Voto politico mafioso: assolto l’ex sindaco Luciano Mottola

25 Luglio 2024 - 18:53

Clamoroso colpo di scena nel processo su politica e camorra a Melito, inchiesta che ha portato poi allo scioglimento del Comune per infiltrazioni della camorra. L’ex sindaco Luciano Mottola è stato assorto con formula piena

AVERSA/MELITO – Assolto con formula piena l’ex Sindaco di Melito Luciano Mottola, difeso dall’Avv. Alfonso Quarto, per il quale il Pm della DDa Giuliano Caputo aveva chiesto una pena a dieci anni di reclusione. Il Sindaco molto conosciuto nell’agro aversano fu arrestato e condotto in carcere a Secondigliano nell’aprile del 2023, a seguito di ordinanza di misura cautelare in carcere emessa dal Gip di Napoli, dott.ssa Isabella Iaselli su richiesta del pm della Dda Giuliano Caputo.
Il 4 maggio fu discusso il riesame dinanzi alla decima sezione ed ottenne gli arresti domiciliari.
Il 20 ottobre 2023 si celebrò l’udienza in cassazione avverso la decisione del riesame e vi fu annullamento con rimessione in libertà a seguito di giudizio di rinvio dinanzi al riesame nel dicembre 2023.
Successivamente la difesa avanzò richiesta di definizione del procedimento con rito abbreviato condizionato ad una serie di atti istruttori e alla fine il Pm chiese una pena a dieci anni di reclusione.
Stamattina la sentenza di assoluzione emessa dal Gip dott. Lombardo, “perchè il fatto non sussiste”.

LA
CONDOTTA CONTESTATA AL MOTTOLA


Mottola rispondeva del delitto di cui all’art. 416 ter c.p. (Patto elettorale politico mafioso), poiché – per il tramite di Rostan Emilio e Rocco Marrone – avrebbe accettato, per il turno di ballottaggio, la promessa di Nappi Vincenzo e Siviero Giuseppe – affiliati al clan Amato-Pagano – di procurare i voti degli appartenenti al clan, dei soggetti ad essi legati e dei residenti del rione popolare destinatari di pressioni ed intimidazioni, in cambio dell’erogazione a ciascuno di somme di denaro non meglio accertate e di altre utilità nonché della disponibilità a soddisfare gli interessi dell’associazione camorristica anche attraverso Ruggiero, Mingacci e Cuozzo, che al primo turno erano candidati di riferimento del clan con altra coalizione.
Con l’aggravante di essere stato eletto quale Sindaco del Comune di Melito, grazie ai voti del clan.
Con condotta fino al 17 ottobre 2021.

LA RICOSTRUZIONE ACCUSATORIA DEL PM


Secondo il pubblico ministero Mottola sarebbe stato eletto grazie ai determinanti consensi conseguiti nelle palazzine popolari in virtù dell’accordo siglato (per il ballottaggio) con il clan Amato Pagano
Nello specifico, secondo l’ipotesi accusatoria, il Mottola:

  • avrebbe avuto un atteggiamento “ambiguo” rispetto alla criminalità organizzata, condannandola pubblicamente in dichiarazioni sui social network e anche attraverso la presentazione di generiche denunce, una volta compreso che ormai era schierata con la coalizione contrapposta;
  • avrebbe cercato, “sin dal momento della formazione delle liste”, di ottenere sostegno da candidati “borderline” e partecipando all’incontro organizzato con Ruggiero Luigi;
  • pur non avendo partecipato attivamente alle “trattative” con soggetti vicini al clan, sarebbe stato consapevole della “strategia complessiva”;
  • al ballottaggio avrebbe ricercato il consenso “distorto gestito dal clan” anche corrispondendo una “propria quota al fine di raggiungere la somma poi consegnata alla controparte rappresentativa del clan” (pag. 298 della richiesta di misura cautelare del PM)

Piena soddisfazione per l’assoluzione espressa dal Mottola nel giorno del compimento del suo compleanno (oggi compie 40 anni) che ha vissuto giorni infernali, avendo subito dapprima l’arresto con la reclusione in carcere a Secondigliano e successivamente lo scioglimento del Comune. Soddisfatto anche il suo difensore, l’Avv. Alfonso Quarto che, grazie anche alle indagini difensive ed a una meticolosa ricostruzione dei fatti, ha dimostrato l’estraneità del proprio assistito alle condotte contestate