Ammazza il cognato e “confessa” nell’intercettazione. Si sta chiudendo il processo all’imprenditore Michele Patrizio Sagliocchi
24 Gennaio 2023 - 10:46
VILLA LITERNO – Sono passati 32 anni da quel 10 gennaio del 1990, il giorno in cui Antonio Miele fu ammazzato a Villa Literno da un colpo di pistola.
Secondo la procura, a premere il grilletto sarebbe stato il noto imprenditore Michele Patrizio Sagliocchi, che avrebbe sparato sotto casa della sorella Michelina, sposata con Miele.
Nel processo tenutosi ieri, lunedì, presso la Corte d’assise di Santa Maria Capua Vetere, i legali di Sagliocchi hanno interrogato gli ultimi testimoni e nella prossima udienza sarà il Pm a parlare, enunciando la requisitoria, ovvero l’atto con cui il pubblico ministero al termine del dibattimento formula le proprie richieste all’organo giudicante.
UNA CONFESSIONE INTERCETTATA
Il processo è nato a seguito di un’intercettazione captata dagli inquirenti in cui Sagliocchi, in quel momento agli arresti domiciliari e sotto intercettazione per un’altra vicenda, avrebbe raccontato dell’omicidio, sviluppatosi come atto per difendere la sorella, ad alcuni familiari.