AVERSA ALLE ELEZIONI. Che lo faccia Oliva okay ma che Cangiano svenda il suo partito a chi ha co-chiamato in piazza “stronza” la Meloni, è da manicomio. Ciaramella jr è nulla senza Zannini

7 Marzo 2024 - 16:07

Questa vicenda non ci stupisce nel momento in cui valutiamo la statura morale delle persone che di essa sono costruttori. Ma Cangiano dimentica di essere presidente provinciale e dunque l’incarnazione di un partito che lui umilia consegnandolo, vendendoselo politicamente all’uomo più vicino a Vincenzo De Luca

AVERSA ( g.g.) Alfonso Oliva fa di mestiere l’Alfonso Oliva. Tutti coloro che seguono la politica e la politica (si fa per dire) nei social hanno potuto verificar che a lui non frega nulla del fatto che Giovanni Zannini abbia scortato, in un materiale contatto di gomito, il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, quando questi, tra le varie cose che ha detto nel corso della manifestazione, svoltasi a Roma un po’ di giorni fa, che la Premier, nonchè leader di Fratelli D’Italia, Giorgia Meloni, oltre ad essere tante altre cose, è anche e, forse, soprattutto una “stronza“. Epiteto, questo, testualmente pronunciato. Abbiamo deciso di riproporre oggi questa fotografia perchè, se Alfonso Oliva è Alfonso Oliva e il partito, di Fratelli D’Italia lo dovesse mettere alla porta, non è che ciò gli cambi la vita più di tanto, diverso, molto diverso, dovrebbe essere, almeno sulla carta, per il discorso del presidente provinciale Gimmi

Cangiano, deputato della Repubblica, e voluto direttamente dalla Meloni nei banchi di Montecitorio, per ripagarlo della lunga militanza nei vari partiti della destra.

Ah, a proposito, ci hanno detto che Ciaramella junior si chiama Genny. Noi che siamo un po’ all’antica ricordiamo che Genny, un tempo, era il diminutivo del nome proprio di persona femminile Genoveffa. Ora è diventato anche il diminutivo del nome proprio maschile Gennaro. Non ci piace granchè, ma va bene così.

Quando qualche mese fa sono state realizzate le nomine negli organismi di gestione e di controllo della Reggia di Carditello, è stato lo stesso Cangiano, davanti a testimoni, a dirci detto che Genny Ciaramella era entrato nel collegio dei revisori dei conti solo ed esclusivamente per voler di Giovanni Zannini, cioè del primo scudiero del Governatore della Campania Vincenzo De Luca, che è sempre quello che ha chiamato stronza la Meloni.

Nel caravanserraglio qual è oggi Fratelli d’Italia anche nella sua struttura nazionale, nella quale si avverte pesantemente la mancanza di Giorgia Meloni, sarebbe curioso conoscere il punto di vista dei dirigenti pro tempore, a partire da quello di Arianna Meloni, sorella di Giorgia, sul fatto che il partito di Fratelli D’Italia vuol spacciare per un candidato di centro destra quello che è a tutti gli effetti un candidato di Giovanni Zannini e, dunque, di Vincenzo De Luca

Esageriamo? E allora, come amiamo fare da appassionati della filosofia quali siamo, proviamo a confrontarci con la possibile confutazione? E allora, partiamo dall’assunto che noi riteniamo, in scienza e coscienza, improponibile. Diamo per buona, dunque, l’ipotesi che Genny Ciaramella, figlio dell’ex sindaco Domenico Ciaramella, sia un candidato di un pezzo del centrodestra ossia di Fratelli d’Italia e di una Forza Italia che a Caserta ha stipulato un accordo con Giovanni Zannini e dunque con Vincenzo De Luca, un foedus sceleris stretto allo scopo di caricare di voti la candidatura alle elezioni europee di Fulvio Martusciello

Diciamo che è così. Diciamo pure che questa cosa permetterà a Gimmi Cangiano di affermare che ad Aversa è stata messa in piedi una lista del suo partito. Noi sappiamo che lui sarebbe stato in grado al massimo di arruolare duo o tre candidati da 50 voti cadauno, ma a Roma queste cose non le sanno e quindi la “ciurma” di Alfonso Oliva si mette il vestito di Fratelli D’Italia e ne innalza il vessillo.

D’altronde Alfonso Oliva aveva già fatto capire le sue intenzioni nel momento in cui in piazza, domenica scorsa, aveva aperto un gazebo di Fratelli D’Italia intrattenendosi contemporaneamente, a lungo e amabilmente, con i signori Olga Diana, con il suo papà, un uomo denso di reputazioni, con Nicola De Chiara e altri soggetti aggregati a Zannini.

L’ipotesi di mera speculazione filosofica e attraverso la quale svolgiamo al funzione di avvocati del diavolo di noi stessi, deve essere corroborata da un ulteriore condizione e cioè quella di uno Zannini che, si sfila all’ultimo momento si “mette” con Graziano, mollando Ciaramella junior e senior. A questo punto viva Ciaramella perchè sarebbe il candidato del solo centro destra in un processo politico lineare. Quante possibilità avrebbe Genny Ciaramella di diventare sindaco di Aversa? Ve lo diciamo noi: zero.

Perchè nè Alfonso Oliva men che meno Gimmi Cangiano, la cui unica reputazione l’abbiamo vista dall’estate all’autunno su Novella Ottomila e riviste simili, sarebbero in grado di garantire a Ciaramella un sostegno elettorale che gli consenta quantomeno di andare al ballottaggio. Il papà Mimmo, sindaco di Aversa per molti anni, potrebbe fargli una lista, un’ altra la farebbe Oliva e junior guadagnerebbe un bel posto da consigliere comunale, magari da spendere per chiedere a Zannini qualche altra cosa dopo aver ottenuto il posto di revisore dei conti in quel di Carditello

La forza elettorale del Ciaramella è, dunque, legata esclusivamente a Giovanni Zannini che sarebbe il player e che riempirebbe il consiglio comunale di propri rappresentati relegando Fratelli d’Italia a un ruolo di mero comprimari. Orbene, tutta questa operazione solo per permettere a Oliva di stare con Zannini, con la clamorosa copertura legittimante del simbolo di Fratelli d’Italia. Una vera e propria zona di comfort per Oliva che in questa maniera da un lato manterrebbe la funzione di leader dei meloniani di Aversa, dall’ altro otterrebbe da chi, ha condiviso politicamente l’epiteto di stronza alla Meloni, incarichi un po’ di qua e un po’ di la in cambio di un appoggio meramente formale che consentirebbe a Zannini di prendere lui 3mila o 4mila voti ad Aversa alle prossime elezioni regionali a prescindere dalla coalizione in cui si andrebbe a candidare. Che Oliva e Gimmi Cangiano svendano la città di Aversa a Giovanni Zannini ci può anche stare, vista la statura dei personaggi, ma il fatto clamoroso è che Gimmi Cangiano, non è solo Gimmi Cangiano, ma è anche il rappresentante politico di Giorgia Meloni in Provincia di Caserta ed è come tale che svende Aversa a chi ha urlato in piazza contro la premier insieme a De Luca.

Se questa porcheria di Aversa passerà a Roma, allora effettivamente, al di la della capacità della Giorgia di mantenere, come diciamo dalle nostre parti “il carro per la scesa”, il cupio dissolvi di Fratelli d’Italia è già cominciato.

Perchè un partito, nei suo livelli nazionali e in quelli regionali, consente a un presidente provinciale di stipulare un accordo, per di più in piena subalternità politica con chi ha manifestato in piazza contro la propria leader nazionale, contro la propria presidente del consiglio, è un partito che deve contare solo i mesi e i pochi anni che lo separano dalla sua dissoluzione, dalla sua semi estinzione, dal suo ritorno a quel 3% o 4%, status in cui Cangiano era, in pratica, l’unico esponente provinciale e, non avendo il problema di dover presentare liste con le insegne ufficiali, stipulava inconfessabili accordi a destra, a sinistra e dove meglio gli conveniva.