Quando lo Stato non si può difendere. Che folla di imprese vicine al presunto camorrista Raffaele Pezzella nell’appalto Agrorinasce da oltre mezzo milione per il cimitero di San Cipriano
13 Settembre 2024 - 16:36
A dir la verità, c’è anche una ditta che per la DDA cambiava assegni a Dante Apicella. Fortunatamente, nessuna ditta chiacchierata (pare) si è aggiudicata i lavori
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SAN CIPRIANO D’AVERSA – Fa sempre una certa impressione notare che un’impresa o più imprese riconducibili a Raffaele Pezzella, pluri-imputato anche per delitti connessi alla camorra, considerato il grande corruttore di un dirigente dell’Amministrazione provinciale di Caserta rimasto incredibilmente ignoto, pur essendo l’asse portante nel processo che vede Pezzella imputato a Benevento assieme a Carlo Camilleri e altri burocrati dell’area sannita, possa partecipare a gare importanti, per di più bandite da un ente che, quasi per antonomasia, rappresenta un presidio strutturale di legalità che in esso si fa addirittura concetto, ossia Agrorinasce del presidente Giovanni Allucci.
Beninteso, questo è un articolo non finalizzato a redarguire nessuno, men che meno Agrorinasce che, nel momento in cui lancia un bando a procedura aperta, non può certo impedire ad imprese, riconducibile a Pezzella, ma comunque in ordine con le certificazioni antimafia e con i requisiti, di parteciparvi.
Fortunatamente, diciamo noi, sembra che questa gara riguardante l’ampliamento del cimitero di San Cipriano d’Aversa, non se la sia aggiudicata nessuna di queste imprese. Ma una con sede a Quarto, la Edilzapa Società Cooperativa del legale rappresentante Domenico Palumbo, ditta che al momento (ripetiamo, al momento, che qui ci vorrebbe una banca per acquistare le visure camerali necessarie al lavoro che vogliamo fare) non è legata all’imprenditore di Casal di Principe, trapiantato un po’ dappertutto.
Di società che abbiamo potuto connettere agli interessi, diretti o indiretti, di Pezzella, citiamo ovviamente Marrel, la Bis, che un tempo era la S.C. Costruzioni, il consorzio Fenix, che l’imprenditore di Casale ha usato molto rispetto alle gare, tra cui quella da 15 milioni di euro per l’ASL Caserta.
Oltre alle ditte citate, ce ne una finita nei carteggi di importanti processi di camorra, soprattutto quello relativo a Dante Apicella, recentemente condannato per la sua posizione di gestore degli appalti pubblici per il clan dei Casalesi, e al giro dei cambi assegni, ovvero la Cogesa di Vincenzo Corvino.
Corvino non venne indagato, ma per la DDA di Napoli aveva comunque supportato Apicella nel giro di denaro contante in cambio di assegni.
Ribadiamo: qui il discorso è complesso e attiene anche alla quantità di personale apprestato dalle prefetture di Caserta e di Napoli agli uffici chiamati a verificare l’esistenza degli elementi e delle ragioni che possono, anzi, quando possono dobbiamo dire devono, condurre all’emissione di un’interdittiva antimafia.
Occorrerebbe una task force per riconoscere tutte le imprese, spesso unite da soli prestanomi, che saltano da un’impresa all’altra.