CASAPESENNA E CASAL DI PRINCIPE. Voto di scambio e proposte truffaldine per ottenere il reddito di inclusione

26 Settembre 2024 - 11:51

CASAPESENNA/CASAL DI PRINCIPE – I faccendieri della povertà o della presunta povertà sono sempre in servizio. D’altronde qui da noi è un fatto di mentalità considerare il welfare, ossia lo stato sociale, uno strumento manipolabile che riesce a erogare quattrini anche a chi non ne ha pienamente diritto. C

Ciò è successo con il sistema a maglie larghissime del reddito di cittadinanza che, per come è stato concepito in Italia, ci ha fatto ritornare indietro ancor più del Covid sul fronte del riordino dei conti pubblici, re-indebitando il paese in un meccanismo divenuto presto preda di profittatori e che mai e poi mai, a differenza di ciò che accade in altre nazioni che hanno adottato qualcosa di simile, si sarebbe dovuto applicare qui da noi.

Ora al posto del reddito di cittadinanza c’è il più moderato reddito di inclusione.

Badate bene: il welfare è una cosa seria. I poveri, chi non ha possibilità di lavorare, non vanno lasciati indietro, vanno aiutati, vanno fatti sentire componente di una comunità.

In Italia di poveri ce ne sono tanti, soprattutto al Sud. Il problema è che i poveri veri lo prendono proverbialmente “a quel servizio” dai furbi, da gente come quella che ha impazzato, ad esempio, nelle strade di Casapesenna e Casal di Principe e che ha promesso e promette l’erogazione alle famiglie del reddito di inclusione.

Sciaguratamente questi soldi prelevati dalle casse dello Stato sono affidati, come ultimo anello della catena erogatrice, ai Comuni. Potete ben immaginare cosa sia successo e cosa succede in provincia di Caserta, in agro aversano ecc.

Nelle ultime campagne elettorali di Casapesenna e Casal di Principe sono state centinaia e centinaia le persone avvicinate da vari candidati, da qualcuno in particolare, con la promessa di “fargli prendere” il reddito di inclusione qualora avessero votato in una certa maniera.

Tanti voti sono venuti fuori proprio grazie a queste promesse vieppiù credibili nel momento in cui erogate da soggetti o associabili agli uffici comunali che tecnicamente acquisiscono la documentazione affinché un componente di un nucleo familiare possa recarsi in un ufficio postale, ritirare la cosiddetta carta di inclusione che eroga, stanti determinate condizioni reddituali e altri requisiti piuttosto facili da raggiungere, come quello di avere in famiglia un ultra 60enne, 500 euro al mese per un anno rinnovabile a due, con eventuale pagamento anche del canone di affitto. Dopo le elezioni il discorso ha continuato a riguardare patronati con ragionamenti del tipo: io ti faccio prendere il reddito e su 6mila euro, 1500 li dai a me.

Casapesenna e Casal di Principe epicentro di questo malcostume, che poi non è legato alla specifica identità di questo ammortizzatore sociale universale, visto che gli stessi soggetti si sono mossi con i medesimi metodi con il reddito di cittadinanza e anche con le storiche relazioni che intrattengono con le commissioni giudicatrici combinate tra Asl e Inps che decidono di erogare, non erogare, o erogare in cifra percentuale le pensioni di invalidità.