Arrestato il vice presidente del Casale calcio. Per anni è stato il gestore della struttura di Sergio Pagnozzi che Nicola Schiavone definì come “cosa sua”
1 Luglio 2023 - 10:59
E’ uno dei 16 ammanettati nel blitz dello scorso 27 giugno contro i clan Contini e Attardo.
CASTEL VOLTURNO. Di Vincenzo Madonna abbiamo discusso, poco più di un anno fa, con la nostra collega Marilena Natale, la quale, con la focosa passione che ne connota la sua lunga battaglia contro i clan della criminalità organizzata di Casal di Principe e dintorni, era intervenuta su una questione antica, ma ritornata di attualità all’indomani delle denunce, che lo stesso Vincenzo Madonna asseriva di avere firmato, contro gli insediamenti del turismo e dello svago compiuti dall’imprenditore Gino Pellegrino, sindaco di Parete e oggi patron di Laghi Nabi, un luogo che, piaccia o no, è frequentatissimo e riscuote anche il gradimento di chi lo visita o vi trascorre delle ore di riposo e divertimento.
In quel contraddittorio molto rigoroso tra Marilena Natale e Vincenzo Madonna, la giornalista faceva riferimento al ruolo, svolto dal Madonna, nella struttura turistica che dagli anni 90 in poi, era attiva in un’area vicina, non la stessa occupata oggi dai Laghi Nabi, invece acquistata da una proprietà differente, diversa da quella per cui ha operato Madonna.
Chi conosce anche un poco la storia di Castel Volturno e del clan dei Casalesi, sa bene che si tratta di quell’area di ristoro, di intrattenimento, riconducibile al noto e molto chiacchierato imprenditore Sergio
Gli interessi patrimoniali napoletani di Vincenzo Madonna sono molto ampi. E’ proprietario di almeno una pasticceria e sviluppa fatturato nel settore delle auto a noleggio. Dall’ordinanza si capirà meglio ciò che nei comunicati stampa è espresso in maniera generale sul presunto ruolo di Vincenzo Madonna nel rent car di Capodichino. Aeroporto che costituirebbe un vero e proprio feudo per il clan Contini, il quale avrebbe monopolizzato anche tutti gli appalti del settore pulizie. Un potere e una potenza raccontata da un collaboratore di giustizia che vi ha appartenuto e che ai magistrati racconta di aver timore per la sua vita quando si deve spostare dalle località protette alle zone in cui deve svolgere le proprie attività di racconto, di collaborazione con la giustizia. Questo pentito teme soprattutto il proprio transito dall’aeroporto di Capodichino, dato che molto del personale interno, in diversi settori, è formato da soggetti inseriti dal clan Contini e che pososno, dunque, rappresenare anche una minaccia per lui.