Lo spaccio di droga è tutto in famiglia. Ruoli e parentele dei sette indagati dall’Antimafia

16 Luglio 2023 - 15:32

Manca all’albero genealogico la posizione dell’ultima delle sette persone coinvolte nell’inchiesta, la 39enne Adriana Mottola

SAN CIPRIANO D’AVERSA – L’indagine che ha visto coinvolto Tommaso Corvino, quale presunto organizzatore dello spaccio di hashish e marijuana a San Cipriano d’Aversa, prende il via nel 2019.

L’attività investigativa, coordinata dal pubblico ministero della direzione Distrettuale Antimafia Vincenzo Ranieri, si era incentrata inizialmente sulle attività di Giovanni Della Corte, arrestato lo scorso novembre, e su quelle legate a Romolo Corvino, ritenuti reggenti della cosca del clan dei Casalesi per quanto riguarda la fazione Schiavone a San Cipriano.

Durante l’analisi su due dei personaggi ritenuti dagli investigatori tra i più importanti nella ricostruzione del potere criminale dell’area, è emersa dalle intercettazioni questa struttura dedica allo spaccio di hashish e marijuana a San Cipriano D’Aversa e, come detto, guidata da Tommaso Corvino.

Va segnalato che, però, tra gli uomini del clan e lo stesso Tommaso Corvino non ci sarebbero collegamenti.

A latere, quindi, è nata l’ipotesi investigativa relativa allo spaccio, dopo che i carabinieri della compagnia di Casal di Principe hanno ascoltato le conversazioni telefoniche che coinvolgevano Raffaele Sapio, indagato che proprio nelle scorse giornate ha ricevuto la revoca della misura cautelare dell’obbligo di dimora (CLICCA E LEGGI).

Tommaso Corvino, l’uomo a capo di questa presunta organizzazione per lo spaccio di hashish e marijuana, viene definito come “una figura carismatica“, capace di distribuire compiti, dare ordini, tessere rapporti per rifornirsi e distribuire droga.

Si tratterebbe di un gruppo con una forte impronta familiare. Secondo quanto apprendiamo dalle indagini, infatti, gli altri membri dell’organizzazione sarebbero in pratica quasi tutti legati da vincoli di parentela intrecciati. Gli indagati infatti sono il già citato Raffaele Sapio, la madre Angelina Cioffo, Lucia Corvino, sorella di Tommaso, Maria Luisa Petito, madre di Lucia e Tommaso, e Davide Cioffo, nipote acquisito di Angelina Cioffo.

Ad aver aiutato il funzionamento di questo gruppo, oltre ai vincoli di parentela, anche il fatto che, ad esclusione di Raffaele Sapio, tutti abitavano nella stessa via, senza uscita, a San Cipriano d’Aversa.

A quanto pare, di questa triangolazione di rapporti familiari sarebbe parte esterna la settima e ultima degli indagati, la trentanovenne Adriana Mottola, anche lei residente a San Cipriano, accusata di aver fatto da tramite per la consegna di hashish da Tommaso Corvino a Raffaele Sapio, attraverso le mani della madre di quest’ultimo.