IL MESTATORE. Magliocca “fa lo spirito di patata” sui magistrati e la Costituzione. Ma lui è accusato di essere un corrotto. I punti focali degli addebiti
19 Novembre 2024 - 15:03
Abbiamo fatto passare qualche giorno dalla conferenza stampa di giovedì scorso. È arrivato il momento di dire la nostra sulle affermazioni, a dir poco incaute, pronunciate da quello che era ancora il presidente della Provincia. La nostra è una confutazione perché Magliocca ha detto una cosa molto grave, confidando nell’ignoranza della stampa che magari, in buona parte, non ha letto le 22 pagine del decreto di perquisizione
CASERTA (Gianluigi Guarino) – La conferenza stampa tenuta giovedì scorso da Giorgio Magliocca, allo scopo di confermare e, a quel punto, rendere efficaci e irrevocabili le sue dimissioni, con compiuta applicazione dell’arti.53 del Tuel, ha risentito della scarsa abitudine e attitudine della stampa casertana di spogliarsi di ogni emotività, di ogni sussiego nei confronti di un uomo politico, rappresentante delle istituzioni, con il quale si parla spesso (vogliamo usare un’espressione esattamente contraria a quel “latinorum” manzoniano di cui tanti ci accusano) troppo “a comparielli”, mescolando impropriamente la funzione di una stampa seria, quantomeno dignitosa se non proprio indipendente, con le blandizie – il più delle volte immateriali, qualche volta anche materiali – che a questa stampa dedicano i politici di Caserta e provincia.
Da parte nostra, essendo stati in primissima linea nel denunciare quello che per noi è, senza alcuna necessità dell’uso condizionale, il malaffare imperante, immanente nell’amministrazione provinciale di Caserta, abbiamo deciso di formulare una sola domanda a Giorgio Magliocca, quella relativa alla sua decisione di rinnovare anno per anno la delega alla Viabilità e Trasporti, ma più in generale all’interno dell’Ufficio Tecnico, all’ingegnere Gennaro Palmieri, co-indagato insiemeva Magliocca.
Ne avremmo potute formulare mille, di domande, ma abbiamo deciso di non trasformare quella conferenza stampa, condizionata e determinata purtroppo dai rapporti impropri tra stampa e potere politico, in un incontro di wrestling.
Per cui abbiamo intrapreso il sentiero che ci compete, quello liberale: una persona che ha qualcosa da dire, anche sciocchezze, anche quelle che appaiono corbellerie, ha esattamente il tuo stesso diritto di esprimersi. Dunque, la conferenza stampa di Magliocca l’abbiamo trasformata in un live, con resoconto pressoché testuale di ogni parola da lui pronunciata.
In pratica, gli abbiamo garantito tutti i diritti, incubati di una normale democrazia.
Abbiamo anche deciso di non organizzare immediatamente un controcanto. Ci ha fatto solo sorridere quella sua affermazione sulla carriera calcistica di suo figlio Luigi che, secondo Magliocca, non sarebbe stato un calciatore del Vitulazio Asd.
Per cui, nonostante non l’avessimo programmato, abbiamo dovuto già in serata pubblicare l’elenco dei calciatori tesserati da questa società militante l’anno scorso, non sappiamo se sia ancora così, nel campionato regionale di promozione, un elenco che contiene il nome di Luigi Magliocca tra i calciatori.
Ora noi non sappiamo se il fatto che l’ex presidente della Provincia sia considerato, con ampia diffusione di questa convinzione, esternata anche dai fratelli Marcello e Lello De Rosa, dopo la defenestrazione del primo dalla carica di vice-presidente della provincia, una delle persone più bugiarde, che abitano questo territorio.
Non il più bugiardo dei politici, ma delle persone in generale. In pratica si prendono gli 850mila residenti in provincia di Caserta e Magliocca apparterrebbe, secondo i De Rosa, a un novero strettissimo di bugiardi matricolati.
Casertace non ha mai allargato il giudizio di attitudine, formulato su di Lu, i trasformandolo in una tara personale, esistenziale. Volta per volta, nell’analizzare l’esercizio della sua funzione amministrativa, abbiamo colto nelle sue parole un difetto di autenticità e, nell’ambito di una dialettica politico-giornalistica, abbiamo dato del bugiardo al politico, non certo alla persona.
A quasi una settimana di distanza da quella conferenza stampa, vanno in scadenza i tempi che ci eravamo dati per il nostro controcanto, per la pubblicazione del punto di vista di questo giornale su quello che Magliocca ha detto.
Rifuggendo sempre il latinorum, cerchiamo di sintetizzare un paio di cose, partendo dalla pubblicazione integrale di un passaggio che l’ex presidente ha pronunciato quando era ancora presidente : “Sono indagato per aver violato l’articolo 97 della Costituzione“.
Magliocca ha aggiunto poi, con un moto di riso tra il nervoso e il beffardo nei confronti dei magistrati: “Vengo accusato di aver violato un principio“.
In effetti, per amor di verità, nella battuta successiva Magliocca imbastisce una più ortodossa difesa, affermando che lui non ha mai turbato una gara d’appalto e di non aver mai interferito con i dirigenti.
Nella sua prima affermazione Magliocca, che in quel momento era ancora presidente della Provincia con tutti i poteri e sindaco di Pignataro Maggiore con speculari poteri, al di là di quella barzelletta tutta italiana delle dimissioni post-datate di 20 giorni, fa due operazioni.
Nella prima conta, tutto sommato, non infondatamente, sull’ignoranza dei giornalisti. La seconda, che testimonia una sua condizione di maggiore autenticità che lo sta connotando ultimamente, facendolo conoscere per quello che è anche da un punto di vista culturale, manipola la prima incolpazione provvisoria contestatagli dai Pm della Procura di Santa Maria C.V. Gerardina Cozzolino e Giacomo Urbano.
Per considerarlo un peccato veniale occorre avere piena consapevolezza del livello culturale di Magliocca. Perché se pensi per un attimo che lui è un avvocato iscritto all’Ordine, devi per forza – metaforicamente parlando, ovvio – attaccarlo al muro, perché la formulazione di una incolpazione o di un capo di imputazione provvisori si basa fondamentalmente sulla presunta violazione di articoli del Codice Penale.
Questo è una fonte primaria del diritto, è una raccolta di leggi codificata e riunita in un unum. Essendo tale non può non discendere da principi costituzionali.
La nostra Carta fondamentale è piena di principi la cui regolamentazione, la cui ricaduta concreta nel consesso civile e sociale è affidata per l’appunto alle leggi. Tu violi una legge secondo i Pm, tu sei un alto esponente delle istituzioni, sei un pubblico ufficiale che giura sulla Costituzione. Per cui, oltre alla formulazione dell’ipotesi di reato legata alla violazione degli articoli 319 e 321 del Codice Penale, nel capo A, ossia la vicenda, più volte sviscerata da questo giornale, della sponsorizzazione promessa ai dirigenti del Vitulazio Asd, ossia al medico di Villa Fiorita Luigi De Lucia e a suo figlio Alfonso da parte dell’imprenditore marcianisano Cosimo Rosato, con l’intercessione del cugino di quest’ultimo Alfonso Valente.
Nella formulazione del capo di imputazione, il richiamo all’articolo 97 della Costituzione, su cui Giorgio Magliocca ha fatto il suo spirito di patata, rappresenta un elemento di ulteriore biasimo, legato al fatto che Magliocca, da uomo dello Stato in quanto le Province e i Comuni sono enti riconosciuti dalla Carta fondamentale, ha violato un principio, quello dell’imparzialità della Pubblica Amministrazione, attraverso l’attivazione di comportamenti i quali hanno prodotto favoritismi e ingiustificate preferenze.
Una roba che, se fosse accertata in un processo, dovrebbe comportare l’inibizione perpetua per Magliocca dai pubblici uffici, secondo noi.
Per cui c’è poco da fare lo spiritoso. Naturalmente i magistrati collegato il principio costituzionale a quelle leggi ordinarie che, per volere dei costituenti, il principio sono andati ad attuare, ossia la violazione dell’articolo 4, commi 2 e 4, del D. Lgs 165/2001 che ripartisce e distingue i compiti di governo da quelli della dirigenza nella pubblica amministrazione (Bassanini)
la violazione dell’articolo 21 octies della legge 241/90 che sanziona l’atto annullabile per eccesso di potere, nella specie per sviamento della causa.
Ma tutto ciò, ossia la violazione del principio costituzionale, la violazione della Bassanini, la violazione della legge sulla trasparenza degli atti amministrativi, è frutto della presunta commissione dell’atto di corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio.
Una incolpazione provvisoria che i magistrati reiterano nei confronti di Magliocca nei capi B e C, perché questa storia dei soldi che devono arrivare al Vitulazio Asd dura mesi e mesi. Magari incendiata in un primo momento dalla passione e dalle spropositate attese che a luglio 2023 Magliocca nutre sulle possibilità di carriera calcistica del figlio, che vuol proteggere facendolo seguire da un allenatore che lo fa giocare sempre, ossia Alfonso Valente, che mister di Luigi Magliocca lo era stato già nel Gladiator juniores, società anch’essa beneficiata da sponsorizzazioni di provenienza magliocchiana, e un po’ più sfumate col passare del tempo, perché Valente si dimostra un pessimo allenatore che fa affondare in classifica il Vitulazio e perché il figlio di Magliocca comincia ad avere problemi con la squadra.
Una passione che sfuma ma non al punto di pacificare i nervi non certo distesi dei due De Lucia. Ed è per questo che salta fuori un nome noto a Casertace, quel Gianpaolo Benedetti della società Og2 Green che questo giornale ha associato alle sorti imprenditoriali indovinate di chi? Ma sì, tutte le strade portano a lui.
Probabilmente Magliocca ha un problema perché il Cosimo Rosato di Marcianise ha ristorato diversamente il sistema per i tre appalti ricevuti. I due dell’amministrazione provinciale firmati Di Patria e Palmieri rispettivamente per il convitto scolastico di Piedimonte Matese e per la strada San Leucio-Castelmorrone; il terzo da Baldo Massimo, responsabile del Settore Lavori Pubblici del Comune di Pignataro Maggiore.
Allora magari la spende lui, Raffaele Pezzella, una parola con Gianpaolo Benedetti, l’imprenditore di Casal di Principe che da 30 anni fa quattrini con la Provincia, arrestato due volte e imputato in tre processi, dopo il rinvio a giudizio per Calvi Risorta.
Uno che parla così in una intercettazione vi sembra una persona, un rappresentante delle istituzioni, che ha violato “solamente” un principio costituzionale, come se poi non fosse nulla?
“l’anno scorso il Gladiator del nazionale juniores, la Gladiator, sostanzialmente l’ho finanziata io, con tutta una seria di sponsorizzazioni, amici a cui piace il pallone, che mi chiedevano dove fare dei contributi eccetera. Parliamo di una somma che può andare dai trenta, quaranta se siamo fortunati pure cinquanta mila euro in un anno… visto che mio figlio, io voglio essere pure… come dire (ndr…si accavallano le voci). .. Le sponsorizzazioni sono mie, punto. Eee… diciamo sono io che sono legato sentimento… diciamo affettivamente a questo allenatore… mi devi dare soltanto… un riferimento ban… oppure un riferimento che ti mette in contatto con le persone che poi devono fare…Giorgio: … però chiaramente il nome mio non deve mai… inc… a niente…“