NESSUNA SORPRESA. CASERTA tra le città in cui si lavora peggio in Italia: la classifica

3 Luglio 2023 - 15:42

CASERTA – Cambiano gli istituti, cambiano le fondazioni, eppure in ogni graduatoria relativa agli indicatori economici Caserta e la sua provincia si ritrovano sempre nelle ultime posizioni della classifica.

Chiaramente, non si tratta di un unicum nel valore meridionale-. Infatti, tra le città di prima categoria inserite dalla Aidp tra le città in cui la qualità del lavoro è più alta, non c’è nessun centro del sud Italia, visto che Cagliari, come tutta la Sardegna, fa storia a sé, vista la sua impronta fortemente autonoma.

Le motivazioni dietro quest’altra débâcle economica della provincia di Caserta e di tutto al sud sono varie.

Non volendo andare a riprendere la storia dell’Unità d’Italia, Cavour, Garibaldi eccetera, considerando che, comunque, di tempo ne è passato (162 anni), è difficile non notare come tra le province agli ultimi posti ci siano quelle terre in cui criminalità organizzata e un certo modo di fare politica clientelare in maniera padronale, con metodi da Primissima Repubblica, hanno influenzato pesantemente il contesto economico.

E i dati di Aidp, come le classifiche annuali de Il Sole 24 ore, ne sono diretta, inevitabile conseguenza.

LE PROVINCE IN CUI SI LAVORA MEGLIO E PEGGIO IN ITALIA

La fondazione Aidp, Associazione italiana per la direzione del personale, ha stilato una classifica italiana sulle migliori “città del lavoro 2023”, con la collaborazione scientifica di Isfort, Istituto superiore di formazione e ricerca per i trasporti, e la supervisione di Nadio Delai, presidente comitato scientifico Fondazione Aidp.

La classifica, che mette a confronto i 110 capoluoghi di provincia italiani, è suddivisa in tre fasce cromatiche – verde, gialla e rossa – che corrispondono: la prima alla fascia dei promossi (e che riceveranno il bollino della fondazione), la seconda alle città che si attestano su valori intermedi,  la terza a quelle coi punteggi più bassi.

Le 40 città della fascia verde che otterranno il riconoscimento “Le città in cui si lavora meglio in Italia 2023” sono: Milano, Trieste, Udine, Bergamo, Pordenone, Cagliari, Gorizia, Padova, Siena, Cremona, Bolzano, Verbania, Trento, Treviso, Sondrio, Modena, Monza, Brescia, Pavia, Pisa, Firenze, Bologna, Belluno, Lodi, Parma, Prato, Macerata, Lecco, Torino, Ancona, Vicenza, Genova, Forlì, Mantova, Venezia, Ravenna, Piacenza, Novara, Roma, Lucca.

Le 40 città della fascia gialla: Cesena, Cuneo, Reggio Emilia, La Spezia, Verona, Sassari, Ascoli Piceno, Ferrara, Livorno, Aosta, Oristano, Biella, Savona, Varese, Perugia, Pesaro, Rovigo, L’Aquila, Vercelli, Nuoro, Lecce, Arezzo, Bari, Viterbo, Fermo, Grosseto, Potenza, Matera, Rimini, Como, Massa, Rieti, Pescara, Imperia, Terni, Latina, Alessandria, Carbonia, Teramo, Asti.

Le 30 città della fascia rossa: Brindisi, Pistoia, Frosinone, Taranto, Palermo, Ragusa, Caserta, Campobasso, Chieti, Vibo Valentia, Catanzaro, Trani, Cosenza, Benevento, Siracusa, Agrigento, Reggio Calabria, Isernia, Salerno, Catania, Caltanissetta, Avellino, Messina, Barletta, Trapani, Foggia, Napoli, Enna, Crotone, Andria.

IL METODO PER STILARE LA CLASSIFICA

Per la definizione della classifica nazionale delle migliori città del lavoro in Italia, sono stati presi in considerazione sette parametri: i fondamentali economici (livello dei redditi e costo della vita); servizi di cittadinanza (sociale
e sanità, offerta formativa, trasporti e accessibilità; cultura e tempo libero (offerta culturale e tempo libero); sicurezza
(incidentalità stradale, criminalità, sicurezza sul lavoro, sicurezza sul territorio); vivibilità ambientale (inquinamento,
produzione rifiuti, verde pubblico, condizioni climatiche); inclusione, diritti e pari opportunità (qualità della vita delle
donne, qualità della vita dei bambini, qualità della vita dei giovani, qualità della vita degli anziani); futuro e innovazione
(demografia, impresa, digitalizzazione).

Sulla base della media di tali parametri è stata definita la classifica generale.