Minacce gravissime ai vigili urbani. Accusa, difesa e parte civile calano le loro carte nel processo contro Carmine Zenga, imprenditore e marito della vice sindaca di CAPUA, Marisa Giacobone

8 Ottobre 2024 - 16:24

Le parti sono comparse davanti al giudice onorario che ha già fissato la data per la seconda udienza che segnerà anche l’inizio della vera fase dibattimentale

CAPUA – Si è svolta ieri, la prima udienza del processo a carico dell’imprenditore capuano Carmine Zenga. Tutte le parti processuali si sono costituite riversando nel fascicolo la loro documentazione e informando il giudice sui testimoni che eventualmente dovranno intervenire nel giudizio. Si tratta di una normale procedura dopo la quale si entrerà nel merito del dibattimento a partire dal prossimo maggio con l’escussione di uno dei vigili, costituitosi parte civile nel procedimento, rappresentato e difeso dall’avvocato Claudio Fusco, dinanzi al giudice onorario della prima sezione penale di Santa Maria Capua Vetere, Anna Lisa Simone. Carmine Zenga è finito a processo lo scorso 10 settembre per minaccia a pubblico ufficiale, ai sensi dell’articolo 336 del codice penale e per resistenza a pubblico ufficiale, reato connesso al primo, ai sensi dell’articolo 337 c.p., allo scopo di impedire, ad una pattuglia dei vigili urbani di Capua, l’esercizio delle sue funzioni con l’aggravante prevista dall’articolo 82.

Si tratta di un fatto accaduto il 20 settembre 2023 quando sua moglie, Marisa Giacobone era pienamente, come del resto lo è ancora oggi in carica nelle funzioni di vice sindaco e di assessore. Una pattuglia dei vigili urbani si recò nei pressi del bar

Giacobone, di  cui Marisa Giacobone è comproprietaria con la sorella, Candida Giacobone, e con la madre di entrambe, la signora Maddalena Buglione che esercita la funzione di amministratrice unica e legale rappresentate della società proprietaria dell’esercizio, per un controllo ai veicoli in sosta vietata e Zenga proferiva urlando con fare aggressivo contro i due agenti: “Un giorno o l’altro prendo una mazza e vi fracasso la testa”. Il verbale scritto da due vigili urbani è divenuto poi, quando è arrivato nelle mani del comandante, oggetto di informativa di polizia giudiziaria trasmessa alla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere