L’ARSENALE DEL CLAN. Condanna per il boss dei casalesi e i cugini

26 Settembre 2024 - 20:13

Gli imputati vennero coinvolti il 20 aprile 2022 in un’operazione della squadra mobile della questura di Caserta

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CASAL DI PRINCIPE – Sentenza di condanna per i 4 imputati finiti a processo in quanto ritenuti responsabili di detenzioni di armi da guerra, clandestine e comuni da sparo, complete di svariati accessori e di munizioni di diverso calibro, della ricettazione di alcune di esse con l’aggravante di aver agevolato il clan dei Casalesi.

Si tratta dello storico boss Carlo Del Vecchio condannato a 12 anni di reclusione, detenuto in regime di 41 bis a Catania, coinvolto insieme ai cugini Pasquale, condannato ad 8 anni; Leopoldo e Carlo Diana questi ultimi condannati, invece a 5 anni e 4 mesi di reclusione.

Nel collegio difensivo gli avvocati Pasquale Diana; Marco Monaco; Carlo De Stavola e Marco Castelluzzo.

Gli imputati vennero coinvolti il 20 aprile 2022 in un’operazione della squadra mobile della questura di Caserta. I poliziotti reperirono nell’azienda zootecnica di Pasquale Diana (gestita coi fratelli Leopoldo, Carlo) sita in via Macedonio località Seponi a confine tra i comuni di Castel Volturno e Cancello ed Arnone, in prossimità di un pozzo artesiano, dei bidoni di ferro sotterrati contenenti armi da guerra e svariate munizioni.

Sotterrate nei fusti sotto oltre due metri di terra i poliziotti rinvennero una granata per fucile M60 di fabbricazione ex Jugoslavia che, per la relativa pericolosità, veniva fatta brillare direttamente sul posto da operatori del Nucleo Artificieri della Polizia di Stato.

La varietà e il numero di armi rinvenute permisero di ipotizzare che l’arsenale fosse riconducibile al clan dei casalesi. A tale conclusione gli inquirenti giunsero giacché i titolari del fondo erano i congiunti della famiglia Del Vecchio, imparentati a loro volta con il noto Francesco Schiavone detto “Cicciariello”.