CASERTA. LA STORIA. Con una lettera uguale a quella delle Poste rubati 18 mila euro dai libretti dei clienti

3 Ottobre 2024 - 10:05

CASERTA – False lettere con l’intestazione di Poste Italiane e un codice pin, ma si tratta di una truffa. Il Centro Consumatori Italia di Caserta ha denunciato già tre casi ai danni di cittadini di Marcianise e Caserta, sulla base delle segnalazioni di utenti che si sono visti prosciugare i propri conti correnti. 

I raggirati hanno ricevuto una falsa lettera in cui si comunicava il codice pin della propria carta prepagata, qualche giorno prima della scadenza della stessa e dunque del necessario rinnovo. Qualche giorno dopo, gli utenti sono stati contattati telefonicamente da un sedicente operatore di Poste Italiane, il quale ha comunicato loro che se non avessero modificato il pin, abbinando il codice ricevuto alla nuova carta, quest’ultima sarebbe stata inutilizzabile. Il finto operatore si è poi offerto di eseguire l’operazione, dietro comunicazione del codice pin attuale della carta. 

Le persone truffate hanno quindi rivelato il pin della propria carta, ma non solo non hanno ricevuto una nuova tessera, bensì si sono ritrovati senza più denaro in giacenza sul conto, 7 mila, 9 mila e 1600 euro sono stati portati via.

Poste Italiane ha offerto un risarcimento del 50% perché sostiene che senza il pin la scheda non può funzionare, non possono essere fatti prelevamenti, o altre operazioni, e poiché il pin è un dato che conosce solo il titolare della scheda, vi è un concorso di colpa.

Una policy contestata dal presidente dell’associazione dei consumatori, Fortunato Giaquinto: “Posizione molto discutibile che non condividiamo. Innanzi tutto, come fanno questi truffatori a conoscere le date di scadenza delle schede? Questi sono dati che sono noti solo agli uffici postali. È mai possibile che chi le riceve, essendo a conoscenza della prossima scadenza della carta, deve chiedere a Poste se la comunicazione pervenuta è autentica o si tratta di una truffa? Viste le modalità del raggiro, la responsabilità non può essere condivisa, e le vittime dovrebbero essere rimborsate dell’intero importo” conclude Giaquinto.