TUTTE LE FOTO. CAPUA. La vice sindaca Giacobone “si diverte” a fare cose illegali: ora salta fuori un pericoloso filo del suo bar che penzola sulla testa di centinaia di passanti. Poi dice che siamo noi che la perseguitiamo

21 Agosto 2024 - 09:45

Ma una cosa su dieci, una sola cosa regolare e legale, lei e la sua famiglia la vogliono fare, magari anche per sbaglio? E prima l’articolo 20 del CDS ora l’articolo 25 con pericolosa incursione nell’articolo 633 del c. p. Ma è possibile che la città di Capua debba essere rappresentata da personaggi del genere difesi dal sindaco Adolfo Villani che, non ce ne voglia, sta depauperando pateticamente la sua reputazione politica

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CAPUA (G.G.) – La vera trasgressione da parte della famiglia di Marisa

Giacobone, vice sindaco di Capua, sarebbe fare, per una volta, un atto trasparente e legale. La frase è ironica, sarcastica, paradossale, ma francamente dopo che, nonostante i nostri articoli, il suo bar continua ad operare in violazione del Codice della Strada (clicca qui per leggere un articolo a caso dedicato alla questione), all’improvviso si è palesata ai nostri occhi la strana vicenda della collocazione di un vistosissimo filo elettrico, quello che vedete dalla fotografia, che nasce da una cassettina attaccata al muro dello stabile che ospita il bar Giacobone (come vi illustriamo in una foto che pubblichiamo in calce a questo articolo), successivamente si alza fino al primo piano (seconda foto) fermandosi all’altezza di un balcone, per poi dipanarsi da un lato all’altro della strada fino all’albero e poi successivamente, con una doppia diramazione, planare nella zona dei famigerati tavolini all’aperto (terza foto), quelli disposti in violazione dell’articolo 20 del CdS.

Al di là di un’estetica a dir poco pecoreccia, sgradevole, grossolana, iper cafonal (ma sul trash-style dei Giacobone – Buglione – Zenga non abbiamo più esempi da citare per quanti sono stati gli episodi esposti ai nostri lettori da un anno a questa parte) questo filo a nostro avviso è pericoloso e sicuramente la sua collocazione suscita dei dubbi, forti perplessità sul fatto che tutto questo avvenga nel rispetto delle norme vigenti.

Intanto, già di per sé un filo elettrico e la sua collocazione come vettore di energia, non possono essere considerati un fatto da prendere a cuor leggero, figuriamoci nel momento in cui questo penzola sulla testa di centinaia di persone al giorno.

Ma dato che la famiglia Giacobone – Buglione – Zenga ha dimostrato di essere una “grande estimatrice 😂😂” del Codice della Strada, capita che dopo essersi messi sotto i piedi il famoso numero 3 del comma 3 dell’articolo 20 occupando con tavolini, sedie, fioriere tutto il marciapiede, ha voluto “mettere mano seriamente 😂😂” anche all’articolo 25 che così recita: “Non possono essere effettuati, senza preventiva concessione dell’ente proprietario, attraversamenti od uso della sede stradale e relative pertinenze con corsi d’acqua, condutture idriche, linee elettriche e di telecomunicazione, sia aeree che in cavo sotterraneo, sottopassi e soprappassi, teleferiche di qualsiasi specie, gasdotti, serbatoi di combustibili liquidi, o con altri impianti ed opere, che possono comunque interessare la proprietà stradale. Le opere di cui sopra devono, per quanto possibile, essere realizzate in modo tale che il loro uso e la loro manutenzione non intralci la circolazione dei veicoli sulle strade, garantendo l’accessibilità dalle fasce di pertinenza della strada.”

Ora la dottoressa Raffaella Esposito, responsabile del Suap di Capua cosa farà? Un’altra operazione a “pastetta“ come quella che fece nel febbraio scorso quando la vice sindaca Marisa Giacobone, nella veste di imprenditrice e sotto la pressione dei nostri articoli, si recò allo sportello ottenendo il rinnovo di un’autorizzazione, ampiamente scaduta per l’impianto delle sedie, dei tavolini sul marciapiede in dispregio alla legge?

Sapete perché diciamo pastette? Prima di tutto perché esiste una situazione di incredibile conflitto di interesse. A nostro avviso, ma a questo punto affermiamo senza mezzi termini ad avviso del buonsenso, della correttezza istituzionale, di uno straccio di rispetto dell’etica pubblica, non possono stare insieme la figura di un vice sindaco e la figura di un imprenditore che poi dal Comune stesso deve trarre le autorizzazioni per la propria attività.

Ma soprattutto perché nella formula utilizzata dal SUAP nello pseudo atto amministrativo “(…) nel rispetto delle leggi vigenti…” c’è tutta quanta l’ipocrisia della relazione tra gli uffici comunali e la Giacobone, nella quale si confondono dannosamente le due funzioni di vice sindaco e di imprenditrice, perché poi successivamente nessuno si è potuto avvicinare al bar Giacobone constatando “il rispetto delle leggi vigenti” asserito dal Suap e in particolar modo la verifica della violazione dell’articolo 20.

Questo è avvenuto per sussiego nei confronti della vicesindaca (ecco il motivo per cui le due funzioni non possono coesistere) ma anche per memoria di un passato non certo remoto, allorquando qualsiasi vigile urbano abbia osato avvicinarsi come minimo è stato subissato dagli insulti e qualche volta ha preso anche qualche ceffone e qualche strattone come noi abbiamo dimostrato pubblicando le denunce e anche gli atti giudiziari che vedono, in un primo tempo proprio la stessa Marisa Giacobone coinvolta in vicende molto dubbie e poi, ultimamente, il marito Carmine Zenga, addirittura rinviato a giudizio, in un processo che inizierà tra circa un mese in una delle sezioni penale del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, per il reato di minaccia aggravata a pubblico ufficiale e per l’altro reato consistente nell’aver impedito allo stesso pubblico ufficiale di esercitare le proprie funzioni (clicca e leggi l’articolo in proposito).

PERCHÈ QUEL FILO È FUORILEGGE – È chiaro che questo è un impianto elettrico, è chiaro che è sospeso in aria ed è chiaro che il proprietario della strada, cioè il Comune, deve dare autorizzazione specifica motivandola fino in fondo e soprattutto assumendo, nel momento in cui la concede, tutte le garanzie di sicurezza rispetto ai pericoli per l’incolumità delle persone che sotto a quel filo passano. Ma state sicuri: ad oggi, 20 agosto, questa autorizzazione manca sicuramente.

È capitato per l’articolo 20, così capiterà anche per l’articolo 25 del Codice della Strada (che prevede la procedura appena illustrata), il quale parimenti al 20, ci trasporta all’interno del Codice Penale, precisamente all’articolo 633 che così recita:

Chiunque invade arbitrariamente terreni o edifici altrui, pubblici o privati, al fine di occuparli o di trarne altrimenti profitto, è punito, a querela della persona offesa, con la reclusione da uno a tre anni e con la multa da 103 euro a 1.032 euro” .

Dunque per la parte penale si procede, come si suol dire, a querela di parte. Significa che un eventuale presunto reato non può essere perseguito d’ufficio dall’autorità giudiziaria. Anche se, al riguardo, va detto che l’articolo 639 (clicca e leggi la formulazione integrale). dello stesso Codice Penale lascia qualche dubbio sulla perseguibilità d’ufficio anche per accertare l’esistenza di un possibile reato relativamente a un dispositivo come quello costituito dal filo sospeso.

Vi immaginate ora il Comune di Capua, che ha come suo secondo rappresentante in ordine d’importanza proprio Marisa Giacobone, querelare il bar di cui la citata seconda carica è comproprietaria con la sorella e la mamma? Siamo ormai alle comiche, ad un’amministrazione comunale totalmente delegittimata da se stessa e dalla sua fragilità etico-morale, dal suo relativismo rispetto alle leggi.

Un’amministrazione comunale costantemente fuori legge proprio a causa delle azioni sconsiderate della sua vice sindaca che comunque.

ADOLFO VILLANI COMPLICE MORALE? NON SOLO, E VI SPIEGHIAMO PERCHÈ – Il sindaco Villani ritiene che la sua vice sia una perseguitata da campagne di stampa (di questo giornale) infondate come se noi non avessimo mai pubblicato una fotografia o elementi documentali che provano inconfutabilmente quello che sosteniamo negli articoli pubblicati. Un Villani che la difende a spada tratta e, in realtà, senza alcuna motivazione fondata e documentata, che approfitta della sua posizione per dire in pratica “faccio quel che mi pare perché sono sindaco e decido io anche senza dare spiegazioni”, garantendo, con tono di sfida, spavaldo, che non la muoverà mai dal suo posto.

Ma nel momento in cui afferma ciò, Adolfo Villani assolve i comportamenti materiali della Giacobone. Dunque, li avalla, quindi si mostra in accordo con la violazione sistematica della legge che la vice sindaca e la sua famiglia effettuano quantomeno nell’ambito imprenditoriale relativo al settore della somministrazione offerta dall’ormai famigeratissimo (almeno per noi) bar Giacobone.

UN CENNO AD UN’EVENTUALE SCIA – Ma il discorso su questo filo elettrico non finisce qua. Alla fine dell’articolo avvertiamo la necessità di porre un’altra questione, anch’essa in termini rigorosamente giuridici. Bisognerebbe appurare per che cosa viene utilizzato il filo volante. Se per esempio viene usato per alimentare un impianto di alta fedeltà che eroga musica di intrattenimento oppure per far funzionare un maxi schermo nel quale di vedono le immagini di una partita di calcio. In tal caso questo filo volante verrebbe integrato, assorbito, nella definizione di impianto elettrico tecnologico di c.ui costituirebbe fondamentale componente e, come tale, gli occorrerebbe addirittura una Scia per essere utilizzato

Ma sul punto stiamo ancora lavorando per approfondire ancor di più gli aspetti giuridici di questa particolare funzione e magari potremo essere un po’ più precisi nei prossimi giorni.