CAMORRA & COLLETTI BIANCHI. Lo strano caso dell’avvocato Giovanni Esposito Fariello. Giuseppina Nappa in Sandokan conferma: “per noi lo ha pagato sempre Nicola Schiavone Monaciello e gli abbiamo regalato anche una Smart”
18 Luglio 2024 - 19:34
Complicata, complicatissime la posizione dell’autorevole ed eminente legale napoletano che si trova a recitare il doppio ruolo di avvocato difensore del faccendiere che più di tutti ha scalato al fortuna nel clan dei casalesi e dintorni e di oggetto di dichiarazioni processuali che lo vedono protagonista come attore di fatti rilevanti al punto da stare pesantemente dentro alle domande rivolte alla testimone
CASAL DI PRINCIPE (g.g) Ci ha incuriositi e continua a incuriosirci lo status anomalo della condizione in cui versa l’eminente avvocato penalista napoletano Giovanni Esposito Fariello nel processo incentrato sulla figura del super colletto bianco Nicola Schiavone oggi 70enne detto Monaciello uno che ha scaltro, anzi ha super scalato la fortuna, partendo da una società di fatto costituita negli anni 90 con Francesco Schiavone detto Sandokan, suo cugino e a lui tanto legato da sceglierlo per battezzare l’altro Nicola Schiavone ossia il figlio primogenito che anche durante questo processo lo chiama “zio”
Chi si è perso le puntate precedenti va erudito giusto un attimo sul fatto che Giovanni Esposito Fariello è stato a lungo l’avvocato difensore della maggior parte degli esponenti della famiglia Schiavone: di Nicola Schiavone detto Monaciello ma anche di Nicola Schiavone junior, suo nipote e suo, lo diciamo in dialetto patino
Posizione stranissima quella dell’avvocato Esposito Fariello in questo processo in cui spesso si trova a svolgere il doppio ruolo di parte processuale ossia di avvocato difensore di Monaciello e di protagonista seppur laterale, delle questione che del processo fanno parte e che forse dello stesso processo rappresentano elementi influenti nella costruzione delle consapevolezze che porteranno poi il collegio presieduto dal giudice Giuseppe Meccariello ad emettere una sentenza molto attesa.
Era successo durante l’interrogatorio di Nicola Schiavone junior, allorquando il presidente Meccariello aveva rilevato alcune anomalie nella esposizione dei quesiti del controesame del testimone, da parte dell’avvocato napoletano; è successo ancor di più nel corso dell’interrogatorio svoltosi 7 giorni dopo ossia il 10 luglio scorso, di Giuseppina Nappa la quale, rispondendo a una domanda dell’avvocato Greco, che, in pratica, svolge all’interno del collegio difensivo di Monaciello, la funzione di vice di Esposito Fariello. Una domanda che già in se riassume la difficoltà di questo acrobatico status dell’Esposito Fariello.
Il suo collega Greco, infatti, pone a Giuseppina Nappa un quesito sul numero di volte che lei è stata assistita da quell’avvocato che in aula siede tra i difensori e che contemporaneamente è nell’elenco processuale da un punto di vista personale
Noi non siamo molto competenti nella materia, ma una logica banale tutto sommato semplice forse avrebbe dovuto indurre l’avvocato Esposito Fariello a rinunciare al suo incarico processuale. Tra le altre cose, siccome si tratta di un legale importantissimo ha una carovana di allievi già in grado di sostenere un dibattimento processuale.
Saremo sicuramente ignoranti in materia, ma a noi è la prima volta che ci capita di commentare una situazione del genere
Giuseppina Nappa, un po’ si impappina, nel momento in cui sostiene che Fariello l’aveva assistita due volte processualmente. L’avvocato Greco interviene: “signora, lei è stata assistita solo in un procedimento e solo per quel procedimento, mica si pagano…” A questo punto interviene il presidente Meccariello: “l’Avvocato chiede del suo procedimento.”
Giuseppina Nappa così risponde: “l’ho detto e lo ribadisco, è stato pagato il professore Esposito Fariello da Nicola Schiavone (Monaciello n.d.d.) in più gli è stata anche regolata un’auto Smart -così mi è stato detto- quando è uscito perché mi aveva fatto questo grande regalo di farmi avere quattro anni di carcere.”
E’ chiaro che Greco ha assunto il compito di entrare nella carne viva del rapporto professionale tra Esposito Fariello e la famiglia Schiavone. Insiste molto sul distinguo tra due procedimenti. Il primo riguardante il reato di ricettazione per il quale è stata condannata a 4 anni, il secondo per il reato di falso compiuto in relazione alla sua attività di docente scolastica. Giuseppina Nappa non si scompone più di tanto e dopo una schermaglia sui decibel della voce dell’avvocato Greco che addebita invece quel tono ad un microfono evidentemente troppo performante, la moglie di Francesco Schiavone Sandokan così prorompe: “le ribadisco, quando sono stata arrestata io non potevo sapere da dentro al carcere… cioè materialmente sapevo che Nicola Schiavone…” A questo punto Giuseppina Nappa cambia struttura dialettica, perché ritiene che il rapporto tra lei, suo figlio e l’avvocato Esposito Fariello sia stato così evidente, come evidente è stato il fatto che ogni pagamento degli onorari sia stato realizzato da Nicola Schiavone Monaciello, che non occorre complicare ed articolare più di tanto i ragionamenti. “Ma scusate ma se io so da una vita che Nicola Schiavone ha sopperito gli Avvocati di mio marito, ha sopperito il professore Fariello, gli ha comprato pure una macchina, di che cosa stiamo parlando?!”
Nel prossimo articolo che presumibilmente pubblicheremo tra domani e il fine settimana, andremo a registrare anche l’intervento diretto di Esposito Fariello il quale fa un controesame a Giuseppina Nappa parlando anche di se stesso, ricordando alla signora Sandokan che la sua condanna era stata definitiva ma alleggerita solamente per effetto dell’indulto. Poi scriveremo di un’altra cosa che Giuseppina Nappa ha dichiarato nelle fasi istruttorie tempo fa ai magistrati della Dda confermandolo poi totalmente durante l’interrogatorio dibattimentale del 10 luglio scorso su una particolare vacanza in Sardegna in quel di Forte Village.