegnazioni ulteriori dei voti attribuiti solo al candidato inteso come persona, ci si può confondere e si può rimanere a pensare affrontando la stessa questione nei collegi della Camera dei deputati. O meglio, tutto ok con la pubblicazione dei dati ufficiali per quanto riguarda i numeri complessivi di collegio, anch’essi completati dall’aggiunta in quota parte di quelli attribuiti segnando la ics solo sul nome del candidato. Per cui, sia i voti dei 24 Comuni del collegio di Caserta che quelli dei 52 Comuni del collegio di Aversa sono già perfezionati. Diverso, o meglio, parzialmente diverso è il discorso per quanto riguarda il collegio di Benevento-Piedimonte Matese.

Avendo noi dovuto addizionare le schede scrutinate e attribuite a questo o a quel partito, per ognuno dei 28 Comuni, escludendo i 78 della provincia di Benevento, che costituiscono comunque parte integrante del collegio, non abbiamo fisicamente la possibilità di associare un numero rappresentativo della somma dei 28 Comuni che comprenda anche una parte, pari a 28/106esimi, dato che sono 106 i Comuni di questo collegio, che vada ad incidere sul voto di ogni singolo partito, così come questo risulta dalle schede del Viminale, da noi esaminate e utilizzate manualmente per ognuno dei 28 comuni. Se è vero, infatti, che nella scheda di ognuno dei Comuni troverete l’indicazione dei voti validi per l’uninominale e dei voti validi per il plurinominale, è anche vero che ciò consentirà solamente di estrapolare il numero delle schede in cui l’elettore ha espresso il proprio voto solo sul nome del candidato, senza fornire una indicazione di partito e, quindi, affidando al metodo che vi abbiamo illustrato, l’assegnazione in quota parte e frazionale del suo voto ai partiti collegati al nome gratificato da un voto personale. E’ impossibile, perché l’unico dato aggregato che potremmo tirar fuori sarebbe quello frutto della somma di queste differenze. Ciò ci permetterebbe di stabilire, nel computo complessivo dei 28 Comuni casertani quante schede sono state votate solo segnando la ics sul nome del candidato e non su quello di un partito della sua coalizione. Nulla più di questo. Non potremmo, invece, assegnare la cifra precisa partito per partito perché questa è un’operazione che si fa a livello di collegio. In pratica, si vede il dato finale di tutto il collegio, cioè dell’aggregato dei 28 comuni del Casertano e dei 78 comuni beneventani ed è su questo numero che si va poi a calcolare la percentuale di incidenza di ogni partito della coalizione sul risultato complessivo della stessa. Per fare un esempio, se nel centrodestra Fratelli d’Italia vale il 65% dei voti raccolti da tutta la coalizione, il computo realizzato nel collegio di Benevento e Piedimonte e che contiene, mettiamo, 1000 voti attribuiti esclusivamente al candidato all’uninominale Francesco Rubano, significherà che 650 di queste schede votate solo pro Rubano, andranno a Fratelli d’Italia e così via ovviamente sempre in quota percentuale. Ma il problema non è risolto, dato che occorrerebbe estrapolare da questi 650 voti riassegnati nel risultato aggregato di tutto il collegio, la quota parte che incide sulla cifra dei diversi partiti solo per quanto riguarda la porzione dei 28 Comuni. Dunque, come abbiamo scritto prima, la cifra equivalente ai 28/106esimi. Qualcosa si potrebbe fare sommando tutte le differenze registrate Comune per Comune, tra i voti validi dati sull’uninominale e i voti validi, sempre inferiori, attribuiti per il plurinominali. Ma anche il quel caso si tratterebbe di un numero che non chiarisce se ognuno di quei voti riguardi il candidato all’uninominale del centrosinistra, cioè Antonella Pepe, con la necessità di trasmetterlo in quota parte nei 28 comuni a ognuna delle liste centrosinistra, o se invece riguarda il candidato all’uninominale del centrodestra, il già citato Francesco Rubano, con la conseguenza di doverli poi riattribuire in quota parte a ognuna delle liste del centrodestra.

Ma siccome, tutto sommato non si tratta di significative differenze e noi vogliamo solamente utilizzare queste cifre per valutazioni di ordine politico e non per calcoli elettorali, i dati così come sono stati da noi aggregati alla Camera dei deputati li possiamo considerare come ufficiali, determinati integralmente.

Mentre ieri abbiamo affrontato le prime valutazioni relative ai voti raccolti dai partiti del centrodestra, oggi facciamo la stessa cosa con quelli riportati e da noi riaggregati su scala provinciale, dal centrosinistra, rimandandovi a domani per l’ultima sezione di questo particolare cluster, cioè quello del voto provinciale, quando inseriremo e valuteremo i dati di 5 stelle e della lista Azione-Italia Viva.

PARTIAMO DAL PD

Al Senato, dove si è candidato al maggioritario, come rappresentante dell’intera coalizione, il presidente della Camera di commercio, Tommaso De Simone, designato dal Partito democratico, il risultato del Pd si è concretizzato nella cifra di 47.478 voti, pari al 13.07%. Ricordiamo che il voto di partito coinvolge anche il contenuto della lista presentata nel collegio plurinominale di cui faceva parte la provincia di Caserta, a cui erano associate anche quelle di Salerno, Avellino e Benevento. Questa lista è stata capitanata dall’ex segretaria generale nazionale della Cgil, Susanna Camusso, risultata eletta, ma anche i salernitani Gianfranco Valiante, Eva Avossa e il casertano Andrea Boccagna, consigliere comunale del Pd nella città capoluogo. Alla Camera dei deputati, sempre relativamente all’aggregato della provincia di Caserta, il Pd ha raccolto 44499 voti pari al 12.28%. Andando a confrontare i due dati, stavolta assolutamente collegabili in quanto per la prima volta per il Senato hanno votato ache gli elettori tra i 18 e i 25 anni, esattamente come succede alla Camera, il Pd ha riportato, grazie evidentemente all’incidenza del candidato Tommaso De Simone, visto e considerato che al numero 4 la candidatura di Boccagna era esclusivamente testimoniale, quasi 3mila voti in più di quanti la lista del Pd ne ha raccolti alla Camera dei deputati. In poche parole l’apporto fornito dai tre candidati del partito negli uninominali, cioè la casertana Liliana Trovato, il sindaco di Gricignano Vincenzo Santagata e la sannita di Apice, Antonella Pepe non è stato rilevante quanto quello che da solo ha fornito Tommaso De Simone. Né è riuscito a compensare il divario il fatto che il capolista del Pd nella nostra provincia e in quella di Benevento, fosse il “casertano” teverolese Stefano Graziano.

Seconda lista classificata, Più Europa che, ricordiamo, presentava nella veste di capolista alla Camera il marcianisano Pino Riccio, nei giorni delle elezioni ancora in carica da assessore comunale nella giunta-Velardi. Al Senato Più Europa ha raccolto 7996 voti, pari al 2.20%. Schierava nel collegio comprendente oltre a quella di Caserta anche le provincia di Salerno, Avellino e Benevento, Bruno Gambardella nella veste di capolista, già assessore alla Cultura nel comune di Avellino, l’avvocato civilista casertano Drusilla De Nicola, Vincenzo Pastena e Valentina Cosimanti. Alla Camera, come si diceva, nel collegio plurinominale di Caserta e Benevento capolista il marcianisano Pino Riccio, seguito da Giuseppina Piccirilli, Vittorio Vallone, Tommasina Ferrentino. Il risultato, raccolto dal partito di Emma Bonino, è stato di 7419 voti, pari al 2.04%. In poche parole, al di là della piccola performance personale dei circa 80 voti raccolti a Marcianise, Pino Ricco non ha inciso. Anzi, il risultato di Più Europa in provincia di Caserta alla Camera è anche peggiore di 577 voti, con un differenziale percentuale di un -0.16%.

E’ la volta del terzo partito classificato nella coalizione di centrosinistra: al Senato la lista Alleanza Verdi-Sinistra ha raccolto 6607 voti, pari al 1.82%, candidando nel collegio di Caserta, Salerno, Avellino e Benevento Amalio Santoro, Anna Maria Naddeo, Antonio Emilio Caggiano e Maria Pia Pasolini. Alla Camera dei deputati, sempre relativamente al voto complessivo della provincia di Caserta l’alleanza tra Verdi e Sinistra ha riportato 7267 voti, pari al 2% netto. Dunque 660 voti in più di quelli riportati al Senato. Merito, probabilmente, del capolista casertano Antonio Dell’Aquila, affiancato dagli altri tre candidati Giuseppina Fontanella, Beniamino Rega e Silvia De Micco.

Concludiamo con i numeri di Impegno civico di Luigi Di Maio – Centro democratico. Al Senato il movimento fondato dal ministro degli Esteri ancora in carica in maniera veloce e sicuramente raffazzonata, ha raccolto, in provincia di Caserta in alleanza al Centro democratico di Bruno Tabacci 5487 voti, pari all’1.51%. Hanno rappresentato Impegno civico nel collegio plurinominale di Caserta, Salerno, Avellino e Benevento il capolista Antonietta Margherita Rebuffoni e Gaetano Giudice, Ramona Mirela Ilau e Nicola Grimaldi. Alla Camera, Impegno civico- Cd ha raccolto 6425 voti, pari all’1.77%. Dunque 938 voti in più, con un differenziale dello 0.26%. Hanno contribuito al voto per Impegno civico- Cd nel collegio plurinominale di Caserta e Benevento Pasquale Maglione, la deputata uscente di 5 Stelle che ha deciso di andare con Di Maio, la maddalonese Marianna Iorio, Giovanni Morfino e Maria Pallini.

Alla prossima puntata.